Un viaggio al centro e intorno al cuore, dove tutti noi immaginiamo abbiano casa le nostre emozioni
La nostra anima parla e lo fa incessantemente, anche quando noi non vorremmo. Per farlo ha scelto un linguaggio complesso, intricato: quello delle emozioni. Ha una grammatica piena di regole che disattende sorprendendoci con reazioni inaspettate e una sintassi colorata in cui le percezioni e i sentimenti sono i periodi che compongono l’intero romanzo della nostra vita.
Spesso sfuggono al nostro controllo e combinano disastri; altre volte inebriano e in pochi istanti regalano stati di piacevole incoscienza. Qualche volta ci trasformano in esseri brutali che poi cerchiamo di scordare. Succede che facciano scorrere le lacrime e poco dopo scatenino una risata inarrestabile. Ci irrigidiscono d’improvviso e fanno sobbalzare il nostro cuore nel timore di un evento. E molte, molte altre cose.
Fanno tutto questo ma sorprendentemente nessuno le vede, impossibile toccarle. Sono come i pensieri. Inconsistenti. Qualcuno, proprio per questo, le usa per provare l’esistenza di Dio. Non si vede ma c’è!
Se non ci fossero come saremmo noi esseri umani? Forse come il nostro inseparabile immanente cellulare. Funzioneremmo in modo assai logico e con una prevedibilità sconfortante. Avremmo bisogno di un algoritmo per essere felici e quindi non lo saremmo mai.
Ora basta. Mi stavo emozionando troppo. Diamoci una raddrizzata e cerchiamo di capire cosa sono queste emozioni, se hanno un nome, quando nascono e come controllarle se del caso.
Le emozioni sono stati emotivi indotti – sia a livello fisico sia mentale – da stimoli riconducibili alle più varie situazioni. Molte sono le teorie in materia; alcune di queste sostengono che le emozioni risiedono nell’amigdala (amygdala, in greca antica mandorla), in sintesi un agglomerato di materia grigia situata nel cervello profondo che valuta gli stimoli esterni o interni generando emozioni di varia natura.
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Le emozioni sono risposte articolate a stimoli interni o esterni che coinvolgono fattori fisici, cognitivi e comportamentali. Esse sono il risultato di un mix di fattori biologici, psicologici e sociali, che rende ciascuna nostra esperienza emotiva unica e personale.
Possiamo catalogarle in vario modo. Uno di questi è positive/negative e buone/cattive. Nel primo cluster possiamo a titolo esemplificativo inserire gioia, rabbia, tristezza, paura, sorpresa, disgusto. Nel secondo l’azione diventa più difficile perché necessariamente correlata al modo di gestirle e al contesto in cui si manifestano. Ciascuna ha un suo scopo, come la gioia che indica un sentimento di soddisfazione e felicità, o la rabbia che ci aiuta a reagire alle minacce e alle ingiustizie.
Le emozioni fondamentali per la nostra vita quotidiana e il nostro benessere complessivo:
- Decisioni: condizionano le nostre scelte. Spesso scegliamo in base alle nostre emozioni anche se in conflitto con il nostro senso razionale;
- Comunicazione: sono un mezzo insostituibile di comunicazione non verbale. Manifestiamo i sentimenti con il linguaggio del corpo, il tono della voce e le espressioni facciali;
- Salute Mentale e Fisica: gestire le emozioni è essenziale per il benessere psicologico. L’incapacità di farlo può portare a problemi come ansia, depressione o disturbi comportamentali;
- Connessioni Interpersonali: favoriscono connessioni e interazioni profonde con gli altri.
Gestirle non è sempre facile. Alle volte colpiscono con tale intensità e forza che divengono smisurate. La vacanza di governo può tradursi, con il tempo, in problemi di salute mentale, depressione, ansia, disturbi alimentari e financo dipendenze.
Ci conforta però sapere che molteplici sono i modi per gestirle. Il primo è quello di riconoscere e accettare le proprie emozioni. Reprimerle è un grande errore che può generare grandi problemi, Accettate la tristezza se arriva e nel caso lasciate scorrere le lacrime. Non fingete di provare altro!
Dopo aver imparato l’accettazione e il riconoscimento delle emozioni si può passare alle tecniche di gestione delle emozioni intense a breve e lungo termine. La strategia della distrazione appare molto utile per quelle a breve termine; leggere, fare sport, guardare la tv, telefonare a un amico, ecc.
Per quelle intense a lungo termine le strategie di gestione sono più raffinate. Passiamo dal training autogeno alle più svariate tecniche di rilassamento. alla meditazione. Su quest’ultima si potrebbe spendere molte parole. Recenti ricerche hanno dimostrato, con tecniche di imaging, che la sua pratica costante riesce addirittura a modificare la morfologia celebrale. Si dice che l’uomo più felice del mondo sia un monaco buddista (Matthieu Ricard) che pratica da moltissimi anni la meditazione e ne è diventato un esperto di altissimo livello. Non dimentichiamoci però che l’aiuto di uno psicologo può essere determinante così come quello di un counselor esperto.
La capacità di comprendere le proprie emozioni e di riconoscere quelle degli altri in modalità empatica si chiama intelligenza emotiva. I grandi leader ne sono sempre dotati in misura elevata ancorché non sempre la usino in modo da generare veramente benessere nei propri simili.
Le emozioni, quindi, sono un aspetto importante della vita umana. Sono capaci di condizionare la nostra salute mentale e fisica, così come le nostre interazioni sociali. Gestire le emozioni in modo sano ed efficace può essere difficile, ma come abbiamo visto ci sono molte tecniche e strategie che possono aiutare a farlo. Riconoscercele e accettarle è il primo passo, poi distogliere l’attenzione, utilizzare tecniche di rilassamento e cercare l’aiuto di professionisti. La gestione delle emozioni necessità impegno e pratica, ma può condurre a una vita più appagante e soddisfacente.
Permettetemi infine un consiglio. Lasciate perdere quello che avete letto e lasciate che le emozioni sgorghino dal vostro cuore, sarete già un passo più vicini alla felicità.