Così come nella seconda metà del 700’ società da agricolo-artigianale si trasformò in sistema industriale caratterizzati dall’uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove fonti energetiche, così l’intelligenza artificiale (IA) potenzialmente stravolgerà abitudini e costumi, affiancando l’essere umano nella costruzione della società 5.0.
A questa vera e propria palingenesi, non sfuggono certo le operazioni delle forze di polizia in tutto il mondo.
Polizia di Predizione
Fra principali aree in cui l’IA viene utilizzata, vi è senz’altro la “Polizia di Predizione” dei crimini, una sorta di upgrade della funzione preventiva del controllo del territorio.
Se infatti il dispiegamento di uomini a pattugliamento delle aree cittadine di ispira al modello securitario secondo cui “i primi reati sventati sono quelli che non sono avvenuti” ponendo la funzione repressiva in posizione subalterna a quella preventiva, l’IA può analizzare grandi quantità di dati storici sui crimini per identificare modelli e addirittura prevedere dove potrebbero avvenire crimini futuri.
Milano
L’Italia e Milano hanno infatti sperimentato il sistema K-Crime già nel 2008, con risultati perfettibili ma certamente significativi. Ulteriore step, seppur relativamente inquietante, è rappresentato dalla sorveglianza e riconoscimento facciale; in questo caso le telecamere posizionate negli spazi pubblici dotate di IA possono riconoscere volti e identificare sospetti in tempo reale mediante data base collegati con le centrali operative delle forze dell’ordine.
Ritrovare persone scomparse, rintracciare e identificare latitanti ed evasi, ma anche rilevare attività finanziarie sospette e prevenire frodi attraverso un monitoraggio delle transazioni.
Vantaggi e sfide
L’intelligenza artificiale potrà elaborare informazioni molto più velocemente degli esseri umani, permettendo risposte più rapide riducendo gli errori umani, migliorando la precisione nelle indagini e nelle operazioni.
Vantaggi innegabili che però inducono l’onere di stabilire un perimetro entro cui confinare questo strepitoso strumento, per evitare di ritrovarci in un Truman show ovvero essere ostaggi dei Bias degli algoritmi con discriminazioni sistematiche che avrebbero l’amaro sapore dell’arbitrio se poste in essere dal potere giudiziario.
Controllare per non farsi controllare
La vera sfida sarà lavorare sull’affidabilità dell’IA, in particolare modo quando si tratta di privare la libertà delle persone, poiché l’IA offre opportunità significative per migliorare le operazioni delle forze di polizia, ma è essenziale affrontare attentamente le questioni etiche e operative per garantire che venga utilizzata in modo responsabile ed equo.