Nata a Triei (Nuoro) nel 1954, trasferitasi a Milano nel 1968. Nel 1975 inizia a praticare Karate.
Pluricampionessa italiana, europea e mondiale. Ad oggi è l’unico 7° Dan JKA WF in Italia, nonché l’unica donna, in Italia, ad aver raggiunto tale livello.
Quando ha iniziato a praticare karate e per quale motivo?
Ho iniziato a praticare per caso; è stato il Dott. Cannoni (Antonio Cannoni fra i primi praticanti di karate con Italia con il M° Shirai) a trascinarmi in questa avventura. Lui frequentava il M° Shirai, e un giorno mi chiese di provare a fare karate.
Ho iniziato, mi è piaciuto e, a distanza di quasi 50 anni lo pratico ancora.
È lei che si è avvicinata al karate o è stato il karate a cercarla?
Penso che sia il karate ad avermi cercato. Ho iniziato a praticare dopo diversi anni che conoscevo il Dott. Cannoni, solo quando lui mi chiese di provare a farlo, mi decisi ad iniziare.
Io e il karate abbiamo trovato subito una buona sintonia, stiamo molto bene insieme!
A questo punto il M° Cabiddu ricorda il palmares di vittorie, fra cui la medaglia d’oro nel kata a squadre, durante la Coppa del Mondo del 1989 a Budapest; la squadra italiana riuscì nell’impresa di battere le atlete giapponesi. Altro titolo prestigioso fu la medaglia di bronzo ai Mondiali in Egitto, senza dimenticare ben 8 titoli europei, oltre 20 titoli ai campionati italiani, e innumerevoli medaglie nelle varie edizioni della Coppa Shotokan
Dei tanti successi di cui è costellata la sua carriera, a quale è più legata in modo particolare?
Sicuramente il mondiale vinto superando la squadra giapponese, questa è stata una vittoria fantastica, quasi un miracolo perché battere gli atleti della nazione da cui deriva il karate è qualcosa di eccezionale. Questa vittoria è stato un successo che ha richiesto molta preparazione, grandi sacrifici. Solo così è possibile raggiungere certi livelli.
C’è un’altra gara a cui sono molto legata, un campionato europeo, l’ultimo che ho disputai. Correva l’anno 1992.
Venni convocata per far parte della squadra di kata mista; ormai non gareggiavo più da tre anni, mi chiamarono in quanto ritenuta l’unica atleta donna che potesse affrontare questo tipo di competizione. Alla fine portai a casa altri due titoli europei, un oro con la squadra e la medaglia d’argento nella gara individuale; mentre nel 1993 conquistai l’ultimo oro nel kata a squadra misto.
Qual è l’insegnamento più grande che le ha dato l’agonismo?
Ho sempre avuto un carattere forte e l’agonismo ha contribuito a renderlo ancora più forte. Ho imparato cosa significa spirito di sacrificio, questo a scapito anche di molte rinunce.
Quando iniziai ero una fumatrice, fumavo due pacchetti di sigarette al giorno, ma ad un tratto è scattato qualcosa nella mia mente, mi sono detta che per arrivare in alto avrei dovuto smettere di fumare e così ho fatto, alla fine sono arrivata sul tetto del mondo. È stata semplicemente una questione di volontà, sicuramente la pratica del karate ha contribuito a rafforzare la mia volontà/convinzione di voler smettere
Quale messaggio cerca di trasmettere ai suoi allievi?
Ho iniziato ad insegnare nel 1987, all’epoca ero ancora agonista e insegnavo, tuttora lo faccio, ai miei atleti insegno quello che facevo io per prepararmi alle gare. Ciò che cerco di trasmettere ai miei ragazzi sono la determinazione e l’impegno, principi che ci accompagnano anche al di fuori del dojo, nella vita quotidiana.
Ho sempre cercato di dare l’esempio ai miei allievi, se a loro richiedo un certo tipo di impegno è perché io sono la prima a dare tutta me stessa, sia nel karate, sia nella vita
È stata la prima persona in Italia a poter sostenere l’esame di 7° Dan in Italia, in che modo ciò ha influito sul suo modo di praticare?
7° Dan a 70 anni, quando il M° Naito mi propose di fare l’esame (il 6° Dan lo presi 10 anni fa) non volevo crederci, ma non mi sono tirata indietro.
Sapevo che l’avrei fatto in presenza del M°Oishi, Shuseki Shihan JKA WF (Capo degli Istruttori JKA WF) che mi conosce da 42 anni. Ogni volta che lo incontro, provo sempre grandi emozioni, eppure sapere che sarei stata esaminata anche da lui, mi ha quasi tranquillizzata, l’ansia che normalmente precede un esame, è stata meno schiacciante. Ancora una volta ho avuto l’occasione dare prova della mia esperienza davanti a dei grandi Maestri.
Da allieva del M°Cabiddu avendo assistito alla prova di esame confermo che è stata molto emozionante, tutti gli spettatori era in silenzio, catturati da ciò cui stavano assistendo.
Lo scorso 5 Ottobre, durante lo svolgimento dello stage internazionale JKA World Federation, il M° Seizo Izumiya le ha consegnato il diploma di 7°Dan
Qual è stata la prima sensazione che ha avuto quando è diventata 7° Dan?
Al momento della consegna ho avvertito una forte vicinanza da tutti coloro che erano presenti allo stage, ho percepito che in molti mi vogliono bene. Nel corso degli anni si è costruito qualcosa di importante con molti dei praticanti.
L’aver fatto a 70 anni un esame innanzi al capo della JKA World Federation, quando in altre federazioni i dan elevati vengono conferiti senza sostenere un esame, è stato qualcosa di fantastico, indescrivibile.
Questa esperienza mi ha arricchito ancora di più e mi ha caricato di maggior responsabilità, in primis verso i miei allievi.
Per questa opportunità non posso che ringraziare il M°Naito, il M° Oishi per avermi esaminato, nonché il M°Izumiya per avermi consegnato il diploma.
Ho ricevuto complimenti da tutte le persone presenti, è stato un momento di festa.
Il M°Assunta Cabiddu non è solo la prima donna in Italia ad aver conseguito questo grado, è il primo cittadino del nostro Paese ad averlo ottenuto.
Il M° precisa che gli esami non finiscono mai, che i maestri di karate continuano ad allenarsi e sostengono sempre esami al di là dell’età e delle difficolta che possono insorgere.
Sul finire dell’intervista il Maestro ringrazia il Maestro Shirai, da poco scomparso, pioniere del karate in Italia. Il Maestro Shirai fu colui che portò il Maestro Assunta nella squadra nazionale. Purtroppo non è più fra noi, la sua eredità verrà portata avanti oggi dal Maestro Takeshi Naito.