Madibaha: un grande leder carismatico di protesta strutturata e non violenta.
L’importanza storica di Mandela si collega, a doppio filo, alla questione dell’apartheid, la legislazione razzista del Sudafrica che, fino agli anni ’90, ha cercato di suddividere l’etnia Afrikaner, discendente dei coloni olandesi, da tutte le altre.
Nelson Mandela è nato nel 1918 ed è morto nel 2013. Di questi 95 anni, 27 li ha passati in carcere.
Parlare dell’ex presidente del Sudafrica significa, per forza di cose, chiedersi che cosa possa spingere un essere umano a passare, approssimativamente, il 28,42% della sua vita a guardare il mondo dietro a delle sbarre d’acciaio. Questo sforzo può essere compreso solamente rileggendo quello che era il panorama politico dell’Africa meridionale dopo il 1961, anno in cui cessò di esistere “l’Unione sudafricana” e il paese ottenne, di fatto, l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
La legislazione dell’apartheid fu approvata nel 1948, in pieno periodo coloniale dal primo ministro Daniel François Malan, con lo scopo dichiarato di “preservare le culture locali”. Si tradusse immediatamente in un metodo di segregazione della popolazione indigena che, già dall’arrivo degli olandesi nel ‘600, viveva in uno stato estremamente eurocentrico. Quando nel ’61 l’Unione sudafricana cessa di esistere, ci si trova di fronte a uno stato in cui gli europei, che avevano sempre giustificato il loro potere col fatto di essere gli interlocutori privilegiati con l’Europa, si ritrovano a gestire un potere privo di fondamento. La scomparsa dei rapporti coloniali ha portato, pertanto, a una forte polarizzazione dell’opinione pubblica.
Da un lato, infatti, i vecchi dominatori coloniali reagirono con una svolta più conservatrice. Questo è il caso del politico Eugène Terre’Blanche che, nel 1973, fonda il Movimento di Resistenza Afrikaner (AWB), partito di ispirazione neonazista che propugnava, appunto, la superiorità raziale dei coloni bianchi (appunto detti “Afrikaner”).
Mandela fu di capitale importanza in questo contesto perché ebbe la capacità, dovuta al suo grande carisma, di creare un movimento di protesta strutturato e non violento. Fu anche grazie alle manifestazioni di resistenza civile che, contrapposte ai metodi di mobilitazione dell’AWB basati su un’ideologia neonazista e xenofoba, il movimento riuscì a conquistare un ampio sostegno elettorale e popolare tale da permettere il varo di una legge elettorale realmente egualitaria e inclusiva di tutti i sudafricani, disinnescando al contempo le tensioni che si erano venute a creare dagli anni ’60 agli anni ‘80. Da qui i presupposti perché il partito antiapartheid, il “Congresso nazionale africano”, vincesse le elezioni del 1994 con lo stesso Mandela, abolendo la segregazione e restando ininterrottamente al governo fino ad oggi.
Foto di copertina: Nelson Mandela, Presidente del Sudafrica (fonte: Wikipedia)