Uno dei principali problemi degli studenti di oggi è l’incapacità di mantenere un’attenzione prolungata per lunghi periodi. Sia in chi ha problemi con disturbi certificati che implicano anche disturbi di attenzione, sia in chi non ha problemi particolari, l’attenzione oggi risulta essere fragile.
Le cause di questa fragilità cognitiva risiedono soprattutto in alcuni dati di fatto: l’uso massiccio di strumenti tecnologici che creano un’attenzione labile agli stimoli, le numerose richieste a cui tutti siamo sottoposti durante la giornata, la pressione degli impegni quotidiani che riempiono il tempo delle giornate a dismisura, il disinteresse per i contenuti delle materie scolastiche, la difficile capacità di proiettarsi in un futuro oggi quanto mai incerto per gli eventi storici che ci avvolgono, le numerose esperienze di sfilacciamento di legami famigliari che destabilizzano. Sono solo alcune delle cause comuni, ce ne sono anche altre e soprattutto molte di esse sono personali e peculiari.
Tuttavia concentrarsi è un dovere a cui nessuno può scappare, né sul lavoro né a scuola. Gli adulti hanno strumenti di autoregolazione del comportamento e obiettivi vitali e di sostentamento, nonché responsabilità per se stessi e per altri che necessariamente obbligano a dedicarsi all’analisi dei contenuti da gestire con attenzione. Uno studente invece, avendo anche meno responsabilità dell’adulto se non per se stesso, ha maggiori occasioni per distrarsi e per non prendere in seria considerazione la necessità di sviluppare attenzione laddove serve per fare il lavoro che maggiormente lo coinvolge, ovvero lo studio. E diventa difficile per gli adulti dirigere alla responsabilità dell’attenzione, il prendersene cura, soprattutto quando la difficoltà a concentrarsi è dovuta a deficit strutturali dello studente.
E allora cosa fare?
Alcuni consigli semplici e pratici.
- Pattuire con lo studente che il cellulare non verrà utilizzato durante lo studio, se serve uno strumento tecnologico per fare i compiti è consentito il pc o il tablet sui quali i social e WhatsApp non devono essere presenti.
- Creare nella casa uno spazio studio per lo studente, calmo, accogliente, ben pensato e strutturato, anche piccolo ma dedicato.
- Verificare che sul tavolo di studio lo studente abbia solo ed esclusivamente il materiale che serve, non altro.
- Rimuovere ogni distrazione uditiva mentre lo studente studia.
- Favorire l’autonomia nello studio; un’eccessiva presenza dell’adulto può creare distrazioni e anche mancanza di responsabilità sui compiti assegnati a scuola.
- Creare piccole pause tra una sessione di studio e l’altra, prevedendo anche una piccola merenda con bevanda.
- Sostenere lo studente con complimenti e incoraggiamenti dopo lo studio, facendo notare anche i tempi di concentrazione che si sono raggiunti.
- Alternare attività sportive ad attività di studio: il movimento favorisce anche la rigenerazione emotiva della persona.
- Mantenere il più possibile in casa un clima sereno: non si può studiare con la testa piena di preoccupazioni e angosce.
- Favorire uscite dove si toccano con mano gli argomenti studiati a scuola per generare interesse: natura, opere d’arte, musei, iniziative sul territorio.
- Favorire i compiti tra pari (invitare amici a fare i compiti): il cooperative learning funziona sempre molto bene per creare passione per lo studio.
L’adulto ha un ruolo centrale nella propensione dello studente all’attenzione, alla concentrazione. L’esempio stesso che può dare di persona il più possibile equilibrata, riflessiva e in grado di condividere ragionamenti anche con lo studente stesso, è un notevole stimolo a migliorarsi sempre di più nei processi attentivi.
Non parlare mai davanti ad altri genitori o adulti in generale dei problemi di studio dei propri figli, dei loro approcci non corretti allo studio è un altro elemento di grande saggezza. Senza stima dei genitori i figli non possono studiare sereni. Ugualmente parlare male degli insegnanti davanti ai figli non giova certo all’apprendimento. Essere troppo invadenti nelle attività scolastiche dei figli deresponsabilizza e fa sentire ai figli una presenza ingombrante dei genitori sulla scuola che è affare degli studenti. Questi sono altri elementi da verificare quanto sono veri nella storia di genitori i cui figli vanno a scuola. L’improvvisazione e l’impulsività molto spesso fanno danni permanenti ed è bene per questo riflettere seriamente su come si supportano i figli nello studio. Ogni intervento, comportamento o permesso fuori luogo avrà una ricaduta negativa sulla capacità dei figli di approcciarsi correttamente al loro primo lavoro, ovvero andare a scuola.
Dott.sa Nicoletta Lastella
Presidente di Sviluppo Cognitivo
Per saperne di più: