Professore siamo arrivati alla decima edizione del Congresso della Cardiologia di Rho di cui lei è responsabile scientifico. Sempre qui dai Padri Oblati di Rho e sempre dibattendo fra Aggiornamenti e Controversie. Innanzitutto complimenti, ci vuole proprio una bella costanza…
Il sorriso è professionale e riservato.
Da quanto tempo lavora a questa decima edizione del congresso?
Si inizia da subito, dalla fine del Congresso precedente perché ogni volta ci sono novità. Si tratta di aggiornamenti scientifici e clinici di pubblico interesse, e, appunto come indicato nel titolo del nostro evento, anche Controversie da approfondire.
In questa edizione 2023 cosa è cambiato rispetto a quella dello scorso anno?
Dallo scorso anno sono cambiate tante cose: gli argomenti sono più innovativi, nel senso che abbiamo a disposizione risultati scientifici in grado di avvallare terapie tecnologiche e farmacologiche che oggi sono all’avanguardia.
Per noi preparare un Congresso significa un momento di riflessione e specialmente d’impegno perché quello che conta non è cercare di dare solo informazioni, ma soprattutto formare delle relazioni che abbiano una effettiva novità e un riscontro pratico in considerazione del tipo di pubblico che ci ascolta.
Un passo indietro, ritorniamo al titolo e al merito del Congresso: Aggiornamenti e Controversie in Cardiologia 2023. Dove nasce l’idea l’originale delle controversie? Non è azzardato dibattere e magari scontrarsi su temi delicati…
Il format delle controversie l’ho sempre sposato. Li ascoltavo e li ascolto ancora nelle varie realtà di formazione medico scientifica. Non è una mia invenzione ma un format poco utilizzato perché è certamente molto più semplice fare letture frontali poco contradditorie, della serie “vogliamoci tutti bene”. Nel format della controversia invece noi abbiamo due relazioni che prevedono aspetti quanto meno da discutere e che sono in qualche modo in contrapposizione.
È certamente più impegnativo rispetto al format standard di “autoconvincersi” delle proprie opinioni, spiegare, tirare dritto e non confrontarsi…
Certo. Con il format Aggiornamenti e Controversie si apre un dibattito.
Significa che uno si mette in discussione e talvolta coloro che si trovano da una parte o dall’altra devono considerare i temi trattati da ognuno dei partecipanti. A volte si trovano anche in una posizione difficile da sostenere. Devono sorreggere e motivare le loro posizioni. È quindi una sfida per i relatori quando devono dibattere argomenti del genere.
La cosa interessante è che comunque, alla fine, grazie alla moderazione si arriva ad una conclusione di un messaggio che deve essere univoco per non creare confusione.
Quindi se ci sono Controversie la ricerca è “divergente”? Non vi è un unico punto in comune, un catalizzatore universale?
Le divergenze ci sono perché in medicina non c’è il bianco e il nero e basta, spesso c’è il grigio, poi il grigio che tende al nero e il grigio che tende al bianco. Questo significa che scientificamente non abbiamo delle certezze, sia dal punto di vista della pratica diagnostica e sia, ovviamente, da quella terapeutica. Ed è proprio lì che è giusto confrontarsi e spesso si osserva, poi, valutando sia la parte scientifica che la parte tecnica, quindi di pratica, come cambiano anche alcuni atteggiamenti. Si riflette insieme. Dubitare è comunque importante nella scienza.
Non avere certezze permette di proseguire nella ricerca in generale e nella ricerca di un oggetto che sia univoco.
Intelligenza artificiale. Paure e preoccupazioni.
L’Intelligenza Artificiale naturalmente spaventa chiunque. Spaventa noi medici e quindi nel suo complesso l’applicazione in tutta la medicina, come del resto in tutte le altre attività. La paura non è quella dell’Intelligenza Artificiale in quanto tale, ma di essere sostituiti dalla stessa. È ormai chiaro come una macchina grazie agli algoritmi e alla tecnologia può essere molto più veloce dell’uomo.
E a tal proposito, quali considerazioni ulteriori sull’Intelligenza Artificiale?
La prima considerazione è innanzitutto quella di pensare all’intelligenza artificiale come uno strumento per poter eseguire alcune attività che altrimenti l’uomo farebbe comunque, ma in tempi più lunghi.
La seconda considerazione è quella di mettere l’intelligenza artificiale al servizio dell’uomo, come succede per qualunque tipo di macchina che abbiamo a disposizione.
Terza considerazione è quella di far fare all’intelligenza artificiale il “lavoro sporco”. Nel nostro caso di medici si tratta di far fare alla IA quello che il medico può fare ma che richiede tempo.
Quindi l’Intelligenza Artificiale è accettabile e anzi va perseguita anche perché, come è stato detto nel convegno, si rischia altrimenti di essere tagliati fuori da questa realtà. È un concreto dato di fatto, da accettare. Certo bisogna regolamentarla e utilizzarla al meglio.
Nello specifico in cardiologia, come si presume possa essere utilizzata?
Può essere utilizzata, ad esempio, per quanto riguarda il discorso sulle aritmie. Nello specifico risulta interessante perché, laddove ci sono segnali elettrici difficili da interpretare poiché sono ricchi di “rumore”, un algoritmo matematico è invece in grado di estrarre un dato positivo proprio da tutta una serie di segnali che per l’uomo diventano difficili o lunghi da analizzare. Ed è solo per fare un esempio, e, siamo solo all’inizio…
Il cuore sempre al centro…
Sì. Bisogna avere a cuore il cuore.
Sembrerebbe un tautologismo, ma bisogna prendersi cura del cuore in tutti i sensi, sia dal punto di vista delle coronarie e del muscolo e sia dal punto di vista che noi attribuiamo al cuore, ovvero le emozioni, l’etica e l’amore.
Professore, in conclusione. La domanda segreta. Quella che non le hanno mai rivolto ma che lei avrebbe voluto le ponessero. Con relativa risposta.
Mi piacerebbe che le persone mi chiedessero: “Che cosa si può fare per vivere più a lungo?”
La risposta può sembrare logica e scontata ma è quella di scegliersi dei genitori longevi. Questo significa quanto sia essenziale la genetica.
Sono importanti la prevenzione e la cura, ma va data importanza al fatto che se una persona è geneticamente messa bene, può vivere la vita in maniera anche diversa.
Grazie Prof. Arrivederci al prossimo anno. Buon lavoro.