Nel calcio, come nella vita, il talento da solo non basta. Serve costanza, fortuna, condizioni favorevoli. Ma quando un infortunio cambia tutto, quando il fisico non risponde più come prima, il destino di un giocatore può prendere una strada completamente diversa. Federico Chiesa lo sa bene. Da promessa del calcio italiano e protagonista dell’Europeo 2021, oggi si ritrova a lottare per un posto in squadra, lontano dai riflettori che un tempo illuminavano la sua carriera.
Nel film A Bronx Tale, Robert De Niro interpretava Lorenzo, un autista di autobus a New York City. In una scena commovente, il personaggio di De Niro pronunciò un monologo al figlio di nove anni. Gli disse: «La cosa più triste nella vita è il talento sprecato». Questa frase si applica alla vita e anche al calcio. Ci sono stati tanti giocatori che non hanno avuto la carriera che avrebbero meritato. Il primo esempio che mi viene in mente è il figlio di una leggenda del calcio italiano degli anni ’90: Federico Chiesa.
La carriera
Federico è il figlio di Enrico Chiesa, un attaccante molto sottovalutato dell’epoca. Le sue stagioni migliori erano allo stesso livello di altri grandi marcatori del periodo. Per esempio, in due stagioni (1995-96 con la Sampdoria e 2000-01 con la Fiorentina), segnò 22 gol in campionato in ciascuna. Tuttavia, la sua carriera è stata segnata da infortuni e discontinuità. Tanti anni dopo, suo figlio Federico si troverà ad affrontare gli stessi ostacoli.
Federico iniziò la sua carriera professionale con la Fiorentina nel 2016, dove giocò per quattro stagioni. Poi, nel 2020, arrivò una grande opportunità: il 5 ottobre 2020 Chiesa passò alla Juventus in prestito. L’ala rimase a Torino per due anni, poi la Juve lo acquistò definitivamente nell’estate del 2022 per 44,6 milioni di euro.
La sua prima stagione in bianconero fu da sogno. Segnò il gol decisivo nella finale di Coppa Italia contro l’Atalanta e venne inserito nella Squadra dell’anno della Serie A. Ma i suoi momenti migliori arrivarono nell’estate successiva, quando vinse l’Europeo con l’Italia, diventando una delle stelle della competizione e guadagnandosi un posto nella Squadra del Torneo.
L’infortunio
Poi, tutto cambiò in un attimo. Il 9 gennaio 2022, in una partita contro la Roma, Chiesa si ruppe il crociato. Restò fuori per sette mesi e, al rientro in campo, le sue prestazioni non furono più le stesse.
Nell’agosto dell’anno scorso, la Juventus ha ceduto Chiesa al Liverpool. In totale, ha vestito la maglia bianconera per quattro stagioni, caratterizzate da alti e bassi. Il suo valore di mercato, una volta stellare, è crollato: è stato acquistato dai Reds per soli 12,5 milioni di sterline (15 milioni di euro).
Ma l’esperienza in Premier League non sta andando come sperato. Finora, ha giocato solo tre partite di campionato. La sua stagione può essere riassunta con un solo match: contro il Plymouth Argyle, in FA Cup, ha avuto un’occasione da titolare. Il Plymouth è penultimo in Championship (Serie B inglese), e per Chiesa quella era l’opportunità perfetta per dimostrare il proprio valore. Ma la sua prestazione fu deludente: perse 29 volte il possesso del pallone e tirò in porta una sola volta. Le critiche non tardarono ad arrivare.
Il problema principale di Chiesa è uno: dopo l’infortunio al crociato, ha perso velocità. Ed è questo l’aspetto più drammatico della sua parabola calcistica. Non si tratta di pigrizia o problemi comportamentali, come accaduto a giocatori talentuosi ma incostanti come Ricardo Quaresma o Hatem Ben Arfa. La sua è una battaglia contro il destino.
La seconda giovinezza
Ma non tutto è perduto. Chiesa ha ancora 27 anni e, sebbene il suo periodo al Liverpool non stia andando nel migliore dei modi, il calcio è pieno di storie di giocatori dati per finiti che hanno poi ritrovato la loro strada. Soprattutto in Italia.
Luca Toni, Antonio Di Natale, Fabio Quagliarella sono esempi di giocatori che hanno vissuto una seconda giovinezza quando in molti li consideravano sul viale del tramonto.
Secondo me, per rinascere, Chiesa dovrebbe fare due cose. Primo, lasciare il Liverpool. Il calcio inglese è veloce, fisico e frenetico, non il contesto ideale per un giocatore che ha perso il suo sprint. Secondo, trovare una squadra di fascia media, preferibilmente in Serie A, dove può giocare con continuità e senza la pressione di un grande club. Potrebbe diventare la bandiera di una squadra più piccola, proprio come Toni con l’Hellas Verona o Quagliarella con la Sampdoria.
Nel frattempo, non possiamo che sperare che Chiesa riesca a ritrovare sé stesso. Forse, come tanti suoi connazionali, saprà ribaltare il destino. Dopotutto, i calciatori italiani sono come il vino: migliorano con il tempo.
Dai, Chicco, sei stato un campione d’Europa con gli Azzurri e rimarrai sempre un campione nei nostri cuori.