La biografia di Lech Walesa sarebbe una riedizione di quanto già noto e divulgato dalla stampa internazionale. Ricordiamo solo che nel 1983 gli venne assegnato il premio Nobel per la pace e che dal 1990 al 1995 fu Presidente della Repubblica di Polonia. Ricevette inoltre numerosi premi internazionali e lauree ad honorem da parte di numerose Università europee e statunitensi.
Attraverso il movimento operaio cattolico polacco fondò nell’agosto 1980 Solidarnosc, la prima organizzazione sindacale indipendente dal blocco comunista, giungendo alla guida del paese dopo una pacifica rivoluzione in contrasto con il regime sovietico. Azione politica non da poco e non spesso verificatasi nella storia dei paesi comunisti e non.
Noi vogliamo porgere gli Auguri di Buon Compleanno a Lech Walesa attraverso il Cammino di Speranza, l’autobiografia edita in Italia nel 1987 dall’Istituto Geografica De Agostini.
Il libro, considerato una pietra miliare nella storia e nella memoria nazionale della Repubblica di Polonia, è adottato come modello di vita in generale e strumento indispensabile per attività politico sindacali.
“Prima di cedere al sonno, mi godo il momento in cui la casa ritrova la pace…”. E rifletto su come ho imparato “… a credere nel destino, come mi aveva insegnato mia madre…” per poi nella vita adulta “…affidarmi invece alla mia buona stella. Più tardi, finalmente, arricchito dall’esperienza, ebbi grazie alla Chiesa la rivelazione di ciò che si nasconde sotto la parola fede”. La storia della sua vita. Le prime riflessioni della Prefazione di Walesa diedero costrutto alla sua vita privata e pubblica.
Infatti, nelle occasioni che si presentarono nella sua vita, si attenne a quell’atteggiamento positivo e costruttivo sostenendo come il “vorrei ma non oso” è del tutto inutile, bisogna compiere delle scelte. Meglio abbandonare qualsiasi paura… “L’idea della paura non deve neppure passarti per la testa… a furia di dire: “vorrei ma non oso” non si conclude niente. Quando fai una scelta seguila fino in fondo… anche se con prudenza”.
La prudenza era necessaria e indispensabile in un regimo totalitario capace di condannare e mandare a morte persone dissenzienti e annunciatrici di un nuovo ordine politico sociale. Se la sua attività si fosse delineata con violenza e brutalità, azioni di opposizioni politiche adottate contro molti regimi totalitari, molto probabilmente Walesa non avrebbe raggiunto gli obiettivi prefissati e non avrebbe contribuito a portare il suo paese verso la democrazia.
Gli “scioperi di solidarietà”, pacifici, non distruttivi e non aggressivi, ma innovativi e riformatori, furono determinanti per la costituzione della sigla sindacale Solidarnosc. Forse furono proprio la chiave di volta, insieme ad altri fattori organizzativi e gestionali, alle situazioni di difficoltà del mondo del lavoro polacco. E difatti Solidarnosc nacque quando nei Cantieri navali di Danzica si stabilirono proprio quegli scioperi di solidarietà” capaci di determinare un brusco cambio di direzione strategica del movimento sindacale quando “dopo una vittoria locale nei Cantieri indicemmo uno sciopero per appoggiare le altre aziende che avevano bisogno di essere difese”.
Solidarietà, unione e condivisione pacifica furono le parole d’ordine.
Walesa si trovò di fronte a scelte difficili “… preso dal vortice non avevo tempo di guardarmi alle spalle per controllare che tutti riuscissero a starmi dietro. Mi accorgevo che fra i miei colleghi serpeggiava una certa delusione…” e il rischio di disaffezione e abbandono delle attività di lotta diventava alto “…non appena il gruppo comincia a esistere solo per se stesso, a crogiolarsi nei suoi rituali, non appena i segni di sclerosi si moltiplicano ritardando la realizzazione dei nostri scopi, allora senza dire niente a nessuno, accelero il passo e cerco un ritmo nuovo”.
Pensieri e azioni di un leader, obiettivi chiari del bene comune e grande forza di volontà.
Che forse saranno proprio la sclerosi autoreferenziale, il deliziarsi nel proprio autocompiacimento e l’indurimento dei rapporti sociali le caratteristiche capaci di ingessare lo sviluppo e la laboriosità di organizzazioni partitiche, politiche e sindacali?
Nel merito del “duello” fra il sindacato e il potere comunista, il pacifico sostegno della Chiesa cattolica è noto. I pericoli comuni aumentarono vicinanze, condivisioni e ottennero anche con il supporto del “Papa polacco” Giovanni Paolo II e il sostegno del Primate di Polonia Jozef Glemp, il quale, nel pronunciamento durante l’incontro al Santuario di Jasna Gora a Czestochowa ribadì la linea di non violenza e di rispetto della vita umana sempre. E ricordò come: “Ai nostri occhi, il secondo comandamento etico è il rispetto dell’uomo, ivi compreso l’avversario …anche quando l’euforia è nel campo dei vincitori. Anche quando si tratta di un avversario, si deve distinguere l’uomo e la sua dignità dall’idea che egli difende e che noi combattiamo”.
Verso la conclusione del libro, colui che poi sarà nominato Premio Nobel, indica una sua fondamentale massima esistenziale “…non si lotta unicamente per la vita, ma per una vita dignitosa che meriti di chiamarsi umana”.
Un giorno la realtà storica confermerà le parole riportate da Walesa, riprese dal poema di un giovane Karol Wojtyla: “Certe ore ritornano regolarmente al quadrante della Storia? Ritorneranno un giorno?”
Per approfondimenti:
- La Repubblica, video 28 maggio 2023 di Lech Walesa sulla Russia: “Dobbiamo persuadere i russi che per il loro bene è necessario che cambi il sistema”
- Radio 24: “Solidarietà e valori nel XXI secolo”