Il reintegro anticipato dei sanitari e di tutti i sospesi, per non aver accettato l’obbligo vaccinale contro il Sars Cov 2, ha riaperto la questione politica e di merito su obblighi e vaccini contro il virus di Wuhan. Di certo la rappresentazione semplicistica di si vax contro no vax ci aveva già letteralmente fiaccati in questi due anni, eppure, oggi e a maggior ragione, suona davvero come un disco rotto. Si sa che nella vita, come nella scienza medica, il trascorrere del tempo aiuta sempre a chiarire le cose, per questo occorrerebbe proprio pretenderlo questo aggiornamento oggettivo, non solo sulla base di numeri statistici, ma anche di fatti e casi clinici noti per capire se i vaccini hanno funzionato e come.
Un confronto alla pari, dunque, tra studiosi, medici, epidemiologi e ricercatori, in una sede istituzionale di cui l’Italia avrebbe davvero bisogno. Non non solo per pacificare gli animi, ma anche per dire la verità, oggi più verosimile di un anno fa, con le carte, ma anche con la contabilità dei casi clinici degli effetti avversi e delle morti, sia dopo il vaccino, che senza il vaccino. Questo sarebbe doveroso anche per prevenire il futuro, non solo per fare giustizia del presente.
Il confronto, in verità, era stato più volte richiesto durante la pandemia, anche con lettere formali, pec e telefonate da una commissione medico scientifica indipendente (CMSI), costituitasi dal novembre 2021 a Milano (Alberto Donzelli, Eugenio Serravalle, Patrizia Gentilini, Marco Cosentino e Giovanni Frajese). Il confronto alla pari, per poter argomentare non su delle verità assolute, ma su alcuni dubbi importanti, tanto da richiedere la moratoria, ovvero una sospensione dell’obbligo vaccinale e delle vaccinazioni ai minori, resterà nelle carte dimenticate di queste cronache pandemiche. A questa richiesta, infatti, non ci risulta mai arrivata una risposta formale argomentata. Fu così che la due giorni, organizzata a Roma il 3 e 4 gennaio 2022, dal Comitato 15 ottobre e dall’associazione Contiamoci, dal titolo “Pandemia, invito al confronto”, proprio davanti a Palazzo di Montecitorio, fotografò le sedie vuote dei referenti istituzionali della Sanità, anche se vide la partecipazione al dibattito di alcuni deputati e senatori di diversi partiti (Lucio Malan, Pierluigi Paragone, Pino Cabras, Marco Rizzo, Massimiliano Romeo ed Alberto Zolezzi).
Oggi, però, a distanza di molti mesi, diverse revisioni di pubblicazioni scientifiche hanno confermato quei dubbi e quelle domande, a cui si aggiungono i dati della vigilanza statunitense sui vaccini e di quella europea sulla mortalità generale. Per tutto questo, suonano cacofoniche le indignazioni sullo schermo per un reintegro di personale medico e sanitario, sospeso per aver espresso dubbi e dissenso verso una norma di legge, che prevedeva in ogni caso la responsabilità medica sull’atto medico. Il neosenatore Andrea Crisanti, qualche giorno fa, invitato in tv, a La7, ha negato l’opportunità del reintegro anticipato, perché aprirebbe un problema politico. E se, invece, proprio oggi che la pandemia ci offre una tregua, fosse indispensabile quel confronto negato, quella trasparenza dovuta, quell’ascolto dell’atro? Perché non ricordare che la scienza non è un totem, ma va usata con intelligenza, per permettere alla politica di fare meglio il proprio mestiere?
Per maggiori dettagli sulla due giorni di Roma: https://www.radioradicale.it/scheda/656994/pandemia-invito-al-confronto-seconda-ed-ultima-giornata?i=4368662