2 aprile 1453, gli ottomani arrivano davanti a Costantinopoli. Durante il periodo della dinastia dei Paleologi la città subì numerosi assedi e attacchi sia da parte dei Latini, che se ne contendevano il controllo commerciale, sia da parte dei Turchi. I bizantini riuscirono a tenerla per un secolo, sino a Costantino XI, quando il 29 maggio 1453 la città, capitale di un impero ormai inesistente, cadde in mano ai turchi guidati da Maometto II il Conquistatore, che ne fece la capitale dell’Impero Ottomano. La caduta di Costantinopoli, che segna la fine dell’impero romano d’Oriente, è considerata come l’evento che chiude il medioevo ed inizia l’evo moderno. Con gli Ottomani, Costantinopoli cambiò completamente volto: le distruzioni subite con l’assedio del 1453 e il grave stato di declino in cui versavano i suoi edifici, resero necessaria una radicale ricostruzione del centro urbano. La gran parte degli edifici religiosi venne convertita in moschea, mentre il trasferimento della capitale ottomana nell’antica città bizantina portò alla costruzione del grandioso complesso del Topkapi nell’area precedentemente occupata dal foro e dai palazzi imperiali. Sotto il dominio dei sultani ottomani Costantinopoli ebbe un nuovo periodo di splendore, diventando sede del califfato nel 1517 pur conservando la sede del patriarcato greco – ortodosso.
3 aprile 503 A.C. Secondo iFasti triumphales, in questa data il console Romano Publio Postumio Tuberto aveva indetto un’ovazione per festeggiare una vittoria contro i Sabini. I Fasti furono pubblicati per la prima volta nel 12 a.C. ed erano un elenco suddiviso per anno dei trionfi dei magistrati e delle vittorie dei generali a partire dalla fondazione di Roma sino al principato augusteo. Sono conservati presso i Musei Capitolini a Roma.
4 aprile 1887. Ad Argonia nel Kansas, Susanna Madora Salter è la prima donna statunitense ad essere eletta sindaco. La sua vittoria fu una sorpresa perché il suo nome era stato inserito, per scherzo, in una lista di candidati da un gruppo di uomini contrari alle donne in politica, che ovviamente speravano in una sconfitta che avrebbe umiliato le donne e le avrebbe scoraggiate dal candidarsi. Invece Susanna ottenne i due terzi dei voti e quando il presidente del partito repubblicano, tramite una delegazione inviata a casa della donna, fu certo del suo consenso, rafforzò ulteriormente la candidata aggiungendo quelli ottenuti dal suo partito. La donna è ricordata da una targa commemorativa apposta nel 1933 sulla facciata della sede municipale.
5 aprile 1817. Il barone Karl Friederick Drais von Sauerbronn presenta pubblicamente la draisina, considerato il primo modello di bicicletta. La draisina era un veicolo simile a una bicicletta fatta generalmente in legno con elementi rinforzati in ferro, aveva due ruote allineate di cui l’anteriore sterzante, ma senza pedali né freni, per la cui propulsione era necessario che il guidatore, seduto su un sellino come nelle attuali biciclette, esercitasse una spinta puntando i piedi sul terreno e sempre con i piedi poteva anche frenare. L’uso di questo mezzo era rivolto ai sempre più diffusi ceti emergenti, quindi non era cosa rara, nella prima metà dell’800, vedere eleganti signore transitare lungo le strade e i parchi praticando l’hobby horses. La velocità che poteva raggiungere non era elevata data la cattiva qualità delle strade e la bassa efficienza del sistema di propulsione adottato, raramente infatti si potevano superare i 15 Km/h di media.
6 aprile 1580. Il terremoto dello Stretto di Dover, con una magnitudo stimata tra 5,3 e 5,9 Ml uno dei più intensi per quest’area geografica, colpì oltre l’Inghilterra anche le Fiandre e la Francia Settentrionale causando un numero imprecisato di morti oltre a ingenti danni materiali. Lontano dalla costa, gli arredi si mossero sui pavimenti e le botti di vino rotolarono dai loro supporti, mentre a Lilla il campanile della chiesa di Notre Dame de Lorette e parecchi edifici crollarono. Pietre caddero dagli edifici ad Arras, Douai, Bethune e Rouen e nella Cattedrale di Notre Dame a Pontoise le vetrate delle finestre si ruppero e blocchi di pietra caddero pericolosamente dalle volte. Nelle Fiandre molti camini crollarono e si aprirono vaste crepe nei muri a Gand e a Oudenarde. Sulla costa inglese sezioni di muro caddero a Dover, a Sandwich si avvertì un forte rumore proveniente dalla Manica quando le arcate della Chiesa di San Pietro si ruppero ed un transetto cadde. A Londra crollarono molti camini ed un pinnacolo dell’Abbazia di Westminster.
7 aprile 1944. Bombardamento anglo- americano su Treviso. Utilizzando le basi aeree in Puglia, gli aerei della 15th Air Force dell’aviazione americana iniziarono le loro missioni contro obiettivi ubicati nel nord Italia, in Austria e Germania, infliggendo danni considerevoli all’industria militare tedesca. Il 7 aprile circa 400 bombardieri B-17 e B-24 scortati da caccia P-47 decollarono per più destinazioni, su Treviso si diressero gli stormi di B-17.Il bombardamento avvenne il giorno di Venerdì Santo e l’incursione, breve e devastante, si protrasse dalle 13.24 alle 13.29 ad opera di 159 bombardieri pesanti che sganciarono circa 2000 bombe con obiettivo la stazione, ma in realtà colpirono gran parte della città. Interi quartieri residenziali furono rasi al suolo dalle bombe e dagli incendi, le macerie continuarono a fumare per due settimane. Secondo gli Archivi del Comune di Treviso, le vittime civili dei bombardamenti sarebbero state 1600, di cui 1470 nel solo bombardamento del 7 aprile.
8 aprile 1876. Milano, al Teatro alla Scala si tiene la prima de La Gioconda di Amilcare Ponchielli, su libretto di Arrigo Boito. Dopo il debutto dei Lituani il 7 marzo 1874 nel teatro meneghino, Ponchielli si mise in cerca di un nuovo libretto e prese contatto con Arrigo Boito che come soggetto gli propose il dramma di Victor Hugo Angelo tyran de Padoue. La proposta, in un primo momento, lasciò perplesso il compositore che temeva il confronto con Il Giuramento di Saverio Mercadante, una fortunata riduzione operistica del medesimo dramma che aveva debuttato alla Scala nel maggio 1837. A causa dei ritardi nella consegna da parte del compositore, l’opera chiuse la stagione lirica della Scala e fu rappresentata soltanto per quattro serate.