Nel solco della tradizione del Vangelo secondo Matteo, scintilla un momento spesso dimenticato nell’assordante frastuono post-natalizio: l’Epifania. Una tregua nel tumulto delle feste, un invito a riflettere sul significato autentico del Natale, che va al di là delle luci sfavillanti e dei saldi sugli scaffali.
I Magi, figure misteriose provenienti dall’Oriente, giunsero a Gerusalemme chiedendo del Re appena nato tra i Giudei. La loro ricerca non era vana, essi seguirono la stella luminosa fino a Betlemme, portando doni simbolici intrisi di significati: oro, simbolo di regalità; incenso, simbolo della divinità; mirra, simbolo della sua umanità e sacrificio.
Mentre il racconto menziona doni multipli, il numero preciso dei saggi rimane avvolto nel mistero. Tuttavia, la tradizione ha intessuto nomi e reliquie, con la cattedrale di Colonia in Germania che custodisce solennemente ciò che si presume siano le ossa dei saggi: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
L’Epifania, segnata dalla Dodicesima Notte, sottolinea il termine dei dodici giorni di celebrazione natalizia. Un punto cruciale che in America, spesso, è offuscato dall’accento commerciale mirato al periodo pre-Natale.
In molte culture europee, si tramanda il gesto dei bambini di lasciare le scarpe fuori la notte precedente l’Epifania, sperando di trovarle riempite di doni al risveglio. Altri, invece, preparano la paglia per i destrieri dei Re Magi.
Nel Messico meridionale, il 6 gennaio è un giorno speciale: i regali vengono aperti per celebrare l’arrivo dei Magi, portatori di doni per il Bambino Gesù.
Le chiese protestanti prolungano il periodo dell’Epifania fino al Mercoledì delle Ceneri, avviando così la Quaresima. Le sei domeniche che ne seguono sono note come “il tempo della manifestazione”, culminando con la domenica della Trasfigurazione.
Un’antica tradizione inglese, il lunedì dell’aratro, segna l’inizio della stagione dell’aratura invernale. Questo rito, particolarmente radicato nei piccoli villaggi rurali, rappresenta il ritorno al lavoro dopo le festività natalizie.
Infine, vale ricordare che, secondo il racconto evangelico, dopo la visita dei Magi, Giuseppe sognò la fuga in Egitto. È plausibile supporre che Gesù avesse intorno ai due anni al momento della visita dei saggi, non essendo la visita avvenuta esattamente dodici giorni dopo la sua nascita.
Così, nell’aria invernale ancora impregnata di festività, l’Epifania si erge come un faro, invitando a riflettere sul vero significato di questo periodo, oltre il frastuono dei consumi e delle feste commerciali.