Raimondo di Sangro, genio del Settecento
Scopri la storia di Raimondo di Sangro, genio e alchimista del Settecento napoletano.
Dalla Cappella Sansevero al mito delle Macchine Anatomiche, un viaggio tra arte, scienza e leggenda.
Le origini di un genio irrequieto
Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (1710-1771), è stato uno dei personaggi più eccentrici e affascinanti del Settecento italiano. Nasce a Torremaggiore, nella Capitanata, da una delle famiglie più antiche del Regno di Napoli. Raimondo si distingue come inventore, alchimista, scrittore, militare e mecenate.
L’educazione eclettica e le prime invenzioni
Uomo di straordinaria curiosità, è educato a Roma dai gesuiti, dove mostra fin da giovane una mente brillante, a tratti geniale e sicuramente anticonformista. Torna a Napoli e subito si dedica a una vasta gamma di studi, spaziando dalla chimica alla meccanica, dalla tipografia alle arti militari. È il primo in Italia a stampare con caratteri a più colori in un solo passaggio, innovazione che gli vale l’ammirazione e certamente il sospetto di molti suoi contemporanei.
La Cappella Sansevero: un tempio del mistero
La sua opera più famosa rimane la Cappella Sansevero a Napoli, un capolavoro barocco che trasforma in un luogo carico di simbolismi esoterici e opere d’arte sorprendenti. Tra queste spicca il “Cristo Velato”, la straordinaria scultura di Giuseppe Sanmartino, celebre per il velo di marmo che copre il corpo di Cristo, tanto sottile da sembrare reale. Ma ci sono anche:
La Pudicizia di Antonio Corradini
- La Pudicizia (1752) raffigura Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, madre di Raimondo di Sangro. La statua è avvolta da un velo di marmo incredibilmente sottile, simbolo di purezza e virtù, che dimostra la straordinaria maestria tecnica dello scultore.
Il Disinganno di Francesco Queirolo
- Il Disinganno (1753-54) rappresenta un uomo che si libera da una rete, guidato da un angelo. La rete è scolpita in un unico blocco di marmo, un’impresa di abilissima lavorazione, e simboleggia la liberazione dall’ignoranza e dal peccato.
Le Macchine Anatomiche: tra scienza e leggenda
- Le Macchine Anatomiche conservate nei sotterranei, sono due scheletri umani con dettagliatissime riproduzioni del sistema circolatorio. Avvolte dal mistero, per lungo tempo si credette che fossero il risultato di esperimenti alchemici. Gli studi più recenti suggeriscono l’uso di materiali artificiali, ma l’aura di leggenda rimane intatta.
Il mito di Raimondo di Sangro
Raimondo di Sangro è avvolto da una fama leggendaria: si racconta che avesse scoperto formule segrete per creare materiali mai visti, come tessuti impermeabili e marmo flessibile. Alcuni sostenevano che praticasse esperimenti al limite della scienza ufficiale, alimentando voci su pratiche alchemiche e rapporti con società segrete. Le cronache raccontano infatti che Raimondo padroneggiasse tecniche sconosciute: c’è chi lo ha definito “mago”, chi “precursore della scienza moderna”, chi ancora “eretico”. La sua adesione alla Massoneria napoletana, di cui fu Maestro Venerabile in una Loggia, contribuì ad alimentare sospetti e voci. Raimondo promosse una Massoneria esoterica, impregnata di simbolismi occulti e interessi alchemici, che avrebbe influenzato i riti successivi, come quello di Misraïm. Non solo. Raimondo praticò una forma di Massoneria ispirata al sistema degli alti gradi scozzesi, ricca di simbolismo esoterico, alchemico e rosacrociano. Sebbene il Rito Scozzese Antico e Accettato sarebbe stato formalmente istituito solo dopo la sua morte, di Sangro ne anticipò molte idee e principi attraverso le sue opere e il progetto simbolico della Cappella Sansevero.
L’eredità di un visionario
Morto nel 1771, Raimondo di Sangro ha lasciato un’eredità difficile da classificare: troppo avanti per il suo tempo, troppo enigmatico per essere pienamente compreso. Resta oggi una figura simbolo dell’ingegno libero e della ricerca senza confini. Speriamo di vederne altri come lui!
Qui non vident videant