La necessità di convogliare l’acqua
L’acqua è un elemento essenziale per la vita dell’uomo.
Per questa ragione i primi insediamenti umani si stabilirono in prossimità di corsi d’acqua o di bacini. Quando l’aumento della popolazione e lo sviluppo dell’economia portarono alla necessità di dissodare nuovi terreni non sempre vicini a fiumi e torrenti, ne derivò l’esigenza di portare l’acqua a zone sempre più distanti dai corsi d’acqua. Nacquero così i primi canali per l’irrigazione: una necessità imprescindibile, nota a tutte le comunità umane.
Utilizzo dei canali artificiali
Il trasporto dell’acqua nei territori asciutti e l’irrigazione dei campi fu solo uno degli utilizzi dei canali. Un altro importante impiego fu nella bonifica dei terreni paludosi: il drenaggio delle acque avveniva attraverso i canali scolmatori che convogliavano le acque degli acquitrini verso il mare prosciugando le aree malsane.
L’acqua dei fossati fu impiegata come forza motrice per far muovere le macine dei mulini, successivamente quella convogliata nelle condotte servì per far girare le turbine e dare energia alle fabbriche.
Un altro importante impiego del passato fu per la navigazione interna. Anche Leonardo da Vinci studiò il perfezionamento del sistema delle chiuse, necessarie per superare i dislivelli e rendere navigabili alcuni canali, detti navigli. Fu così possibile sfruttarli per il trasporto di merci e materiali.
Da ultimo i canali ebbero anche una funzione di difesa.
Sviluppo della rete di canali
Nel medioevo i liberi comuni e le signorie fecero scavare alcuni dei più importanti canali artificiali italiani: il Naviglio Grande bresciano (che la tradizione vuole scavato a partire dall’anno mille), il naviglio Grande e il naviglio della Martesana (detto anche naviglio piccolo) a Milano.
Sulle chiatte che solcavano le acque dei navigli vennero caricati i materiali da costruzione per lo sviluppo urbanistico di Milano e i blocchi di marmo di Candoglia per la Fabbrica del Duomo.
La costruzione dei canali è continuata nei secoli. In Piemonte il canale Cavour, lungo 80 km, fu realizzato tra il 1863 e il 1866 per l’irrigazione della pianura fra il Ticino e il Sesia per un totale di 200000 ettari.
Dopo l’unità d’Italia furono realizzati il canale Villoresi che scorre a nord di Milano e il canale Virgilio che prende le acque dal Mincio.
Negli ultimi decenni, è stato realizzato il canale Emiliano-Romagnolo con presa dal Po per l’irrigazione di gran parte della pianura fra Bologna, Forlì e Cesena.
I canali e i nuovi utilizzi
Oggi i canali non sono più utilizzati per il trasporto dei materiali, ma sono sempre fondamentali per l’agricoltura. Oggi più che mai l’irrigazione è necessaria nei lunghi periodi di siccità, dovuti ai cambiamenti climatici e la gestione delle acque è sempre più urgente. Recentemente lungo le rive dei canali sono state create delle aree molto appezzate come polmoni verdi, per fare sport o per una passeggiata come il parco lungo il Villoresi a Lainate con la pista ciclabile che va dalla presa di Panperduto sul Ticino fino a Monza.
Le rive dei canali sono diventate preziose aree per la conservazione della biodiversità, lo svago e lo sport.