Le aderenze con il Rugby
Un buon rugbista non si troverebbe mai in difficoltà a fare una lezione di Sambo Combat di lotta a corpo a corpo
Intervista esclusiva
Parlare con qualcuno che conosce l’attività di cui ci si occupa è sempre gradito.
Quando si ricevono complimenti a maggior ragione c’è soddisfazione.
Quando poi si tratta di realizzare un’intervista con una persona preparata e competente, allora è un piacere ancora prima di iniziare…

Olsi Krutani vive a Milano da diciassette anni, parla correttamente sei lingue, è giornalista europeo accreditato, ed è un lottatore.
Si occupa di difesa russa ed è il Presidente della Federazione Italiana Lotta Sportiva Corpo a corpo che viene incorporata nella Associazione Sportiva Dilettantistica Nazionale.
Oggi è Vicepresidente della Federazione Internazionale sport di combattimento corpo a corpo (HSIF) e responsabile del comitato europeo per la promozione della disciplina Corpo a Corpo in Europa
Olsi buongiorno. Parlaci di te e della difesa personale russa. Di cosa si tratta?
“Ho quasi quarantaquattro anni e alle spalle un percorso di arti marziali iniziato quando avevo sei anni.
Sono partito da piccolo con la lotta classica stile libero, poi mi sono approcciato al judo e al Sambo Combat, che poi ha determinato la mia carriera sportiva.
Sambo Combat e Lotta Corpo a Corpo…
“È la difesa personale russa, deriva dal Sambo e dalla Lotta Corpo a Corpo che sono nate è sviluppate nell’Armata Rossa e poi nell’esercito sovietico.
Viene anche praticato a livello agonistico. Accomuna un po’ le arti marziali moderne e comprende forme di attacco e lotta. Oggi lo insegno in Italia da talmente tanti anni…
Il Paese in cui mi sono integrato e ho nel cuore.
L’Italia è una terra di opportunità, un paese dove l’umanità è visibile”.
Dove insegni?
“Ho iniziato nelle palestre, poi nel 2013 ho aperto una mia ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica N.d.R.) Associazione Sportiva Dilettantistica Nazionale lotta sportiva. corpo a corpo.
Mi sono consolidato prima a Milano e poi sul territorio della Lombardia.
In seguito, ci siamo avvicinati a una federazione internazionale: la HSIF…
Centro Sportivo Educazionale Nazionale (www.csen.it), come ente ci sostiene in tutte le nostre attività, non solo con la divulgazione (siamo presenti in tutta Italia) ma ci sostiene anche a livello burocratico”.

Disciplina corpo a corpo russa… da dove nasce?
“È una disciplina di lotta corpo a corpo che di per sé in Italia è poco conosciuta. È un metodo di Lotta Russa. Trattiamo arti marziali e sport da combattimento, lo stile viene appunto dalla Russia.
Il nostro è un mix di Sambo Combat e Lotta Corpo a Corpo.
Queste discipline vengono ancora oggi promosse e sono ben radicate nella routine sportiva della società russa sostanzialmente per un bisogno di unità.
Nacque e fu inquadrata nell’armata rossa dopo la rivoluzione. Il compito di un istruttore era preparare alla lotta corpo a corpo. Un soldato doveva essere preparato e diventare bravo in sei mesi. E poi, ovviamente, fino agli anni Ottanta era qualcosa che gestiva solo l’esercito.
Poi nacquero i campionati civili della lotta al corpo a corpo e del Combat.
In pratica questa metodologia di lotta venne gradualmente inserita in tutto il territorio dell’ex Unione Sovietica”.
Le differenze e le similitudini con le altre arti marziali?
“Fondamentalmente tutte le arti marziali si assomigliano. Si differenziano per un diverso regolamento di gara e per tipologia di stile.
Si differenziano anche, e forse soprattutto, per la filosofia che le accompagnano. Per esempio, le arti marziali giapponesi hanno una filosofia di vita”.
Dunque, parliamo di continuità di filosofia delle arti marziali russe oggi e prima sovietiche…
“Sì. Nell’origine delle arti marziali russe non esisteva e non esiste “l’etichetta giapponese”. Lo stile giapponese.
Non è presente “la tradizione” che i giapponesi hanno esportato in tutto il mondo.
Quella russa diciamo che è più pratica.
Venne sviluppata in pieno socialismo dove non esisteva l’individualismo, ma esisteva il collettivo. Quindi il gruppo”.
Gruppo significa società. Il Sambo Combat e Lotta Corpo a Corpo, discipline con valenza sociale?
“Sì. È proprio questa un’altra differenza importante: l’aspetto sociale. Che poi è andato ad impattare con lo sport.
Forse proprio anche per questo motivo sono discipline sportive facile da apprendere.
Così come vale per i militari, anche da noi la filosofia scientifica del settore dimostra di come una persona può essere preparata in soli sei mesi al fine di affrontare un combattimento corpo a corpo”.

Quali sono gli obiettivi della Lotta Corpo a Corpo?
“Gli obiettivi sono un po’ simili a quelli delle altre arti marziali.
L’obiettivo finale generale è quello di creare e formare in un certo senso, un “individuo migliore”.
Educare le persone ad essere oneste, amichevoli, coraggiose. In pratica si tratta di trasmettere quelle virtù acquisite fin da bambini e che poi si trasmettono nel corso degli anni.
Contribuiamo a far “diventare grande” l’individuo che poi potrà dare il suo contributo alla società in maniera onesta, essenziale. In maniera legittima.
Insomma, cooperiamo al formarsi dell’essere giusto, onesto, coraggioso. Ad essere amico.
Come del resto anche le altre discipline marziali”.
Sambo Combat e Lotta Corpo a Corpo, allenamento di corpo e mente?
“Entrambe questi stili lavorano anche sulla mente. Ecco. Corpo e mente insieme.
Entrambe vanno di pari passo. L’impatto del loro sviluppo è visibile ed è un beneficio per entrambe.
Si impara a gestire i ritmi di allenamento e quindi i ritmi di vita.
Impari a capire, a domandarti cos’è la tua routine, come impostarla. Attiviamo nuove disposizioni. E quindi si ottengono non sono solo benefici fisici, ma anche psichici”.
Si impara dunque ad utilizzare degli automatismi che non conosciamo?
“Esatto. Noi viviamo in una zona di comfort, siamo a casa tranquilli e felici, facciamo le nostre cose, ma la vita è anche altro…
Noi insegniamo come, durante l’allenamento a livello psicofisico, si debba uscire da quella zona e ci si debba preparare ad affrontare delle realtà abbastanza crudeli. A volte troppo crudeli.
La nostra disciplina ti fa capire qual è la vera realtà dei fatti. Fa scattare una nuova e nascosta attività psicofisica”.
Cosa si impara ancora?
“Si impara ad essere rapidi, veloci, scattanti, ad anticipare l’avversario e quindi a prevenire gli eventi in arrivo. A non subirli.
Ci si prepara a capire qualcosa che hai davanti.
Ad esempio…
“Ad esempio, si capisce qualcosa che il tuo avversario ti ha già comunicato tramite il suo linguaggio del corpo, quindi sei sempre uno o due passi avanti al tuo avversario.
Intuisci quali parti del corpo vengono coinvolte, nella lotta al corpo a corpo”.
Nel Sambo Combat e Lotta Corpo a Corpo quali parti del corpo sono coinvolte?
“Le parti del corpo che vengono coinvolte sono gli arti inferiori, gli arti superiori, il tronco, insomma tutto. Viene usato tutto!
Il Sambo Combat utilizza “i colpi proibiti” ossia ginocchiate e gomitate che colpiscono ogni parte del corpo, ma anche le testate.
Il nostro giornale ha una sezione oppositamente dedicata al Rugby, altro sport di contatto e di combattimento. Ci sono similitudini?
Quali contributi può offrire ad un giocatore di Rugby il Sambo Combat?
“Confrontando le due discipline dal punto di vista della lotta corpo a corpo troviamo molte similitudini.
Il nostro sport ha molte aderenze con il Rugby.
Sono entrambi sport di contatto, di necessaria vicinanza.
Bisogna fare i conti con il corpo degli altri.
In entrambi ci sono le spinte, il disequilibrio dell’avversario, le presa, le forza delle gambe, le pressioni in ogni parte del corpo…
E poi, importante, si impara a cadere.
Diciamo che un buon rugbista non si troverebbe mai in difficoltà a fare una lezione di Sambo Combat di lotta a corpo a corpo. E poi ancora…”
Ci dica ancora…
“Cosa importantissima: il giocatore di Rugby ha imparato ad assorbire l’energia dell’avversario, ha imparato ad essere veloce, rapido, scattante, ha imparato a conoscere bene il suo corpo e gestire tutto il processo della strategia che mette in campo in un contesto di non comfort zone. Ha imparato a fare fatica.
Proprio come il Sambo Combat.
Questo fa la differenza E poi…
In entrambe le discipline, premesso che io non sono un professionista di Rugby, ma lo conosco un po’…”
E poi… ci interessa…
“E poi in entrambi gli sport devi imparare ad anticipare, a partire prima per rispondere a quello che accadrà dopo.
Molti lottatori che lavorano sul corpo come ad esempio MMA devono per forza imparare anche dagli sport da combattimento russi, perché i russi in questo momento stanno dominando nel MMA soprattutto nella U. F C.”.
Nelle arti marziali, e anche nel Rugby, l’allenamento a livello scientifico che viene sviluppato porta l’atleta a un livello massimale.
Nel nostro Sambo Combat ancora di più.
Il lottatore raggiunge un livello massimale dove negli altri sport e negli altri paesi extra russi non lo raggiungi.
Io farei un esempio. molto fresco, freschissimo…”.
Prego …
Ad esempio, abbiamo il lottatore cubano Mijaín López, quattro volte oro olimpico. È la dimostrazione di come la scienza, che viene applicata nello sport cubano, è quella sovietica.
Questa, quindi, è sostanzialmente un’altra dimostrazione che dietro a questa metodologia c’è una scienza sportiva applicata sul campo.
Dove l’allenamento deve essere costante.
L’atleta deve saper affrontare molte diatribe che in altri sport non riesce ad affrontare”.
Quindi il Sambo Combat e la Lotta Corpo a Corpo sono discipline sportive simile ad altre, soprattutto affine alle arti marziali, è anche somigliante al Rugby nel corpo a corpo, ma in aggiunta è portatrice di valori aggiunti “filosofici e scientifici originali”?
“Sì. Esatto. Ti spiego. Ad esempio, la gestione del respiro, dell’ossigeno del sangue.
Resistere? No, non sempre. Il nostro corpo ha bisogno di ossigeno. Ha bisogno di ossigeno e di bruciare zuccheri e capire a livello strategico come gestire ogni situazione. Anche questo è un allenamento.
Questo comporta preparazione a livello psicofisico. Serve un allenamento incredibile.
Cioè il fatto che tu affronti le fobie e le paure in maniera liberatoria.
Questo porta l’atleta a un livello superiore.
Cioè, nel senso che non ci devono più essere distrazioni. Serve solo concentrazione.
Si abbandonano le fobie e le paure. Perché l’allenamento continuo porta l’atleta fuori dal comfort zone”.
Comfort zone…
“Importante! Per costruire una “brava persona” ed un buon atleta devi portarli fuori, con l’allenamento e la pratica, dalla comfort zone.
Serve uscire dalla comoda comfort zone.
Prima di combattere si deve uscire dal comfort, ci si deve scontrare con quella che è la realtà, sia a livello psichico sia a livello fisico. Perché una cosa è allenarsi, ma un’altra cosa è combattere… nel mondo reale”.
In quali condizioni della vita quotidiana può capitare di dover usare la tua disciplina?
“Diciamo subito per difesa personale.
La nostra disciplina viene usata o per difendere sé stessi e difendere i propri familiari, o per difendere i più deboli.
Questa, diciamo, è la nostra filosofia che portiamo avanti. Può essere usata lì. In questi casi. Poi è la scelta del lottatore. È una scelta individuale”.
Ad esempio?
“Quando ti stanno rapinando per esempio il portafoglio. Cosa fai? Dipende di certo da come è fatta la rapina, C’è la pistola? C’è il coltello? Non faccio niente. Consegno i soldi e via.
Magari quello che ha in mano l’arma può essere un disperato…
Quindi bisogna, non buttare fuoco sulla benzina, ma bisogna, diciamo, uscire da Defcon uno, cioè da Defcon uno portare a Defcon quattro.
Quindi bisogna diluire la concentrazione di aggressività che c’è in quel momento, magari con delle parole.
Poi, se lo scontro è a pugni, a mani nude, allora cambia tutto. Diventa altra cosa…
Se lo scontro è corpo a corpo noi, sempre, saremo i secondi a dare il primo colpo. Mai i primi anche perché c’è una legge in Italia…”.
…c’è una legge in Italia sulla difesa personale che dice…
“È una legge un po’ strana, ma io sinceramente non sono bravo in materia di giurisprudenza, mi occupo dei fatti solo a livello tecnico.
Cioè, se uno con una bottiglia in mano ti vuole fare del male e tu gli rompi il braccio perché pensi che così quella bottiglia non la potrà più usare… Ecco! Allora passi dalla parte del torto. Hai causato un danno, certo! Però… Cosa poteva succedere con quella bottiglia in quella mano? …
Non son d’accordo al cento per cento. Però è così! E questo non spetta a me deciderlo. Perché come ha detto qualcuno meglio una brutta sentenza che un bel funerale”.
Quando lo scontro invece è corpo a corpo…
“Quando però lo scontro è corpo a corpo, noi insegniamo prima di tutto a prevenire l’aggressione.
Cioè, cosa vuol dire prevenire l’aggressione?
Ci sono vari modi per prevenire l’aggressione e comunque serve sempre uscire dalla comfort zone e attivare “qualcosa si nascosto” …
Cosa?
“Qualcosa di dormiente… Perché non siamo più dei cacciatori, perché non ci riteniamo più in perenne pericolo. Parliamo di automatismi primordiali che noi teniamo dentro e al momento opportuno arrivano e che si attivano, sia a livello corporeo e sia a livello mentale, quando noi capiamo che c’è un pericolo, perché l’obiettivo primario è quello del proprio benessere.
Noi proviamo, con le con le nostre attività, di fornire questa attitudine alle masse”.
Età, caratteristiche, professione, limiti… per praticare sia la Lotta Corpo a Corpo sia il Sambo Combat?
“È sport per tutti. Non importa l’età e nemmeno il sesso. C’è chi inizia da sei anni e poi a salire. Nessun tipo di discriminazione razziale, etnica, politica. Tutti hanno diritto ad accedere allo sport, a corsi accessibili, per il loro benessere. Abbiamo corsisti che hanno dieci anni e altri che ne hanno settanta. Maschio o femmina non importa!”
Come possiamo concludere?
“Ci tengo particolarmente che venga inserito nel giornale un concetto…”
Prego…
“Il Sambo Combat è stato “importato” in un sistema capitalista-occidentale ed è stato esportato da un sistema socialista, quello sovietico, dove praticamente non solo la filosofia, non solo la didattica, ma anche il gruppo che viene creato è un collettivo.
Nasce da una cultura e da una filosofia dove non c’è egocentrismo, superficialità o individualismo.
Con il nostro sport diventiamo una famiglia che lavora al fine di crescere tutti assieme, non si lascia indietro nessuno … certo ci sono critiche costruttive… ma noi diamo la possibilità, in particolare ai ceti bassi, di imparare questa disciplina perché purtroppo in questi brutti tempi sono quelli a cui serve difendersi. Ad esempio spesso in città diventa complicato vivere…”
In città? Cioè?
“Il tema della sicurezza è molto importante e assai delicato. Purtroppo in questi brutti tempi che corriamo, dove la violenza, ad esempio qui nel comune di Milano conquista sempre più territori.
Ed è un dispiacere dirlo, perché Milano non è più come l’ho conosciuta io, è cambiata completamente.
Io sono vissuto sempre a Corvetto, ma non è più la stessa zona!
Noi cerchiamo di fornire un valore aggiunto psico-fisico per tenere lontano il pericolo.
Per tenere ad esempio i ragazzi lontani dalla microcriminalità, dal non farsi sottomettere, all’imparare a responsabilizzarsi. Soprattutto questo sport regala salute a tutti quelli che lo praticano”.
Infine…
“Prendiamo parte ad eventi internazionali nella Disciplina Lotta Sportiva Corpo a Corpo, che poi sono le presenze del Team Italia a mondiali, europei, ma anche nazionali.
Il nostro coach nazionale Andrea Toselli ha fatto un ottimo lavoro.
Siamo presenti, dunque, in tutte le attività sportive Internazionali rappresentando l’Italia.
Organizziamo sia il Campionato Italiano di lotta sportiva corpo a corpo sia il campionato dedicato alla Repubblica. La Coppa della Repubblica per onorare la Repubblica e che si svolge il 2 giugno. Sono due campionati importanti…”
Grazie Maestro Olsi. Buon lavoro, alla prossima!
L’intervista non contiene tracce di intelligenza artificiale