E’ possibile escludere, in maniera legittima, un potenziale erede dalla successione? E in che modo?
Si sente spesso parlare di “diseredazione”. Ma di cosa si tratta?
La diseredazione è l’esclusione di un potenziale erede dalla successione. Ciò, di solito, avviene sulla base di un giudizio di natura morale: il potenziale erede viene ritenuto, dal testatore, non meritevole di acquistare, in tutto o in parte, il patrimonio ereditario. Per diseredare qualcuno non vi sono formule particolari richieste dalla legge. E’ fondamentale e sufficiente che l’intenzione di escludere qualcuno, seppure tacita, emerga in maniera chiara ed inequivocabile dal testamento. Non tutti i soggetti, tuttavia, possono essere diseredati. La diseredazione, infatti non può riguardare i parenti più prossimi, definiti “legittimari”, ai quali la legge riserva una quota di eredità: si tratta dei figli, del coniuge e degli ascendenti.
Per converso, possono essere diseredati i fratelli, i loro discendenti e gli altri parenti che non rientrano nelle categorie sopra indicate. Tuttavia, anche i soggetti che non possono essere diseredati possono essere dichiarati indegni a succedere. L’indegnità a succedere si configura nei casi in cui il potenziale erede abbia posto in essere comportamenti gravi, illeciti, spesso di rilievo penale, che sono idonei a qualificare l’erede immeritevole di beneficiare del patrimonio ereditario.
La legge prevede dei casi espressi di indegnità a succedere, inseriti in un elenco tassativo, che sono raggruppabili in due categorie:
(1) condotte volontarie che mettono in pericolo realmente o potenzialmente l’integrità fisica o morale del de cuius (ossia del soggetto della cui successione si tratta – ad esempio, chi lo ha volontariamente ucciso o ha tentato di ucciderlo)
(2) e condotte volte a indirizzare a proprio favore e diversamente dalla volontà del de cuius la redazione del testamento (ad esempio, chi lo ha indotto con dolo o violenza a fare, revocare o modificare il testamento).
Occorre precisare che la differenza tra l’istituto della diseredazione e quello della indegnità a succedere, oltre ai soggetti e ai motivi, riguarda anche le modalità di produzione dei relativi effetti. Infatti, un soggetto che viene diseredato dal testatore, per ciò solo sarà escluso dalla successione ereditaria. L’indegnità a succedere, invece, non opera automaticamente, ma deve essere dichiarata da una apposita sentenza resa dal Tribunale. Ad ogni modo, il soggetto dichiarato indegno a succedere può esserere ammesso a partecipare alla successione ereditaria, nel caso in cui il de cuius lo abbia espressamente “riabilitato”. Questa sorta di “perdono” dovrà tuttavia avvenire mediante atto pubblico o, in alternativa, nello stesso testamento.