Incontro con i lettori milanesi di Liu Zhenyun
Il 2 dicembre 2024, presso l’auditorium Martinotti dell’Università Bicocca, si è tenuto l’evento dal titolo “Incontro con i lettori milanesi di Liu Zhenyun”.
Liu Zhenyun è uno degli scrittori cinesi contemporanei più affermati, le cui opere sono state tradotte in oltre venti lingue e pubblicate in tutto il mondo.
Recentemente, il suo capolavoro Una domanda ne vale diecimila è stato pubblicato in italiano.
Questo romanzo, vincitore del prestigioso Premio Letterario Mao Dun nel 2006, è stato adattato in un film omonimo per il quale Liu Zhenyun ha scritto la sceneggiatura, ricevendo il premio come Miglior Sceneggiatore nella sezione Asian Brilliant Stars al 67° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Nato nel 1958 a Yanjin, nella provincia cinese dell’Henan, Liu Zhenyun si è laureato presso il Dipartimento di Letteratura Cinese dell’Università di Pechino. Molti dei suoi lavori sono stati adattati in film che hanno vinto numerosi premi nazionali e internazionali. Nel 2008, è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dalla Repubblica Francese.
L’evento ha attirato circa 300 partecipanti, con i posti esauriti in breve tempo.
Tra i presenti c’erano il Console Yao Liangjun e il Vice Console Wang Xinyi del Consolato Generale della Cina a Milano, il direttore cinese dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, Fu Haifeng. Insieme alla direttrice italiana Bettina Mottura, la professoressa Silvia Pozzi del Dipartimento di Studi Cinesi dell’Università Bicocca, la giornalista di Sky TG24 Lucrezia Goldin e i rappresentanti dei docenti cinesi dell’Istituto Confucio di Milano.

Il legame con l’Italia
Parlando del suo legame con l’Italia, Liu Zhenyun ha introdotto uno dei personaggi del suo romanzo Una domanda ne vale diecimila: un missionario venuto a Yanjin, Henan, dalla città di Milano.
In Cina gli abitanti lo chiamavano affettuosamente “Lao Zhan”. Lao Zhan visse a Yanjin per più di quarant’anni, durante i quali riuscì a convertire soltanto otto fedeli. Nonostante ciò continuò instancabilmente a predicare di porta in porta ogni giorno.
Ogni sera scriveva lettere a suo nipote, il figlio di sua sorella rimasto in Italia. Questo nipote credeva fermamente che Lao Zhan fosse il missionario più grande del mondo e che avesse convertito milioni di persone in Oriente. Un giorno il nipote gli scrisse una lettera in risposta: “Tu sei la persona che ammiro di più al mondo. Da grande voglio essere come te.” Ricevuta la lettera, Lao Zhan pianse per tutta la notte.
Quando l’edizione francese di Una domanda ne vale diecimila fu pubblicata, un professore dell’Università di Parigi VII chiese a Liu Zhenyun: “Sai cosa accadde al nipote di Lao Zhan dopo molti anni? Divenne l’arcivescovo del Duomo di Milano.” Liu Zhenyun racconta che rimase profondamente colpito da questa rivelazione e il giorno dopo si recò al Duomo di Milano. Durante una solenne messa vide un anziano con il capo ornato da una mitra, vestito di bianco e con un pastorale tra le mani camminare lentamente verso l’altare.
Da lontano Liu Zhenyun lo osservava e pensava: “Io la conosco. Lei è il nipote di Lao Zhan.”

La forza del dialogo
Molte opere di Liu Zhenyun riflettono sul tema del “parlare”. Ad esempio in Una domanda ne vale diecimila, le persone sono divise in due categorie: quelle con cui si può parlare e quelle con cui non si può parlare. I due protagonisti maschili in epoche diverse intraprendono un viaggio con un unico scopo: trovare qualcuno con cui poter parlare davvero. Analogamente nel romanzo Non sono Pan Jinlian, Liu Zhenyun racconta la storia di una donna di campagna che lotta per far sentire la propria voce.
Durante una presentazione del romanzo Non sono Pan Jinlian ad Amsterdam, una lettrice disse a Liu Zhenyun che, prima di leggere il libro, conosceva la Cina solo attraverso i media occidentali e pensava che i cinesi non riflettessero e non sapessero ridere. “Ma mentre leggevo questo libro, ho riso dall’inizio alla fine” disse, “nonostante il linguaggio umoristico, in alcune parti del romanzo ho pianto.
Il momento più toccante è stato quando la protagonista, dopo essere stata ignorata da tutti, inizia a parlare con una mucca dicendo: ‘Io ti ho cresciuta, tu lo sai che non sono una cattiva persona.’”
La lettrice ha compreso a pieno i sentimenti della protagonista del libro dimostrando che si può creare sintonia tra i personaggi fuori dal libro e quelli tra le pagine del romanzo. Il dialogo e il racconto superano lingue e culture.
Liu Zhenyun rimase profondamente colpito dalle sue osservazioni, affermando che il dialogo è indispensabile, così come l’ascolto. Scrivere è un modo per raccontare, ma c’è qualcosa di ancora più potente: saper ascoltare. È questa la forza del dialogo.
Aprire una finestra sul dialogo
Nelle opere di Liu Zhenyun, l’umorismo è spesso il mezzo attraverso cui esprimere le più profonde verità filosofiche e descrivere le situazioni più complesse con grande semplicità. Questo tocca il cuore dei lettori, facendoli riflettere dopo una risata. Come afferma Liu: “L’umorismo è la saggezza con cui l’umanità affronta il dolore.”
Mentre molte teorie letterarie affermano che “la letteratura è un riflesso della vita”, Liu Zhenyun offre una prospettiva diversa: per lui, “la letteratura inizia dove la vita si ferma”. I protagonisti dei suoi romanzi vedono il mondo in modo più profondo e lontano rispetto alle persone reali.
La letteratura è il modo più rapido per comprendere un popolo.
Sebbene vi siano grandi differenze tra le culture orientali e occidentali, le opere straordinarie riescono sempre a creare una risonanza universale. Con l’aumento degli scambi tra popoli e regioni anche i legami spirituali ed emotivi si stanno intensificando.
Questo evento non è stato solo un dialogo letterario, ma un’importante opportunità di scambio culturale tra Cina e Italia, aprendo una finestra per i lettori italiani sulla comprensione della cultura cinese.
In Una domanda ne vale diecimila, dopo la morte del missionario Lao Zhan, un macellaio trovò nella sua dimora, un tempio in rovina, un disegno di una cattedrale. “Tutto ciò che era rappresentato nel disegno sembrava prendere vita; le settantadue finestre della cattedrale si spalancavano una dopo l’altra; la grande campana sulla cima del campanile iniziò a suonare con un fragore assordante. E mentre le finestre della cattedrale si aprivano, anche nel cuore di Wu Mosè sembrava aprirsi una finestra.”