Economia e imprese. Ovvero: perché servono le ricerche di mercato mirate per individuare nuovi trend aziendali e nuovi clienti.
Come fare a sapere dove va il mercato? Quali saranno i prossimi trend nazionali e internazionali? Quali saranno le future indicazioni economiche?
Due ipotesi: affidarsi alla Dea Bendata, oppure cercare di capire prima cosa accadrà dopo.
Meglio la seconda ipotesi, certo più impegnativa e faticosa, ma garante di maggiori certezze imprenditoriali. A meno che…lo chiediamo a Matteo Bardi di Mattori Studio
Matteo, partiamo dall’inizio. È vero che il nostro periodico ha denominazione internazionale, ma ci può tradurre nella nostra lingua italiana il merito della sua professione?
La mia è una professione specialistica internazionale costruita negli anni. Collaboro con stilisti, in prevalenza giovani, e mi rivolgo fra gli altri al settore moda e food and beverage. La mia figura è vista come mentor…
Mentore….
Sì, guida, consigliere, direi un compagno di viaggio per imprenditori e aziende a 360°. Cooperiamo insieme per trovare le soluzioni ottimali per lo sviluppo del prodotto, creare l’identità del marchio, comunicare il concetto, presentare e vendere al mercato l’idea o la collezione.
Il mercato…. Una bella sfida costante. Quando non serve fare ricerca di mercato mirata?
Quando non si vuole far crescere la propria impresa.
Lei ha una lunga esperienza nel settore, ci dice in sintesi cosa si intende per ricerche di mercato imprenditoriali?
Gli imprenditori devono sempre fare ricerche di mercato per capire dove e a chi rivolgere i loro prodotti. Per questo si avvalgono di professionisti e di diverse attività professionali. Si tratta di ricerche sia quantitative che qualitative. Quelle quantitative sono garantite da agenzie specializzate che forniscono indicazioni e informazioni sulle tendenze a livello numerico.
Le ricerche qualitative in genere sono realizzate dall’imprenditore stesso, ad esempio viaggiando e informandosi. In questo modo ottiene una visione della propria azienda, anche grazie al proprio gruppo di lavoro di riferimento e che lo accompagnano nei viaggi di ricerca.
Il trucco per una ricerca ottimale…
L’imprenditore deve saper leggere fra le righe, deve essere abile ad avere una visione strategica della propria azienda, capire le tendenze del mercato, guardare lontano…
Nella sua attività professionale di quali settori si occupa principalmente? Come e dove indirizza prioritariamente la ricerca verso i nuovi trend imprenditoriali?
Principalmente nel mio studio ci occupiamo di moda, di rappresentazioni delle tendenze, e degli stili di vita. Analizziamo i beni di consumo che vanno dall’abbigliamento, alla cura della persona, passando dall’automobile alle tipologie di cibo e bevande. In generale delle propensioni del consumatore.
Perché e in quali settori l’impresa deve fare ricerca mirata per individuare nuovi trend aziendali e valutare le tendenze di mercato?
Le ricerche dei trend si concentrano dove “girano” i soldi e nello specifico sul cosa e sul come la gente spende denari e tempo al momento dell’analisi e dell’osservazione professionale.
Sarebbero opportune ricerche di mercato in tutti i settori, ma con maggior enfasi si svolgono nel settore immobiliare in generale, poi negli hotel, nei viaggi, nei ristoranti e in tutto quel mondo social di oggi. Proprio l’analisi dettagliata di questo “nuovo mondo” aiuta molto a direzionare le ricerche e le tendenze di mercato che devono essere personalizzate per ogni singola azienda per evitare al massimo il rischio di perdita dei prodotti e di accumulare eccessive spese, per esempio per la realizzazione e la presentazione di un campionario. Le ricerche di mercato possono aiutare ad ottimizzare alcuni settori, magari anche di nicchia, per renderli molto più profittevoli rispetto da altri che invece possono far perdere soldi o addirittura far fallire l’impresa e far perdere l’investimento. Ad esempio, il prodotto può andare bene per il mercato di riferimento, ma può essere errata la sua presentazione e la sua comunicazione.
In buona sostanza è indispensabile studiare il consumatore e il suo stile di vita.
Quando si parla di trend strutturali aziendali cosa si intende?
La componente geopolitica è fondamentale. Due esempi: le guerre e non solo in Ucraina e il COVID hanno avuto ricadute sulle scelte di allocazione produttiva dei centri di ricerca e di sviluppo. Uno scenario di globalizzazione estrema ha portato ad una crescente instabilità geopolitica ed al contempo ad un innalzamento delle conoscenze e delle competenze.
C’è poi la componente culturale dove per fortuna alcuni settori del Made in Italy, ad esempio il design, la pelletteria e la moda, mantengono posizioni importanti nel contesto internazionale.
Questi trend geopolitici devono essere tenuti in gran considerazione dalle aziende, perché possono influire sulla produzione e sulla logistica e quindi sui costi. Anche se apparentemente non appaiono di immediato interesse.
Tutto qui? Le imprese italiane in particolare come si dovranno comportare in futuro? Devono aspettare gli eventi esterni e adattarsi, subire i gap di competenze estere e agire come “supplenti” a tutto ciò che le circonda?
Le aziende italiane si riconoscono per la loro flessibilità e capacità di adattamento ai mercati. Sono abili a farsi riconoscere per i prodotti e per il brand di riferimento. In buona sostanza bisogna sempre più anticipare gli andamenti dei mercati.
Le ricerche di mercato devono tener conto anche dei fattori strettamente appartenenti alla vita reale, come budget e ritorno degli investimenti.
Sì. Il marketing, la prudenza e la programmazione la fanno da padroni.
Le tecniche di mercato digitali e le nuove tecnologie hanno cambiato il mondo, influiscono sulle tendenze e determinano le decisioni da prendere oggi, ma anche per il futuro di un’impresa…
In questo mondo digitale degli ultimi tempi, una delle caratteristiche principali del mercato è la diversificazione delle esigenze e la personalizzazione delle soluzioni. Oggi più di prima le imprese devono sapersi “raccontare”, proporsi, promuoversi nel mercato e comunicare in modo corretto. In questo mondo digitale serve il supporto dei giovani e degli esperti capaci di applicare le regole e le parole chiave per raggiungere il target precedentemente individuato.
In questo contesto globale e digitale, quali sono le maggiori difficoltà per un’azienda?
È sempre più difficile mantenere l’immagine del proprio brand, del proprio prodotto e adattarlo allo stile di vita qualunque esso sia: tecnologico, digitale, vintage, minimale, decorativo… non c’è differenza. Ogni stile rappresenta una quota di mercato che logicamente deve essere mantenuta e se possibile ampliata.
Secondo lei quali sono i trend da seguire per l’imprenditore? Cosa si deve fare per stare sul mercato?
Servono le tempistiche corrette. Ogni settore ha le proprie tempistiche da rispettare per le ricerche di tendenza, sia con il campionario e sia con la produzione. È per questo che l’attività di ricerca va fatta in anticipo. Ad esempio, per il settore dell’abbigliamento si parla anche di due anni di anticipo. Per il settore auto si parla di cinque – sette anni. Per questo la ricerca si pone all’inizio del percorso, successiva è la ricerca di materiali, di produzione, vendita eccetera.
Quanto dura l’attività di ricerca di mercato per un imprenditore?
Tutto l’anno. Praticamente sempre perché si sviluppa su tutti i settori dell’impresa, dall’inizio fino alla consegna del prodotto, ad esempio in negozio.
Quanto conta il settore commerciale di un’impresa nelle fasi della ricerca di nuove tendenze di mercato?
Il commerciale è sempre molto importante perché tutti i prodotti hanno lo scopo di essere commercializzati e quindi venduti.
L’imprenditore deve circondarsi di buoni commerciali, oppure deve essere lui stesso non solo imprenditore creativo, ma anche commerciale altrimenti la struttura d’impresa risulta sbilanciata. Fin dall’inizio la fase creativa si deve sovrapporre sempre a quella commerciale, dove la direzione di tendenza delle ricerche di mercato deve interagire e non essere trascurata.
Spesso sentiamo di molti imprenditori che “vanno in giro per il mondo a vedere cosa succede”. Lei cosa ne pensa?
Viaggiare per le strade del mondo è l’attività che da più stimoli all’imprenditore sia per la vendita nazionale e sia per i mercati esteri. Il viaggiare è fondamentale, serve a formare nuove idee per la propria attività.
Abbiamo saputo della sua attività di valorizzazione del Made in Italy nel mondo, in particolare attraverso iniziative promosse dalla nostra Farnesina. Cosa ci dice in proposito?
Il governo italiano attraverso le proprie agenzie di promozione incoraggia il Made in Italy e tutte le società e le aziende italiane che producono i prodotti in Italia. Questo vale per tutti i settori sia attraverso le fiere in Italia che all’estero con esposizioni di rappresentanza, ma anche con attività direttamente di vendita. Questo riduce il rischio di presentarsi da soli in mercati a volte anche difficili e invece, con il contributo e la presenza governativa si focalizza meglio il settore di riferimento anche invitando imprese di interesse per il nostro Made in Italy.
Grazie per le rilevanti indicazioni e per il prezioso tempo che ci ha voluto dedicare. Buon lavoro.
Foto by: The Impressione e fotografo Gianluca Senese