Oggi è la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Le celebrazioni sono iniziate ieri in Corea del Sud, con le “donne del mare”, simbolo di una vita in armonia con l’oceano.
Un’immagine potente, che ci ricorda quanto profondo sia il legame tra l’uomo e la natura. Eppure, quello stesso oceano oggi è in grave sofferenza.
Il tema scelto per il 2025 è la lotta contro la dispersione della plastica nell’ambiente. Ogni anno vengono prodotte 400 milioni di tonnellate di plastica, e circa un terzo di questa quantità è destinato a un solo utilizzo. Il risultato è che enormi quantità di plastica si trasformano rapidamente in microplastiche, contaminando il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e persino l’aria che respiriamo.
Le conseguenze di questo inquinamento sono sotto gli occhi di tutti: se la produzione di plastica dovesse raddoppiare entro il 2040, la quantità di detriti negli oceani quadruplicherebbe nei prossimi 25 anni. A pagarne il prezzo più alto sarebbe la biodiversità marina, già oggi messa a dura prova. Si contano oltre duemila specie marine a rischio, e si stima che più del novanta per cento degli uccelli marini e oltre la metà delle tartarughe ingeriscano plastica, spesso con esiti letali. Gli ecosistemi costieri, dalle barriere coralline alle foreste di mangrovie, sono anch’essi minacciati da questo trend.
Eppure, cambiare rotta è possibile. Secondo il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, riusare, riciclare e ripensare la produzione dei materiali può portare a una riduzione dell’inquinamento da plastica dell’80% entro il 2040. Non si tratta solo di scelte politiche o industriali, ma anche di decisioni quotidiane che riguardano tutti noi.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che ogni gesto ha valore. Non possiamo sottovalutare il ruolo che ognuno di noi può avere per cambiare questo stato di cose. Per questo promuoviamo uno stile di vita più consapevole, nel quale oggetti semplici come una borraccia riutilizzabile o la rinuncia a prodotti superflui in plastica monouso diventano atti concreti di responsabilità. Dobbiamo impegnarci a differenziare i materiali. Come cittadini, con le istituzioni. Insieme.
Sappiamo che la strada è lunga, ma crediamo nel potere delle azioni collettive. Fermare la plastica significa proteggere il nostro futuro, e quel futuro inizia da oggi.