Oggi Fabrizio De André avrebbe compiuto ottantaquattro anni. L’immagine del Cantautore genovese permane nella memoria collettiva come sinonimo di inattaccabile autorevolezza, di enciclopedica cultura e saggezza.
Maestro della canzone italiana, erede ideale dei grandi compositori francesi come Georges Brassens, Faber è riuscito, con parca eleganza, a mutare astratti sentimenti in indimenticabili opere musicali.
“Lessi Croce, l’Estetica, dove dice che tutti gli italiani fino a diciotto anni possono diventare poeti, dopo i diciotto chi continua a scrivere poesie o è un poeta vero o è un cretino. Io, poeta vero non lo ero. Cretino nemmeno. Ho scelto la via di mezzo: cantante.”
Un artista altruista si potrebbe definire, un artista sinceramente infatuato delle vicende umane, che ha narrato con pathos e integra ammirazione storie di emarginati e spostati. De André ci commuove, scuote il nostro cuore e ci costringe, nella consapevolezza che Amore è vita, ad essere compassionevoli (La buona novella, 1970).
La discografia di De André si dipana in un arco temporale amplissimo, che va dagli anni Sessanta agli anni Novanta. Questo comporta che vi sia una notevole varietà di stili compositivi e di arrangiamenti tra un album e l’altro. In tanti ricorderanno le prime canzoni di successo come “La guerra di Piero”, “la canzone di Marinella” o “Geordie”, ma De André è molto altro.
Numerose e produttive furono le collaborazioni avute, con De Gregori realizzò Volume 8 nel 1975, con la PFM suonò alcuni live memorabili poi convertiti in LP e, con lo stesso Pagani della Premiata, esplorerà in seguito timbriche esotiche dal sentore mediterraneo, avvicinandosi alla word music (Creuza de mä, 1985).
Con Massimo Bubola scrisse “Don Raffaè”, capolavoro in lingua napoletana performato anche insieme a Roberto Murolo in occasione del Concerto del Primo Maggio del 1992. Il compaesano Ivano Fossati, invece, presterà sia penna che voce per la scrittura di alcune canzoni in dialetto genovese (“‘Â çimma”).
L’album dal vivo De André in concerto del 1999 suggella splendidamente la mirabolante carriera di questo prezioso Artista. Lo spettacolo tenutosi al Teatro Brancaccio di Roma è una funzionale sintesi dell’intero repertorio del De André maturo, fungendo da vademecum per chi non lo conosce.