Siamo nuovamente ospiti di Antonio Schiavano, nel suo atelier “10 Watt” a Milano, uno studio fotografico ma anche un sito per eventi molto glamour. Siamo soli ma tra poco sarà baraonda. Un servizio su alcuni prodotti di un famoso brand incombe. Approfitto dei pochi minuti che ci rimangono per carpire i segreti di Antonio.
Antonio parliamo di foto che appartengono al genere still life. Ne vediamo molte che cercano la nostra attenzione dai bus, dalle pareti dei palazzi, dalle locandine ma…Saranno effettivamente di qualità?
Per realizzare delle belle fotografie di still life, occorrono tre qualità fondamentali: pazienza, creatività e un’ottima gestione delle luci. Considerate che è possibile fotografare qualsiasi cosa, da un semplice bicchiere d’acqua a una stanza arredata;


Il compito del fotografo sarà quello di trasmettere un’emozione attraverso la rappresentazione di un oggetto quotidiano. Questo genere fotografico è senza tempo e spesso, per renderlo più emozionante, ci si ispira a composizioni e luci di opere pittoriche.
La fotografia di still life è tra le più richieste in ambito commerciale, ed è anche una delle più complesse, poiché richiede una profonda conoscenza di come ogni materiale risponde alla luce. Che si tratti di vetro, acciaio, specchi o materiali preziosi, il fotografo dovrà saper evidenziare al meglio ogni dettaglio per fornire al consumatore un’immagine precisa del prodotto. In particolare oggi, con l’aumento delle vendite online, le immagini devono essere impeccabili per convincere all’acquisto.
Antonio, facci capire meglio. A cosa punta la fotografia still life, quali emozioni vuole scatenare o solleticare?

Nel campo della pubblicità le immagini, oltre a rappresentare la realtà, dovranno evocare emozioni per suscitare il desiderio di acquisto del prodotto. Tutto dovrà essere perfetto, piacevole e privo di difetti. La fotografia di still life richiede tempo e pianificazione. Non si tratta di uno scatto rapido, ma di un lavoro studiato nei minimi dettagli. È utile preparare una scheda tecnica che descriva il tipo di ottica, le luci, gli sfondi e altri accorgimenti utili per ottenere lo scatto desiderato. Questa scheda sarà preziosa se in futuro il cliente vorrà ampliare il catalogo di prodotti mantenendo lo stesso stile fotografico.
La fotocamera sarà essere montata su un treppiede stabile. Se si scatta con tempi lunghi, è consigliabile usare un telecomando remoto per evitare il movimento della fotocamera e quindi il rischio di immagini mosse. Essendo lo stesso dotato di un cavo abbastanza lungo, sarà utile anche se fotografate superfici lucide e specchianti, evitando così il vostro riflesso.
Antonio, ma queste fotografie così complesse dove sono realizzate normalmente?
Sebbene la fotografia di still life si realizzi solitamente in studio, può capitare di dover fotografare direttamente presso l’azienda del cliente, soprattutto se il prodotto è di grandi dimensioni o delicato.


In questi casi, è utile effettuare un sopralluogo per pianificare al meglio l’attrezzatura necessaria. Quando iniziate a progettare il vostro scatto still life, ricordate di pensare prima al messaggio che si intende trasmettere, allo sfondo e in ultimo alla scelta e al posizionamento delle luci. Immaginate il set come una tela bianca su cui creare una composizione. Un buon consiglio è quello di avvicinare gli oggetti più possibile, magari sovrapponendoli, evitando di disporli in modo schematico e distanziato.
Antonio, più parli e più mi convinco che questo genere di fotografia è assai complesso da realizzare. Non è certo per dilettanti assoluti ma credo anzi appartenga a una ristretta cerchia di professionisti. Puoi dare qualche suggerimento, qualche trucco che può aiutare i tuoi colleghi magari già esperti in altri generi che si accostano allo still life?
Certo Giulio. Eccone alcuni. Le composizioni più semplici si possono realizzare su uno sfondo bianco e luminoso. Un metodo efficace è utilizzare un foglio di plexiglass con un lato lucido, utile a creare riflessi. Posizionatelo su due cavalletti e se il plexiglass è più grande di 50-60 cm rinforzate la struttura con aste di metallo o legno. Al di sotto del plexiglass, posizionate una fonte luminosa, solitamente meno intensa della luce principale, e sopra di essa un softbox. In alternativa, se sprovvisti di softbox, create una “gabbia di luce” realizzata con pannelli di polistirolo o cartoncini bianchi, in uno di questi create un varco e direzionate la luce verso una delle superfici bianche, la luce rimbalzerà su tutti i lati e creerà una illuminazione uniforme.


Con il plexiglass e gelatine colorate potrete realizzare immagini sempre diverse sia con i prodotti sdraiati, sia in piedi.








Per oggetti trasparenti come profumi e bicchieri o silhouette come forchette e similari, questa illuminazione di base può essere sufficiente per creare tridimensionalità. Gli oggetti vengono solitamente posizionati sdraiati per dare l’impressione che fluttuino. Se ci sono bolle d’aria all’interno di una bottiglia, è sufficiente utilizzare un piccolo oggetto trasparente per sollevare leggermente la parte superiore del tappo e nascondere la bolla dietro il marchio. Le scritte o etichette sul retro di oggetti trasparenti, come bottiglie di vino, vanno eliminate per non creare confusione nell’immagine: di solito sono adesive oppure si possono eliminare con diluenti come l’acquaragia, facendo prima una prova su un un lato non visibile, per non rovinare completamente il prodotto.
Non avrei mai immaginato…Perdona ora la mia banalità. Ma il fotografo e soprattutto la sua macchina fotografica come si muovono per cogliere riflessi, sfumature e altro ancora? Altri suggerimenti ne puoi dare?

La macchina fotografica andrà posta quasi parallelamente al plexiglass su un cavalletto stabile: online è facile trovare accessori per realizzare il tutto. Questo tipo di illuminazione è già sufficiente, ma se l’oggetto non fosse solo vetro, ma dovesse presentare delle scritte stampate su carta, o superfici in plastica o materiale lucido, è sufficiente porre degli specchi o cartoncini bianchi molto vicini all’oggetto, ma al di fuori dell’inquadratura; in modo da riflettere sull’oggetto la luce proveniente dal plexiglass, creando delle curve luminose interessanti fotograficamente.
Se gli oggetti non sono trasparenti, oltre alla luce principale posizionata in basso, consiglio di aggiungere un’altra luce diffusa o puntiforme, a seconda della superficie del materiale: se è liscia o lucida consiglio sempre un bank di dimensioni non molto più grandi degli oggetti da fotografare, se invece è ruvida è molto meglio utilizzare una luce spot per evidenziarne la porosità.
Evitate di posizionare la luce frontalmente per non appiattire l’oggetto. Utilizzate specchietti o cartoncini per riflettere la luce nelle zone d’ombra. Se volete fotografare gli oggetti in piedi, scegliete un piano d’appoggio e uno sfondo che andrà illuminato e tenuto distante dal soggetto da fotografare. Per esempio, se volete creare una foto di food ispirata a Caravaggio, utilizzate un vecchio asse di legno come piano d’appoggio e uno sfondo scuro realizzato magari da voi con un telo colorato utilizzando 2-3 spruzzini riempiti di colorante.
Utilizzate una luce principale in semi controluce e una luce con griglia per illuminare lo sfondo.


È importante ricordare che la messa a fuoco è fondamentale in uno scatto still life. Potete decidere di mettere a fuoco solo una parte del soggetto lasciando il resto sfuocato, creando così un’immagine molto emozionante.


Se si vuole mettere a fuoco una scritta o un’etichetta, assicuratevi che siano completamente leggibili, soprattutto se il brand è poco conosciuto.


Un’altra soluzione potrebbe essere quella di realizzare 2 immagini, una a fuoco e una sfuocata che andranno assemblate con Photoshop, ricordando sempre che aprendo il diaframma gli oggetti saranno più grandi, rispetto ad una immagine completamente a fuoco.


Ricordate che prima di scattare è fondamentale pulire accuratamente gli oggetti per eliminare polvere e impronte, riducendo così il lavoro di post-produzione.

Anche con uno sfondo nero si possono ottenere immagini suggestive, soprattutto utilizzando un telo di velluto, che assorbe le ombre e fa risaltare i colori del soggetto.



Mi sono trattenuto sino ad ora, ma a questo punto devo proprio chiedere. Le luci Antonio? So che per un fotografo la gestione della luce o delle luci è fondamentale. Per questo genere di foto cosa ci puoi dire?
La sfida principale è creare un’illuminazione artificiale che imiti la luce naturale. Cercate di riprodurre ombre realistiche, come quelle create dal sole. È importante che la luce principale crei un’ombra definita, mentre le altre luci secondarie devono soltanto ammorbidire o schiarire le ombre, ma senza proiettarne di nuove: il compito della luce di schiarita è proprio quello di abbassare il contrasto e di rendere visibili i dettagli anche nelle ombre. Per questo scopo potete utilizzare luci diffuse, pannelli riflettenti e specchi.

Per l’illuminazione, evitate luci LED economiche, difficili da controllare. Delle semplici lampade al tungsteno, non solo sono molto più concentrate rispondendo meglio fotograficamente, ma con la loro temperatura colore di 2700-3200 K, risultano anche più adatte a creare atmosfere calde, come quelle delle foto di food. Immagini accattivanti si possono realizzare mescolando fonti luminose calde e bianche come quella proveniente dalla luce di una finestra.
Se utilizzate flash con lampade pilota al tungsteno, invece di utilizzare il solito tempo di 1/125, utilizzate tempi lunghi – da 1/4s in giù, in base al diaframma utilizzato, avrete modo di vedere che l’illuminazione della pilota scalderà l’immagine soprattutto nelle zone scure, alleggerendo le ombre.
Come punti di riferimento considerate questi valori, ma nulla toglie che si possono mescolare le fonti luminose per creare immagini d’effetto.

- luce del sole a mezzogiorno: 5500 K
- luce del sole all’alba o al tramonto: 2000 – 4500 K
- sole e cielo terso: 6000 – 6500 K leggermente bluastra
- cielo coperto: >6500 K
- lampada ad incandescenza: 2800 – 3200 K luce calda
- lampada ai vapori di mercurio: 3000 – 3500 K
- lampade alogene: 3200 – 4300 K
- lampade fluorescenti > 6000 K luce fredda
- flash: 5500 luce bianca

Infine, un trucco interessante per creare immagini d’effetto è usare una torcia tascabile. In una stanza buia, impostate la fotocamera su esposizione lunga e con movimenti rapidi dall’alto verso il basso “pennellate” gli oggetti con la luce della torcia, evitando di puntarla direttamente sull’obiettivo.
Per congelare il movimento e soprattutto gli schizzi d’acqua, si deve necessariamente lavorare con i flash, e per avere la massima rapidità del lampo i risultati migliori si ottengono utilizzando i flash non alla massima potenza, ma dalla metà in giù. Il tempo della macchina, se le pilote sono spente, non influisce; il diaframma sarà molto chiuso per avere più incisione possibile sulle gocce.




Ulteriori accessori fondamentali per le foto di still life sono il filo di nylon, la plastilina per fissare i vari oggetti soprattutto quando lavorate in pianta, nastro di carta, gelatine colorate, specchi di varia forma, anche rotti vanno benissimo perché il riflesso frastagliato può aiutarvi in tante situazioni.
Non ho voluto dare consigli sul tipo di macchina o scelta degli obiettivi, perché penso che agli inizi qualsiasi obiettivo vada bene. L’unico accorgimento iniziale è quello di utilizzare ISO più bassi possibili e osservare molte foto realizzate da professionisti dello still life per studiarne attentamente il punto di ripresa, il diaframma utilizzato, la composizione e soprattutto le luci principale e secondaria, ma anche il tipo di illuminazione: morbida, spot o entrambe. Successivamente, quando avrete capito la tecnica, il mio consiglio è quello di fare un bel reset e cimentarvi nel realizzare le cosiddette “foto sbagliate”, decisamente molto più uniche e originali.
Grazie Antonio. Rimango ancora un po’ qui al tuo “10 Watt” a godermi l’atmosfera. Ci vediamo presto, anzi ci fotografiamo presto.
Foto di Antonio Schiavano