Si è insediato il nuovo governo della XIX Legislatura. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito che ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni politiche del 25 settembre.
Le priorità che il Presidente Meloni si troverà ad affrontare già nei primi giorni del suo mandato sono talmente urgenti e pesanti da far tremare i polsi. La Legge di bilancio, che dovrà essere mandata agli inizi di novembre a Bruxelles per la sua validazione, per poi essere approvata dal nuovo Parlamento entro la fine dell’anno. Gli adempimenti normativi propedeutici alla terza tranche del PNRR, che dovranno a loro volta essere approvati entro la fine dell’anno. I decreti attuativi collegati alle leggi di riforma che condizionavano l’erogazione della prima e seconda tranche del PNRR, molti dei quali ancora in itinere, la cui approvazione è indispensabile per dare concreta attuazione alle riforme già compiute. Senza infine dimenticare le emergenze degli ultimi mesi, conseguenza della guerra in corso sull’energia e dell’aumento dei prezzi, che preludono a un autunno assai difficile per imprese e famiglie italiane.
Insomma, vista da Palazzo Chigi, l’agenda dei primissimi mesi di governo sarà senza ombra di dubbio molto complicata. E sullo sfondo di questa agenda è necessario mettere a fuoco una visione del paese e del suo futuro in grado di consentire il consolidamento di una strategia di politica economica e di sviluppo a medio-lungo termine.
La retorica a cui ci ha abituato il discorso pubblico nel corso della campagna elettorale, e anche prima – quando ancora Fratelli d’Italia era l’unica forza di opposizione al governo Draghi – è quella della difesa degli interessi degli italiani. Ma mai quanto in questo momento, con la necessità di uscire definitivamente dalla pandemia, una guerra nel cuore dell’Europa, l’incremento speculativo dei prezzi dell’energia, l’inflazione galoppante, la difesa degli interessi della comunità nazionale, in un contesto europeo e atlantico sempre più centrali per il futuro del mondo occidentale, deve essere avvertita come un punto di riferimento imprescindibile per il nostro paese. Non si tratta più di sostenere “prima gli italiani”, secondo una formula declamatoria vuota, sterile, inconcludente, che non si sa bene che cosa possa mai significare. Si tratta, viceversa, di avere ben chiaro un fatto: che l’Italia, se vuole sopravvivere nel mondo globale, deve avere una chiara percezione di ciò che è e ciò che vuole essere. In altre parole, deve saper riconoscere con chiarezza e determinazione quelli che sono gli interessi fondamentali da difendere in quanto comunità nazionale.