In questa frase c’è tutto Giordano Bruno: “Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam” ossia “Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla”. La sua forza e il suo coraggio, il suo amore per la libertà.
Tutti ne conoscono il nome, molti la sua tragica fine, pochi ricordano come e perché Giordano ha costruito negli anni il suo tragico destino. Innamorato del sapere e della libertà non ha esitato a formulare teorie filosofiche innovative e di vero scontro con le posizioni dell’establishment del suo tempo. La Chiesa cattolica in prima istanza, un avversario veramente troppo forte e assai pericoloso.
È facile essere sedotti dal personaggio Giordano. Per la sua forza interiore, il suo coraggio, la modernità del suo pensiero. Ve lo propongo, certo che poi vorrete approfondire il tema, ingolositi anche dalla sua storia personale e dalla sua vicinanza ad argomenti assai intriganti come le mnemotecniche e soprattutto la magia. Badate bene, Giordano era tutto tranne che un ciarlatano o un esaltato. Aveva un suo spessore culturale e scolastico ed era costantemente impegnato in studi scientifici, oltreché filosofici. Alla scienza attribuiva infatti un’importanza enorme. Scopriamolo un po’, proprio quel tanto che basta per farvi prendere dalla sua rete…
Giordano è uomo del Rinascimento, fase di grande innovazione culturale in Europa. In questo periodo si assiste a notevoli trasformazioni in ogni campo del sapere e delle arti, dalla filosofia alla scienza; proprio per questo Giordano è uomo eccezionale ma alle volte confuso nel suo stesso pensiero, probabilmente affetto dalla brama di scoprire tutto e sempre di più.
Giordano nasce con il nome di Filippo a Nola, vicino a Napoli, nel 1548. Il nome lo trasforma in Giordano diventando domenicano, le idee non le cambierà più. Certo mai avrebbe immaginato per sé un futuro così complesso ma di così grande portata, tanto da lasciare un’impronta profonda nel pensiero occidentale.
Si mette rapidamente in mostra per il totale rifiuto delle teorie tradizionali del Cosmo e della religione. Propugna la tesi che vuole l’universo infinito, costruito da un numero di mondi parimenti infinito. Attenzione. Questa tesi, nota come” infinito universo”, ha una grave pecca. Contraddice la concezione geocentrica dell’epoca e costituisce una sfida diretta alla teologia cristiana e alla visione aristotelica del mondo.
Ma non fa solo filosofia. Trova il tempo di scrivere anche un trattato sulle mnemotecniche (Opere mnemotecniche), precursore di moderni guru presenti oggi in internet che spesso rivendono le sue idee rivestendole con parole inglesi.
Giordano, compie un altro grave errore per il suo tempo (e non solo). Si batte per la libertà di pensiero e sostiene, povero ottimista e onesto intellettuale, che la verità poteva essere scoperta da ciascuno attraverso un libero percorso spirituale quindi non solo abbracciando un unico credo religioso, in particolare quello cattolico dominante. Affermazione pericolosissima e assai radicale per un tempo contraddistinta da persecuzioni religiose.
Giordano non si ferma e come uno schiacciasassi rinascimentale attacca le teorie dominanti, nessuna esclusa e così facendo sistema ramo dopo ramo la catasta di legna che servirà ad arderlo vivo.
Sosteneva, tra altro, il “panpsichismo“, in base al quale le cose dell’universo sono animate da uno spirito o un’anima che contraddiceva la separazione tra la natura e l’umanità propugnando anche una connessione tra gli esseri viventi, nessuno escluso.
Non bastasse quanto abbiamo già visto, affermava pure la necessità di adottare il metodo scientifico e sosteneva l’importanza della ragione. Convinto che il sapere dovesse arrivare dalla osservazione e dalla logica finisce per scontrarsi anche con le autorità accademiche.
Che abbia pronunciato lui per primo la frase:” tanti nemici tanto onore”?
Giordano non si ferma nella sua esplorazione del mondo, non indietreggia e non rifiuta le provocazioni, anche quelle artatamente costruite dagli emissari della Chiesa.
Si interessa infine anche di magia e di occultismo che, a un certo punto della sua vita, mette al centro del suo pensiero. Si convince che la magia sia un modo per mettersi in contatto con le forze spirituali che animano il mondo e così arrivare a conoscere tutti i segreti dell’universo.
Giordano, certo era consapevole dei pericoli che correva, ne aveva già schivati alcuni assai gravi ma, nonostante ciò, continuò con queste sue idee sulla magia che completarono il quadro che le autorità religiose stavano dipingendo su di lui.
Ora siamo nel 1591. Giordano, di ritorno da un lungo viaggio in Europa, fu arrestato a Venezia dietro ordine dell’Inquisizione e portato a Roma con l’accusa di una visione eretica dell’universo, infinito e costituito da innumerevoli mondi che contraddiceva la dottrina cattolica del tempo. Incarcerato dovette subire un processo lungo sette anni che portò dritto dritto (avevate dubbi?) alla condanna per eresia e apostasia. Lo zampino finale ce lo mise il cardinale Roberto Bellarmino, lo stesso che dopo poco tempo istruì il processo a Galileo Galilei. Agì su indicazione di Papa Clemente VIII.
È in questa occasione che Giordano pronuncia la sua frase più famosa: “Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam”. Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla. Quando la pronuncia è in ginocchio, ha appena ascoltato la sentenza emessa l’8 febbraio 1600. Subito dopo gli sarà chiusa la lingua in una morsa affinché non possa più parlare. Il Potere è forte ma spesso ha paura!
Ha così paura che mette subito all’indice dei libri proibiti tutte le opere di Giordano. Nessuno potrà più leggerle senza rischiare la vita.
Il potere poi sa essere crudele, scientificamente crudele, strumentalmente crudele. A monito di tutti gli eventuali emuli, Giordano Bruno è portato al Campo de’ Fiori, ormai nota piazza di Roma, e qui bruciato vivo. È il 17 febbraio 1600.
Giordano Bruno, a dispetto di chi lo volle far tacere per sempre, indipendentemente da ciò che predicava è divenuto un martire per la libertà e un’icona del coraggio del pensiero libero. Ha lasciato un’eredità importante, fortunatamente raccolta da pensatori come Galileo Galilei e Niccolò Copernico che hanno saputo trasformarla in concrete scoperte scientifiche.
Dopo aver fatto mia la storia di Giordano sapete cosa ho fatto? Ho inserito nel mio calendario di Outlook la data del 17 febbraio con ripetizione ogni anno, come se fosse il compleanno di un amico. Mi ricorda che non è scontato vivere in un paese dove ciascuno di noi può parlare liberamente, scendere in piazza e manifestare pacificamente per le proprie idee, qualsiasi esse siano, anche le più stupide, false e strumentali. Questa è libertà, questa è democrazia.
Foto di copertina – Wikipedia: foto del monumento a Giordano Bruno nella piazza romana di Campo de’ Fiori, dove fu arso vivo, opera bronzea dello scultore Ettore Ferrari (1889)
Fonti
- Giordano Bruno e Tommaso Campanella di Aniello Montano
- Wikipedia
- Internetculturale.it