Il 16 maggio 1925, Antonio Gramsci pronunciava alla Camera dei Deputati il suo primo e unico discorso parlamentare. L’intervento fu una denuncia lucida contro la legge fascista che mirava a mettere al bando la Massoneria, considerata dal regime un ostacolo alla sua visione autoritaria dello Stato.
Quella legge, approvata definitivamente il 26 novembre 1925, segnò l’inizio della soppressione sistematica delle libertĆ civili in Italia.
La Legge Fascista contro la Massoneria
GiĆ dal gennaio 1925, il governo fascista aveva inserito la lotta alla Libera Muratoria tra le sue prioritĆ . Il 14 aprile, il Partito Nazionale Fascista (PNF) inviò la circolare n.4 a tutte le federazioni, definendo la Massoneria come “l’unica organizzazione concreta di quella mentalitĆ democratica nefasta ed irriducibilmente ostile alla nostra idea di Nazione”.
La legge non era quindi una misura isolata, ma parte di una strategia più ampia per eliminare ogni forma di opposizione democratica.
Gramsci: una voce contro il silenzio
Il 16 maggio 1925, durante la discussione parlamentare, Antonio Gramsci prese la parola in un’aula quasi deserta. Il suo intervento non fu una difesa della Massoneria, ma una denuncia della deriva autoritaria del regime fascista. Come sottolinea lo storico Santi Fedele, Gramsci evidenziò come la legge rappresentasse un attacco diretto alle libertĆ fondamentali.
Un voto che segnò la storia
Dopo un acceso dibattito, la legge fu approvata il 19 maggio 1925 con 289 voti favorevoli e soli 4 contrari. Il Senato la ratificò il 22 novembre 1925. Lo stesso giorno, fu ordinato lo scioglimento di tutte le logge affiliate al Grande Oriente dāItalia.
Il monito contro tutti i totalitarismi
A distanza di un secolo, ĆØ fondamentale ricordare che la soppressione delle libertĆ non ĆØ stata prerogativa esclusiva del fascismo. Anche altri regimi totalitari, come lo stalinismo, hanno perpetrato crimini di massa.
Secondo “Il libro nero del comunismo”, curato dallo storico StĆ©phane Courtois, il regime di Stalin ĆØ stato responsabile della morte di circa 20 milioni di persone. Queste vittime includono esecuzioni, deportazioni, carestie indotte come l’Holodomor in Ucraina, e le repressioni nei gulag.
Altre stime, come quelle riportate da Wikipedia, indicano che le vittime del regime stalinista potrebbero variare tra 4 e 10 milioni, escludendo le morti causate dalle carestie.
Difendere le libertĆ contro ogni oppressione
Il discorso di Gramsci del 1925 non ĆØ solo una testimonianza storica, ma un monito eterno. La difesa delle libertĆ civili deve essere intransigente, indipendentemente dal colore politico dell’oppressore. Che si tratti di fascismo, nazismo o comunismo, ogni forma di totalitarismo rappresenta una minaccia per la dignitĆ umana e la democrazia.
Il silenzio non ĆØ mai neutro. Ć il rifugio comodo di chi non vuole rischiare, ma alla fine diventa complicitĆ . Chi si ostina a non scegliere ha giĆ scelto: contro la libertĆ .
Giulio Valerio Santini