Lituania libera, con l’atto di indipendenza del 1918, inizia un periodo travagliato per il paese esteuropeo, che conoscerà il periodo delle sue Guerra di Indipendenza.
Nel 1918, il potere secolare dell’Impero tedesco vacilla sotto l’instabilità causata dalla Grande Guerra. Dopo quattro anni, passati da quel fatidico 1914 quando il cadavere di Francesco Ferdinando e della moglie scatena l’escalation nei Balcani e in tutta Europa, Berlino è allo stremo delle forze.
Vienna, che già dopo la controffensiva italiana aveva di fatto perso ogni velleità bellica, si lascia trascinare dalla volontà del Kaiser. Gli USA, dapprima neutrali, sono intervenuti dopo il 1917 sull’onda dell’indignazione per l’affondamento del Luistania da un U-Boot tedesco. Il vento a est certamente non è migliore: i negoziati tra gli Imperi Centrali e il governo provvisorio del Ministro-Presidente Kerensky sono in via di sviluppo, e si concluderanno solamente nel marzo del 1918 con la firma dell’accordo di Brest-Litovsk. Dopo l’abdicazione di Nicola II, però, l’Impero è sull’orlo di una guerra civile che contrapporrà le forze “bianche” (zariste) all’Armata Rossa di Vladimir Lenin, che con la sua vittoria darà vita, quattro anni più tardi, all’Unione Sovietica.

Ad approfittare della situazione è un piccolo regno, storicamente stato cuscinetto prussiano che è il Regno di Lituania. Trattandosi di una terra contesta, al confine tra due imperi, quello russo e quello tedesco, non ha mai avuto vita facile, ma si intravede adesso una possibilità di ambire alla propria indipendenza. Viene promulgato, così, su spinta del Consiglio di Lituania (organo costituito ad hoc per dare vita a una nuova Nazione) a promulgare un Atto di Indipendenza.
La prima ipotesi, di offrire la corona rimasta vacante, andò via via sfumandosi a causa dell’impossibilità di trovare un candidato, e si fece sempre più strada l’idea di dare vita a una Repubblica. L’esperimento avrà, tuttavia, vita alquanto breve perché con la fine delle ostilità, la pace di Versailles, il ritiro dell’esercito tedesco che aveva occupato militarmente l’area, il paese cadrà nell’orbita delle altre potenze dell’area. Dapprima i polacchi, i quali daranno vita alla “Repubblica di Lituania centrale”, un esperimento altresì breve e destinato a cadere sotto i colpi dei sovietici. Sovietici che la occuperanno alternandosi coi sovietici fino al 1920, anno del “trattato di pace sovietico-lituano di Mosca”, anno di termine delle Guerre di Indipendenza Lituane.
Superata questa prima fase di stabilizzazione, il paese avrà la possibilità di destreggiarsi in mezzo a due potenze emergenti in tutto il periodo del primo dopoguerra. Tuttavia, questo difficile gioco di equilibri al quale Vilinus è stata in grado di prestarsi, conoscerà il suo termine nel 1938. Vi era, infatti, una clausola segreta del Patto Moltov-Von Ribbentropp che prevedeva la cessione della Lituania alla Germania Nazista. Venne poi ceduta all’Unione Sovietica in cambio di porzioni maggiori della Polonia e, per le vicissitudini della guerra, si troverà poi nell’area di influenza di Mosca, come Repubblica Socialista Sovietica di Lituania, e tale resterà fino al 1991.