Il giorno di Santo Stefano, che segue immediatamente il Natale, ci porta dal calore della Natività alla riflessione sulla testimonianza della fede. È la festa del primo martire cristiano, il diacono Stefano, che ha avuto il coraggio di proclamare la sua fede fino a dare la vita per Cristo. Un passaggio repentino, che ci ricorda come il messaggio di pace e amore annunciato dal Bambino di Betlemme sia profondamente legato alla croce e alla chiamata a una vita di servizio.
Il martirio: testimonianza d’amore
Stefano, pieno di Spirito Santo, ha saputo vivere e morire per ciò in cui credeva. Con le sue ultime parole, ha invocato il perdono per i suoi carnefici, seguendo l’esempio di Cristo: “Signore, non imputare loro questo peccato” (At 7,60). È una testimonianza straordinaria di amore radicale, che ci invita a riflettere sul senso della nostra fede e sulla capacità di perdonare.
Il diacono e il servizio
Come diacono, Stefano aveva un ruolo di servizio nella comunità cristiana. Si occupava dei poveri, degli emarginati, delle vedove, incarnando il cuore del Vangelo: l’amore per il prossimo. La sua figura ci richiama al valore della carità concreta, dell’attenzione agli ultimi, di un cristianesimo vissuto nei gesti quotidiani.
Dal Natale alla testimonianza
Santo Stefano ci insegna che il Natale non è solo una festa di gioia, ma una chiamata alla coerenza. Celebrare la nascita di Cristo significa anche essere pronti a seguirlo nelle scelte di ogni giorno, anche quando richiedono sacrificio. La luce del presepe illumina il cammino di chi, come Stefano, ha il coraggio di testimoniare con la vita la propria fede.
Un invito alla perseveranza
Nella nostra società, dove spesso fede e valori sembrano relegati in secondo piano, Stefano ci invita a non avere paura di vivere in modo autentico ciò in cui crediamo. Non tutti sono chiamati al martirio, ma tutti siamo chiamati a una testimonianza fatta di coerenza, amore e impegno.
Il significato del dono
La festa di Santo Stefano ci porta anche a riflettere sul significato del dono, non solo materiale ma spirituale. È il dono di sé, della propria vita, del proprio tempo per gli altri. Come Stefano ha offerto tutto, così anche noi siamo chiamati a donarci con generosità, portando nel mondo il messaggio di pace e speranza del Natale.
Il seme che porta frutto
La vita di Stefano non si è conclusa con la sua morte. È stata un seme che ha portato frutto, come dimostra la presenza di Paolo tra i suoi carnefici, destinato a diventare uno dei più grandi apostoli del cristianesimo. Anche il nostro impegno, per quanto piccolo, può avere un impatto che va oltre ciò che possiamo vedere.
In questo giorno, mentre la gioia del Natale è ancora viva, ricordiamo che il vero significato della festa non si esaurisce nei canti e nelle luci, ma si realizza nel nostro impegno a vivere il Vangelo. Santo Stefano ci invita a farlo con coraggio, fede e amore, seguendo l’esempio del primo martire cristiano, che ha testimoniato con la vita il messaggio di Cristo.