L’esperienza sessuale
Quanto affermato al termine del precedente paragrafo non vuole imbrigliare l’esperienza sessuale in un’esperienza strutturata di vita di coppia o di relazione stabile codificata, ma si vuole porre l’accento sul momento di forte relazione che permea l’incontro sessuale.
Riconoscendo la pienissima libertà di scelta nel praticare le diverse forme di espressione della propria sessualità, si ritiene una forzatura ridurre le persone con disabilità alla sola risposta genitale a fronte di richieste esistenziali quali appartenere ad una relazione affettiva.

Ulteriore discriminazione
Si tratta, se protratta in via esclusiva, di una ulteriore discriminazione basata sulla disabilità.
Se ogni cittadino è libero di incontrare una persona di un sesso differente, come dello stesso sesso e scegliere su base consensuale come far evolvere la relazione in tempo, durata, intensità e frequenza… l’esperienza delle persone con disabilità rischia di essere ridotta a un trattamento, ben differente da quello che la generalità delle persone vorrebbero per sé.
Riconoscere e partecipare
Includere il concetto di affettività a quello di sessualità, significa scegliere di investire nella costruzione di relazioni possibili, libere e autodeterminate, al di fuori dei perimetri solitamente destinati alle persone con disabilità.
Significa riconoscere che le persone con disabilità hanno l’opportunità, oggi più che mai, di partecipare alla vita della società, di entrare nei luoghi in cui tutti esprimono la propria socialità e di confrontarsi paritariamente sul piano effettivo.
Luoghi e relazioni
Questo può accadere a patto, ovviamente, che le persone siano preparate e che i luoghi in cui la relazione avviene siano stati capacitati, attraverso un’azione di forte contaminazione da parte di una cultura profondamente inclusiva.
Accadrà comunque, e con ovvia frequenza, che una eventuale “scintilla” scocchi tra persone con caratteristiche simili.
Questo succede nella generalità dei casi a prescindere dalla disabilità dei protagonisti.
Ma può accadere che un profondo senso di amicizia, di affetto, di condivisione possa nascere da persone con e senza disabilità. Senza che debba sfociare in altro che in sincero affetto.