Oggi più che mai val la pena soffermarsi sul vero significato del 2 giugno. Una ricorrenza che arriva carica di significato e che dobbiamo sentire intimamente perché oggi è a rischio il suo valore sostanziale. Riflettere e ricordare che il 2 giugno è una data simbolo di una scelta collettiva che, nel 1946, ha segnato la nascita della nostra Repubblica. Una Repubblica che si fonda sulla libertà, sulla democrazia e sul rispetto dei diritti umani.
Oggi, però, quei valori sono messi alla prova da conflitti globali e da sfide interne che minacciano la nostra stessa identità. E da giornalisti dobbiamo sentire forte la minaccia che incombe sulle libertà tutte. E’ sotto i nostri occhi la violenza che zittisce la libertà e chi la difende.
Nel cuore del conflitto israelo-palestinese, la libertà di stampa ha subito colpi devastanti. Più di 100 giornalisti palestinesi sono stati uccisi dalla fine del 2023, mentre svolgevano il loro lavoro di informazione. Questi crimini non solo privano le vittime delle loro vite, ma sottraggono a milioni di persone il diritto a una narrazione libera e indipendente. In un mondo dove la verità è sempre più sotto attacco, il giornalismo è una delle prime linee di difesa contro la disinformazione e l’oppressione.
Scenari di guerra, dunque, ma anche attacchi continui nelle zone in pace dove la libertà sancita dalla nostra Carta Costituzionale, che la ricorrenza odierna ci ricorda con forza, è messa gravemente a rischio.
Anche in Italia, la situazione non è rassicurante. Secondo l’ultimo rapporto di Reporters Sans Frontières, il nostro Paese è scivolato al 49° posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente. Questo declino è alimentato da attacchi legali contro i giornalisti, dalle cosiddette cause Slapp (Strategic lawsuits against public participation), e da tentativi di controllo politico dei media, come dimostrato dalle recenti riforme della Rai.
La libertà di espressione è un pilastro della nostra democrazia. Quando i giornalisti sono intimiditi, minacciati o censurati, tutti noi perdiamo. Il 2 giugno deve essere un momento di riflessione, ma anche di impegno. Impegno a difendere la nostra Repubblica, a proteggere la libertà di stampa e a garantire che ogni voce possa essere ascoltata senza paura.
In questo giorno, ricordiamo che la democrazia non è un bene acquisito, ma un valore da coltivare e difendere ogni giorno. La Repubblica siamo noi, e sta a noi proteggerla.