Un titolo dal sapore moderno che racchiude un’opera del XII secolo. La Guida ai perplessi è stata scritta da Mosè Maimonide, filosofo,medico, rabbino, talmudista ma soprattutto, uno dei punti di riferimento del pensiero ebraico. Il libro nasce come lezione scritta da Maimonide per un suo allievo diviso fra il richiamo della tradizione ebraica e l’attrazione per la scienza e la filosofia greca.
Perplessi erano coloro che, studiosi della Torah, si trovavano in difficoltà nel conciliare teologia e il pensiero filosofico: Maimonide, con la sua capacità e la sua vasta cultura, offre ai suoi lettori, riflessioni che superano gli apparenti conflitti. L’opera è lunga e complessa ma, in questo testo della Dott.ssa Irene Kajon, appare chiara e fruibile.
Irene Kajon, laureata in Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma negli anni ‘70, per anni ha insegnato li’, dedicando da sempre la sua attenzione al pensiero ebraico tedesco, italiano, francese e nordamericano dell’Ottocento e del Novecento.
Ha insegnato presso la Columbia University di New York, l’Universitè de Montrèal e presso l’Institut d’Etudes et Culture Juives dell’Universitè d’Aix-en-Provence-Marseille. Attualmente, insegna Antropologia filosofica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”: l’uomo al centro dei suoi studi con un’attenta riflessione che unisce tradizione ebraica, cristiana e storia della filosofia. L’autrice ci accompagna passo a passo, tenendoci la mano, illustrandoci con chiarezza il testo di Maimonide.

Maimonide, nella Guida ai perplessi, vede in Mose’ il profeta che diventa modello per l’uomo. Mosè ci mostra come il Dio inconoscibile, conosciuto solo attraverso i suoi attributi (13 per gli ebrei) si fa amore e pace per mostrarsi agli uomini. L’amore infinito di Dio si fa amore terreno nell’uomo che deve diventare scopo di vita.
Irene Kajon esordisce ricordando che, nel 1935 per la ricorrenza degli 800 anni dalla nascita di Maimonide, Emmanuel Levinas , docente dell’ Ecole Normale israelite orientale, preoccupato per la situazione politica, proponeva di leggere Maimonide alla luce dell’attualità: l’aspetto veramente filosofico di una filosofia si misura nella sua attualità .
Levinas raccontava il coraggio di Maimonide che anteponeva il dover essere all’essere aristotelico. Dio è inconoscibile se non attraverso l’azione dell’uomo.
Prima parte del libro della Dott.ssa Irene Kajon è dedicata a un’analisi del concetto di condizione umana. Titolo completo è “ Guida ai perplessi sulla condizione umana”. Il prendere coscienza della finitezza dell’uomo porta con se’ la fragilità e la limitatezza umana che hanno caratterizzato tanti pensatori antichi e moderni.
L’autrice riporta le riflessioni di grandi pensatori far i quali Cicerone, Seneca, Marco Aurelio, Montaigne, Descartes, Pascal, fino ad arrivare a filosofi più moderni fra i quali la Hannah Arendt che ci illumina dicendo che ciò che rende umani l’uomo è la libertà.

Martin Buber, filosofo, teologo ma soprattutto portavoce in Europa del pensiero chassidico,promuove la libertà dell’individuo che deve scegliere il proprio percorso con la consapevolezza di quelle misure etiche che sono implicite nella nostra idea di Dio.
Maimonide, senza discostarsi dalla tradizione rabbinica, esalta Mose’ come il più grande profeta: Mose’ ha guardato Dio “ faccia a faccia” ( Esodo 33:11), ha ricevuto e compreso le parole di Dio e le ha trasmesse al suo popolo: è diventato esempio per tutto il suo popolo.
Mose’ non ebbe bisogno di mediazioni per entrare in contatto con Dio, fu profeta da sveglio non durante il sonno, non ebbe timore d’incontrare Dio e, da ultimo ma fondamentale, riuscì ad invocare Dio, ad entrare in relazione con lui, chiamandolo: Mosè, così eccezionale fra i profeti, deve diventare modello per l’uomo.
Molto interessanti i paragrafi che Irene Kajon dedica a Maimonide che descrive il percorso dell’uomo di fede con la metafora del castello. Teresa d’Avila aveva usato questa metafora nella sua opera più importante “Il castello interiore”: la Santa utilizza l’allegria del castello per mostrare il viaggio spirituale che ognuno di noi è chiamato a fare all’interno della propria anima.
Solo la vera sapienza ci conduce alla vera perfezione umana. I profeti ci hanno detto esplicitamente che ne’ la perfezione del possesso, ne’ la perfezione della salute, ne’ la perfezione dei costumi sono perfezioni di cui ci si debba vantare e che si debbano desiderare, mentre la perfezione di cui ci si deve cantare e che si deve desiderare è la conoscenza di Dio. La conoscenza di Dio però non dev’essere contemplazione, non deve chiudersi in se’, bensì divenire azione, aprirsi. Qui si realizza l’uomo. Questa la luce di Dio che vince le tenebre.

La seconda parte del libro, è dedicato alla ripresa dell’antropplogia di Maimonide nell’interpretazione moderna del pensiero ebraico.
L’autrice si sofferma in particolare alle letture fatte su Maimonide di tre grandi figure di riferimento della cultura ebraica: Samuel David Luzzatto ( 1800-1865) fondatore del primo Collegio rabbino in Europa di tendenza modernizzante e punto di riferimento per tutti gli studiosi di ebraismo, Elia Benamozegh ( 1823-1900) capo della scuola rabbinica di Livorno, acuto studioso di mistica , Shmuel Zvi Marguiles ( 1858-1922) guida carismatica proveniente dall’Europa orientale e Dante Lattes ( 1876-1965) guida religiosa e spirituale fra le due guerre.
Tutti concordano nel dire che Maimonide fu una personalità complessa ma in grado di unificare razionalismo e tradizione ebraica, universalismo e particolarismo, filosofia greca ed esegesi biblica.
Da ultimo, una riflessione dei punti in comune fra Maimonide e Kafka: il coraggio come mezzo di liberazione dell’uomo. Kafka nel meraviglioso racconto “ Davanti alla legge “ ci mostra come la paura c’impedisca di ottenere anche ciò che ci è stato destinato.
Leggerlo oggi perché
offre un messaggio universale.
Pro
chiaro e fruibile pur nella complessità dei temi affrontati
Neo
apre numerosi spunti d’approfondimento …che potrebbero portare notti insonni.