Prosegue il Laboratorio Università degli Studi di Milano – Intesa Sanpaolo Protezione – Progetto del periodico www.nationaldailypress.it
Il laboratorio del 22 novembre dal titolo “Decidere in condizioni di incertezza: dalla teoria dell’utilità attesa all’approccio behaviorista e cognitivista” del Prof. Luciano Fasano, docente presso l’Università degli Studi di Milano Dipartimento Scienze Sociali e Politiche, realizzato in collaborazione con il periodico www.nationaldailypress.it ha avuto come relatore il dottore Marco Fossati, di Intesa Sanpaolo Protezione, Compagnia del Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni.

Mattia Micheli e Pietro Vago presentano un’intervista in merito al laboratorio realizzato in collaborazione con il periodico www.nationaldailypress.it.
Entrambi collaborano con la rivista ed entrano nel merito del Laboratorio “Decidere in condizioni di incertezza: dalla teoria dell’utilità attesa all’approccio behaviorista e cognitivista”.
Mattia Micheli: Cosa ti ha spinto a partecipare al laboratorio del 22 novembre svolto in Università qui alla Facoltà di Scienze Politiche?
Pietro Vago: “Volevo avere una maggiore comprensione riguardo al funzionamento del mondo assicurativo spiegato da un professionista d’alto livello del settore: il dottore Fossati.
Ho partecipato perché ho visto che era inserito nel Laboratorio del Professore Fasano”.
Mattia Micheli: Quali sono stati gli aspetti che più ti hanno colpito in questo laboratorio?
Pietro Vago: “Prima di tutto il modo in cui la ricchezza è distribuita nel nostro paese.
Soprattutto il fatto che la ricchezza è concentrata nelle fasce più anziane della popolazione e che nei prossimi 30/40 anni si assisterà a un grosso spostamento di ricchezza.
Ma anche il fatto che i due terzi di questa ricchezza siano costituiti da beni immobili”.
Matttia Micheli: Quali sono i dati che non ti aspettavi di vedere?
Pietro Vago: “Lo scarso numero di assicurazioni stipulate dagli italiani a tutela del proprio patrimonio immobiliare.
A fronte di una casa “di proprietà” che, nella nostra società è vista come un traguardo e una meta di arrivo, sono ben pochi coloro i quali decidono di assicurarsi”.
Scambiando i ruoli.
Pietro, ora tocca a te intervistare.
Pietro Vago: Secondo te quali sono i fattori culturali che spiegano la scarsa propensione degli italiani a stipulare delle assicurazioni sulle proprietà immobiliari?
Mattia Micheli: “In Italia l’assicurazione, che è sostanzialmente un modo per trasferire il rischio di danno a un soggetto terzo specializzato, viene visto più come un costo piuttosto che un’opportunità.
Questo si spiega con la grande propensione del popolo italiano a risparmiare e a detenere una certa quantità di denaro liquido per far fronte alle emergenze piuttosto che stipulare assicurazioni che eliminano il rischio di tali emergenze”.

Pietro Vago: Come dire i soldi in soffitta… che dici?
Matti Micheli: “Si, si. A volte si preferisce mantenere i soldi al sicuro da qualche parte in soffitta nella speranza di mantenere un accesso immediato al maggior capitale possibile.
Questo comportamento, che forse è anche retaggio di culture preindustriali o di sussistenza dove i beni disponibili erano pochi, ad oggi rischia di essere un problema.
Il costo della vita e della manodopera a causa dell’inflazione può, ad esempio, compromettere la stabilità finanziaria di un nucleo familiare con riparazioni molto onerose.
Forse anche per questo può essere interessante e vantaggioso stilare una polizza assicurativa che, a fronte di una riduzione del denaro liquido, consente di dotarsi di strumenti che, in caso di necessità, possono permettere di far fronte alle emergenze con rischi minimi o, comunque, ridotti”.
Pietro Vago: Chi sono quei soggetti che già ora, ma ancora di più in futuro, avranno necessità di stipulare assicurazioni, ma che già oggi rimangono in gran parte non coperti?
Mattia Micheli: “Le piccole-medie imprese che costituiscono la maggior parte del tessuto industriale italiano.
Esse sono più a rischio rispetto alle grandi aziende perché non dispongono delle risorse economiche per far fronte a autonomamente alle situazioni di crisi.
Di fronte a un panorama di questo tipo è importante portare la cultura dell’assicurazione tra le PMI, in quanto le azioni di queste ultime possono rivelarsi determinanti per un gran numero di famiglie.
Nel caso di danni infrastrutturali a multinazionali, ad esempio, queste società hanno i fondi per coprire le perdite, mentre una PMI per lo stesso danno può andare incontro a rischi di fallimento, con conseguenze per tutti i dipendenti.
È importante parlare di questi rischi, per evitare di accorgersene quando sarà troppo tardi”.

Pietro Vago: Secondo te quale sarà la più grande sfida che si troverà ad affrontare il sistema assicurativo italiano nel prossimo futuro?
Mattia Micheli: “Il nostro paese sta invecchiando, sia come età media delle persone ma anche come età delle infrastrutture siano esse pubbliche o private.
In futuro le compagnie assicurative dovranno assumersi rischi sempre maggiori aumentando di conseguenza l’ammontare dei premi assicurativi aggiungendo un’ulteriore spesa che andrà a gravare sulle tasche dei cittadini.
Il problema futuro sarà quello di calcolare i rischi assicurativi, per non trovarsi di fronte a situazioni in cui infrastrutture sempre più prossime al collasso e rischi sempre maggiori arrivino a mettere in crisi il sistema.
Perciò, io credo che potrebbe rivelarsi interessante diffondere l’idea di una maggiore attenzione a qualificare correttamente i problemi e pensare anche alla loro prevenzione”.
Nella seconda sessione del laboratorio si sono realizzati gli obiettivi formativi di merito del Progetto NDP “Educazione economico finanziaria e assicurativa: il fondamentale ruolo della Bancassicurazione” di Intesa Sanpaolo Protezione, Compagnia del Gruppo assicurativo Intesa Sanpaolo Assicurazioni, in collaborazione con l’Osservatorio EFiD (Osservatorio Economico Finanziario e Digitale dell’Istituto Formazione Internazionale (IFI) APS ETS