Il conte Giulio Litta Modignani
Il conte Giulio Litta Modignani era il tredicesimo figlio del marchese Giovanni Battista, cugino della casata dei duchi Litta di Lainate. Fu educato in casa dal De Cristoforis e ricevette una educazione umanistica. Prese lezioni di disegno dal Sabatelli. Non si considerò mai un artista, ma per diletto trasferì sulla carta, in accurati schizzi le impressioni dei luoghi che visitava e degli eventi a cui assisteva. Nel 1844 conobbe Carlo Bossoli. Con lui condivise lo spirito patriottico e l’amore per il disegno e la pittura.
Le cinque giornate di Milano
Giulio Litta non fu testimone delle cinque giornate di Milano. Al momento dello scoppio della rivolta non era a Milano, ma a Roma dove si era recato per rendersi conto della situazione dopo la concessione della costituzione da parte di papa Pio IX. Alla notizia degli avvenimenti di Milano rientrò precipitosamente per “vedere ad occhio nudo il tricolore sventolare sul Duomo”. Fu la testimonianza di Bossoli e i quadri che realizzò sulle cinque giornate di Milano a rievocare per Giulio Litta lo spirito e le emozioni di quegli avvenimenti.
Partecipazione agli eventi storici
Bossoli assistette agli eventi del 1848 e alla seconda guerra d’indipendenza. Giulio Litta vi prese parte attiva. Entrò infatti nelle file dell’esercito sabaudo come volontario, fu nominato ufficiale di cavalleria e combatté nelle campagne militari del 1848-49. Dopo il rientro degli austriaci a Milano Giulio Litta fece formale richiesta di rinuncia alla sudditanza asburgica e si trasferì a Torino. Partecipò alla guerra di Crimea del 1855. Rientrò a Milano. Lasciò l’esercito sabaudo dopo la vittoria nella battaglia di Magenta del 1859 della seconda guerra d’Indipendenza.
La collaborazione tra Giulio Litta e Carlo Bossoli
A partire dal 1853 Giulio Litta e Carlo Bossoli strinsero una vera e propria amicizia e tra loro si instaurò un rapporto di collaborazione. Durante i suoi viaggi Giulio Litta prendeva nota di situazioni e atmosfere e riportava paesaggi e vedute in accurati schizzi che poi passava a Bossoli. Sulla base di questi appunti l’artista realizzò dei pregevoli dipinti. Famosi sono i quadri sulla guerra di Crimea del 1855, che Bossoli realizzò con grande maestria e perizia, sebbene non avesse partecipato a quella spedizione e quindi non avesse assistito a quelle battaglie. Altre opere furono realizzate a partire dagli schizzi di Giulio Litta o dai suoi racconti. Un esempio sono i dipinti delle cascate del Niagara del 1852 che presero forma dalle descrizioni che Giulio Litta fece a Carlo Bossoli, oppure i paesaggi della Sardegna realizzati grazie agli appunti presi da Giulio Litta durante una missione effettuata al seguito di Vittorio Emanuele II. In altre occasioni Bossoli fece parte della delegazione insieme al conte Litta, come per esempio durante la visita del re Vittorio Emanuele II in Emilia-Romagna effettuata dopo l’annessione al regno di Sardegna.

I diari e le lettere del conte Litta
Recenti ricerche d’archivio nei diari del conte hanno permesso di capire che anche un album di schizzi finora ritenuto di Bossoli è invece da attribuirsi a Giulio Litta. Dagli scritti emerge che il loro rapporto, pur restando sempre formale, andò oltre la semplice committenza: furono legati da una sincera amicizia che durò fino alla morte di Litta nel 1878. Nei suoi scritti Giulio Litta testimonia famigliarità e vicinanza al pittore. Dalle lettere di Bossoli a Giulio Litta traspare la devozione che l’artista nutriva per l’amico. Purtroppo sono andate perdute le lettere di Litta a Bossoli. Il legame tra i due è confermato anche dal fatto che le numerose opere che Bossoli diede a Giulio Litta furono dei regali di cui non c’è traccia nella dettagliata contabilità di Bossoli.
Sensibilità romantica
Giulio Litta e Carlo Bossoli incarnarono la sensibilità romantica del loro tempo, ne condivisero i sentimenti e le passioni e furono testimoni del Risorgimento.
Fonti: Conferenza di Giorgio Picozzi a Villa Litta di Lainate il 16/11/24. Sito Treccani e Wikipedia