“Giornalisti, Italia, pericoli, libertà giornalisti, opinione”….
Andrea scrolla il cellulare, lo scrolla con un fare sempre più incerto, perché scopre che esiste un report trimestrale del Ministero dell’Interno, Direzione Centrale della Polizia Criminale, che monitora gli episodi di intimidazioni ai giornalisti.
“Per esserci un monitoraggio significa che il problema esiste anche da noi” pensa il ventottenne romano, “ma sarà poca roba, siamo in Italia, mica in Iran”.
Una rassicurazione che in realtà non lo distende, poiché nervosamente lascia scorrere gli occhi sui numeri, li cerca subito nel report, privilegiandoli alle parole stesse.
26, questo è il numero che legge relativo agli episodi di intimidazione ai danni dei giornalisti nel 2024.
Poi il nostro protagonista legge meglio, le aggressioni sono si 26, ma nell’arco del solo primo trimestre 2024; “ quindi una ogni tre giorni” fa i calcoli velocemente Andrea, nonostante la birra ghiacciata che sta sorseggiando, ormai unica superstite, provi timidamente a rallentargli le sinapsi.
Minacce, aggressioni fisiche, messaggi intimidatori via web, danneggiamenti di proprietà personali.
Questo riporta l’analisi dei dati, evidenziando che la maggior parte degli atti intimidatori (53,8%) è legata a contesti socio-politici, mentre il 46,2% rientra in altre categorie.
Il web come veicolo d’odio
Il web si conferma un canale privilegiato per la diffusione delle minacce, con 8 episodi segnalati (30,8% del totale). I social media, in particolare Facebook e Instagram, sono tra le principali piattaforme utilizzate per attaccare i professionisti dell’informazione. Altre forme di intimidazione includono danneggiamenti (8 episodi), scritte minacciose (4), minacce verbali (4) e, in casi più estremi, aggressioni fisiche (2).
Le regioni più colpite
“È più pericoloso il Nord o il Sud?” domanda ad alta voce, come se parlasse con lo lo schermo, il postino di Roma Tiburtina con il vezzo di diventare giornalista pubblicista;
Lombardia, Lazio, Sicilia e Liguria sono le regioni con il maggior numero di episodi intimidatori, concentrando il 73,1% dei casi totali, mentre Roma è la provincia più colpita con 5 episodi, seguita da Brescia e Trapani, entrambe con 2 casi.
Episodi di maggiore rilievo
Due episodi lo colpiscono particolarmente, quello accaduto a Brescia al giornalista Ariel Piccini Warschauer, che ha trovato la sua auto danneggiata con una stella di David incisa sulla carrozzeria, in un chiaro segnale di minaccia dopo i suoi articoli su Hamas, e a Pavia, alla giornalista Marzia Forni che è stata presa di mira online dopo aver posto una domanda critica al rapper Geolier durante una conferenza stampa a Sanremo.
Il mondo dello sport
“Non ci credo, anche i giornalisti sportivi rischiano?”
Questo pensa Andrea, lo stomaco chiuso ma non fino al punto di impedirgli di cercare invano altre pietanze dal frigo.
Un occhio al volo agli scomparti, nulla di commestibile, ritorna verso il divano, si tuffa senza mollare il cellulare, i dati sulle aggressioni lo innervosiscono ma deve leggere fino in fondo.
Gli episodi legati al mondo del calcio riguardano la giornalista sportiva Erica Bariselli che è stata insultata con una scritta offensiva nei pressi dello stadio Rigamonti a Brescia, mentre a Trapani il giornalista Giacomo Di Girolamo è stato minacciato dagli ultras locali per le sue inchieste sulla società calcistica locale.
“E la politica?”
Detto fatto, arriva subito al capoverso relativo alla giornalista Anja Cantagalli, aggredita fisicamente mentre riprendeva un comizio del Partito Democratico a Teramo.
Un fenomeno ancora preoccupante
“Ma mi conviene diventare giornalista”?
Questo pensa il nostro protagonista, basito come resterebbe basito qualunque cittadino perbene di fronte ad un fenomeno che passa molto spesso sotto traccia.
Perché il 2024 ci racconta che nel primo trimestre c’è stato un giornalista aggredito ogni tre giorni, per avuto la “colpa” raccontare, un problema serissimo per la libertà di stampa in Italia, una libertà che è lo scrigno dove custodire la democrazia, una libertà che è radice stessa dell’essenza umana nelle sue relazioni sociali.