In questo periodo di crisi energetica, benzina alle stelle, emergenza gas e la necessità di approvvigionamento, e in merito al dibattito sulle politiche economiche strategiche nazionali sempre più indispensabili per il nostro paese, proponiamo due interventi di Enrico Mattei. In questi due interventi si riprendono argomentazioni quanto mai attuali e preveggenti. Analisi su cui riflettere e capaci di prefigurare scenari ancora oggi di riferimento.
Io sono qui per rispondere al vostro appello d’investimenti e per aiutarvi nella lotta contro il sottosviluppo. Non ho paura della guerra in Algeria. Non ho paura della decolonizzazione. Io credo alla decolonizzazione non solo per ragioni morali di dignità umana, ma per ragioni economiche di produttività. Senza la decolonizzazione non è possibile suscitare nei popoli afroasiatici le energie, l’entusiasmo necessario alla messa in valore dell’Africa e dell’Asia. Ora le ricchezze dell’Africa e dell’Asia sono immense. La geografia della fame è una leggenda: è legata solo alla passività, all’inerzia creata dal colonialismo nelle popolazioni autoctone. Faceva comodo al colonialismo incoraggiare la fatalità, la rassegnazione. Io leggo sempre i vostri discorsi e quello che più mi ha colpito è la lotta contro la fatalità e la rassegnazione. Ho lottato anch’io contro l’idea fissa che esisteva nel mio Paese: che l’Italia fosse condannata ad essere povera per mancanza di materie prime e di fonti energetiche. Queste fonti energetiche le ho individuate e le ho messe in valore e ne ho tratto delle materie prime. Ma, prima di far tutto questo, ho dovuto fare anch’io della decolonizzazione perché molti settori dell’economia italiana erano colonizzati anzi, direi, che la stessa Italia meridionale era stata colonizzata dal Nord d’Italia!
Il fatto coloniale non è solo politico: è anche, e soprattutto, economico. Esiste una condizione coloniale quando manca un minimo d’infrastruttura industriale per la trasformazione delle materie prime. Esiste una condizione coloniale quando il giuoco della domanda e dell’offerta per una materia prima vitale è alterato da una potenza egemonica: anche privata, di monopolio e di oligopolio. Nel settore del petrolio questa potenza egemonico-oligopolistica è il cartello. Io lotto contro il cartello non solo perché è oligopolistico ma perché è malthusiano, e malthusiano ai danni dei Paesi produttori come ai danni dei Paesi consumatori. Il cartello è anglosassone, ma io non sono contro il mondo anglosassone. Gli indipendenti americani sono miei amici e hanno molto peso in America e ne avranno ancora di più se ci sarà in America a novembre una amministrazione. Io ho ristabilito la legge della domanda e dell’offerta perché ho tagliato tutti i nodi gordiani, tutte le strozzature («goulots d’étranglement») alla produzione, al trasporto, al raffinaggio, alla distribuzione. Ho visto diminuire la benzina in Italia a 100 lire al litro facendo risparmiare miliardi al consumatore italiano. Voglio far risparmiare anche gli altri se si associano con me. Associandomi con voi tengo conto che voi avete oggi l’interesse di un Paese consumatore ma domani («inshallah») di un Paese produttore. Il cartello vi può creare una raffineria, ma sarà una ciste («un kyste») nel vostro corpo economico. Non vi farà male ma non vi farà neanche bene. «Moi, en tout cas, je ne veux pas “m’enkyster” dans votre corps économique». Io voglio creare qualcosa di più di una raffineria: voglio creare un polo di sviluppo economico nel Sud tunisino. Voi mi avete chiesto delle pompe di benzina Azienda generale italiana petroli: io vi ho offerto una rete di stazioni di servizio e di motel che vi risolverà il problema turistico. Voi mi avete chiesto di farvi una raffineria ed io vi offro una industria petrolchimica. Ma vi offro anche un mercato per l’eccedente della vostra produzione e vi offro soprattutto la parità, la cogestione, la formazione di una élite tecnologica perché non siate il ricevitore passivo di una iniziativa straniera, ma siate soggetto non oggetto di economia.
Io avrò delle critiche in Italia (perché non una raffineria in Sicilia?) e voi subirete delle pressioni angloamericane. Non lasciatevi spaventare. Io non mi sono spaventato; il Marocco non si è spaventato.
Non spaventatevi neanche voi.