Riproponiamo l’articolo del nostro collaboratore Mattia Micheli.
Festival dell’Economia di Trento: Il Generale Graziano e la necessità di “grande network della difesa”
Generale Claudio Graziano. Dal 2022 è Presidente di Fincantieri e di Assonave. È stato Presidente del Comitato Militare dell’UE, Capo di Stato Maggiore della Difesa, dell’Esercito e Comandante della missione UNIFIL, oltre ad aver ricoperto altri ruoli di comando in ambito internazionale. Laureato in Scienze Diplomatiche e Internazionali, insignito di numerosi encoomi, decorazioni e onorificenze è autore di numerosi libri, studi e articoli.
Al festival dell’Economia di Trento, organizzato dal Gruppo Sole 24 ore e da Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell’Università di Trento, ha partecipato anche il Generale Claudio Graziano nell’incontro dal titolo “Le nuove armi che cambiano il destino delle guerre”.
Come racconta Lucia Annunziata all’inizio della conferenza, “Il generale Graziano è un militare che non fa paura, ma che, se lo si ascolta, dice anche cose interessanti e vere”.
L’attuale presidente di Fincantieri, il generale degli alpini Claudio Graziano sembra essere una persona mite, posata, dallo sguardo intelligente e dai gesti pacati.
La sicurezza, dice lui, non dipende unicamente dai militari e dalle loro capacità. Lo sviluppo di tecnologie belliche infatti ha ripercussioni sulla stabilità globale giacché, come dice lo stesso graduato, “la protezione dalle minacce è anche prevenzione”. Già dai tempi di Cicerone il motto è stato si vis pacis, para bellum, “se vuoi la pace, stai pronto alla guerra” e “l’Europa su questo fronte è rimasta indietro”.
Se da una parte la Cina di Xi e l’India di Modi stanno sviluppando tecnologie belliche e impianti industriali autonomi, ciò non vale per l’Europa, che rischia di divenire un “vaso di coccio tra i vasi di metallo”.
Le parole d’ordine sono diventate ormai tre: automazione, efficienza, intelligenza.
La ricerca per le armi che in futuro cambieranno il corso delle guerre è improntata alla generazione di armamenti, i primi nella storia, in grado di decidere da sé chi colpire. Già millenni prima di Graziano un altro generale, Sun Zu, nel suo celebre “L’arte della guerra” aveva parlato della questione assai complicata delle conoscenze sui campi di battaglia e di come esse siano delle armi in grado di ribaltare gli esiti delle guerre. Era l’epoca delle catapulte e delle frecce, ma oggi, nell’età dei Leopard e di Iron Dome, strumenti che richiedono un’alta formazione per essere compresi e utilizzati appieno, ciò diventa ancora più vero.
Accanto alle armi prodotte in serie negli stabilimenti industriali di nuova concezione, dunque, è altresì di fondamentale importanza accumulare “vantaggio intellettuale” avviando nuovi piani di ricerca e sviluppo che coinvolgano interamente l’area atlantica. L’idea del generale è che, per essere veramente efficienti, “le armi debbano essere comuni a tutti gli eserciti NATO”, creando una sorta di “grande network della difesa” che ci permetta di non rimanere indietro rispetto ai nostri concorrenti. Lo sviluppo della Politica Europea di Sicurezza, accanto all’Alleanza Atlantica, è ormai una questione di fondamentale importanza e, certamente, una delle grandi sfide dei prossimi anni.
Foto di copertina fonte: difesa.it