Intervista a Paolo Magrone, Segretario Generale Provinciale Siulp Milano, il primo sindacato del comparto sicurezza.
‘Sicurezza senza tetto’, è un titolo forte quello dell’evento del 28 marzo.
“Sì, ‘Sicurezza senza tetto’ può essere considerato un ossimoro nella nostra visione, perché la sicurezza implica protezione e stabilità, mentre i colleghi rischiano di rimanere “senza tetto”, cioè senza un alloggio di servizio, il che suggerisce vulnerabilità e mancanza di riparo”.
Come si è arrivati a questo punto?
“Questa criticità affonda le radici nel tempo, Milano è sempre stata cara, adesso però, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, la speculazione sta mettendo in crisi la classe media, fra cui ci siamo anche noi.”
Caro vita e sicurezza possono apparire due concetti lontani, slegati fra loro, in che modo l’aumento dei prezzi si riverbera sulla sicurezza dei cittadini?
“Il concetto può sembrare complesso, ma semplicissimo allo stesso tempo. Un poliziotto guadagna in media 1600 euro circa, la media di un affitto per un bilocale ormai si attesa su una forbice che va dagli 800 ai 1200 euro, quindi un poliziotto dovrebbe vivere con 400 euro, poi ci sono le bollette, il condominio, la spesa ecc ecc”
Quindi come soluzione gli agenti chiedono l’alloggio di servizio
“Si, chiedono l’alloggio di servizio, il problema però è che se tutti li richiedono, gli alloggi si saturano, come sta accadendo adesso”
E una volta che si saturano?
“Non voglio nemmeno pensarci, o meglio, voglio affrontare il problema prima che sia troppo tardi, perché rischieremmo di avere colleghi a dormire in auto, ovviamente parcheggiate fuori dall’Area B, perché non tutti possono permettersi un’auto nuova”.
Dicevamo, in che modo questa contingenza potrebbe riverberarsi sulla sicurezza?
“In realtà si sta già riverberando. Anche in questo caso la spiegazione può sembrare complessa ma è molto semplice; se i colleghi più esperti scappano via dalla città, abbiamo un ricircolo di personale incontrollato con tanti giovani privi di adeguato affiancamento.
Questo comporta un calo degli standard professionali perché in certi contesti lavorativi la continuità è fondamentale, i criminali restano sul territorio, io non ho mai visto un mafioso andare in pensione”.
Insomma, bisogna intervenire prima che sia troppo tardi
“Questo evento sarà utile affinché le istituzioni sentano la nostra voce, la voce di poliziotti che voglio restare a Milano, che stimano le opportunità che offre questa città, una città che però ci sta facendo sentire sempre meno cittadini.
E noi siamo prima cittadini, e poi poliziotti”.