Il ruolo della punta nel calcio moderno è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Se in passato un attaccante aveva come unico compito quello di segnare gol, oggi si richiede molto di più. Giocatori come Filippo Inzaghi, Gerd Muller e Gary Lineker erano esempi perfetti di “animali da area di rigore”, attaccanti letali che vivevano per finalizzare le azioni. Pur non essendo dotati di grande tecnica o creatività, il loro senso del gol li rendeva indispensabili.
La trasformazione tattica
Negli ultimi anni, il calcio ha subito una trasformazione tattica. Meno enfasi è posta sulle giocate individuali, mentre cresce l’attenzione sugli schemi di gioco. Gli allenatori chiedono a tutti i giocatori, indipendentemente dal ruolo, di avere una buona tecnica e una certa versatilità. Le punte, in particolare, devono essere in grado di fare molto più che segnare: trattenere e proteggere il pallone, creare spazi per i compagni, partecipare al pressing e contribuire alla fase difensiva. Molti attaccanti hanno dovuto adattarsi a questa evoluzione, e Romelu Lukaku al Napoli è un esempio perfetto del centravanti moderno.
L’opinione pubblica divisa
Attraverso la sua carriera, Lukaku ha sempre diviso l’opinione pubblica. Nessuno ha mai messo in discussione la sua capacità di segnare, ma spesso è stato criticato per alcuni limiti tecnici, soprattutto per il controllo palla e il primo tocco. Alcuni tifosi lo consideravano un attaccante troppo monotematico, utile solo per il gol e poco altro. Inoltre, nelle partite più importanti, le sue prestazioni hanno spesso lasciato a desiderare. Negli ultimi anni, episodi come il Mondiale 2022 con il Belgio e la finale di Champions League 2023 con l’Inter hanno alimentato i dubbi sulla sua capacità di incidere nei momenti chiave.
Il legame con Antonio Conte
Tuttavia, quando Lukaku ha avuto Antonio Conte come allenatore, la sua carriera ha vissuto i momenti migliori. Dopo due stagioni deludenti con il Manchester United, nel 2019 l’Inter decise di puntare su di lui, acquistandolo per 80 milioni di euro. Con Conte in panchina, Lukaku ritrovò la sua miglior versione, segnando 47 gol in due stagioni e trascinando i nerazzurri alla vittoria dello Scudetto.
Dopo il trionfo, nel 2021 il Chelsea lo riportò a Londra per 115 milioni di euro, ma l’esperienza si rivelò un fallimento totale. Dopo un solo anno, fu ceduto in prestito prima all’Inter, poi alla Roma, senza mai ritrovare lo stesso impatto avuto sotto Conte.
L’approdo a Napoli
Nell’agosto dello scorso anno, il Napoli ha acquistato Lukaku per 30 milioni di euro con un contratto triennale. E, ancora una volta, in panchina c’era proprio Conte. Mentre molti pensavano che il belga fosse ormai in fase calante, altri speravano in una rinascita sotto la guida del tecnico pugliese.
A livello statistico, la sua stagione sembra nella norma: dieci gol in 26 partite di campionato. Ma la vera trasformazione sta nel suo stile di gioco. Lukaku non è più solo un bomber d’area, bensì un attaccante che lavora per la squadra. In passato era stato accusato di egoismo, mentre oggi gioca quasi da “nove e mezzo”, utilizzando il fisico per proteggere palla e servire i compagni. I numeri lo confermano: è uno dei migliori assistman della Serie A, con otto passaggi vincenti, al pari del terzino della Lazio, Nuno Tavares.
I gol decisivi
Paradossalmente, se in passato veniva criticato per segnare tanto ma solo in partite poco rilevanti, quest’anno Lukaku ha invertito la tendenza: meno gol, ma più decisivi. Contro la Roma a novembre ha siglato l’unico gol del match, mentre a gennaio ha firmato la rete decisiva nel 3-2 contro l’Atalanta.
Gol e assist con la Fiorentina
Un esempio lampante della sua importanza si è visto nella recente partita contro la Fiorentina. Il Napoli era reduce da cinque gare senza vittorie e aveva bisogno di un successo. Al 26’, Scott McTominay ha tentato una conclusione da fuori area, il portiere De Gea ha respinto, e Lukaku si è avventato sulla ribattuta segnando il gol dell’1-0. Poi, al 60’, ha ricevuto palla spalle alla porta e con un tocco preciso ha servito Giacomo Raspadori per il raddoppio. Il Napoli ha vinto 2-1, tornando al successo grazie anche al suo attaccante.
Lukaku non è più il centravanti che segna tripletta dopo tripletta, ma è diventato un giocatore più completo, capace di influenzare la partita in molti modi.
Il classico detto è “Vedi Napoli e poi muori”, ma Lukaku ha deciso di non ascoltarlo. Ha visto Napoli e, invece di arrendersi, ha scelto di far rinascere la sua carriera.
Ottimo lavoro, descrizione perfetta!