La storia scritta con una sola mano.
Togliamo il velo e lasciamo che la Storia racconti la verità e non solo la verità dei vincitori
Accade. Accade spesso. Forse accade sempre.
La storia la scrivono i vincitori e la scrivono come vogliono. Forse è giusto così. È la loro mano che descrive, racconta, giudica e disprezza. E coloro che guardano il futuro lo fanno con gli occhi di questa storia, quella scritta dai vincitori.
La mano dei vincitori non scrive sempre allo stesso modo. Alle volte si abbandona alla comprensibile emozione della vittoria, ingigantisce, celebra e gioisce. Nell’immediatezza della vittoria tutto è possibile. Ma c’è anche un’altra mano, sottile, scaltra, premeditata.
È la mano che racconta con un secondo fine, con strategia. Quelle che compone elegie per consolidare una verità parziale; quella che le fa più comodo e che deve rimanere indelebile e guai a chi la tocca. Non è più storia, questa mano la trasforma in una narrazione opportunista, che opacizza ciò che potrebbe appannare i suoi miti che le consentono di sopravvivere oltre la vittoria.
Nessuno può toccare questa storia trasformata. Se qualcuno osa è subito travolto dalla furia di chi ha scritto e dagli emuli degli scrittori. Troppo utile richiamarla quando fa più comodo, per denigrare un avversario e trasformarlo in un nemico da annientare.
Ma la Storia spesso si ribella e riemerge incontenibile. Sprazzi di verità, perché la Storia è la somma di molte verità, piccole e grandi.
Raccontiamone una, piccola, quella di Carmela. E attraverso la sua tragica Storia solleviamo un velo, anzi uno straccio pesante tessuto con le menzogne e il filo delle verità taciute.
Del viso di Carmela, del suo aspetto, abbiamo solo i ricordi di chi l’ha conosciuta, ormai morto da tempo. Non conosciamo la sua età al momento della morte ma tutti i dati reperiti ci dicono che fosse molto giovane, forse nemmeno vent’anni ma aveva una figlia. Che cosa facesse nella vita non si sa. Era di Cassino, località vicino a Frosinone nota per l’Abbazia e per essere la terra di San Benedetto. In quelle località nel 1944 tutti attendevano i liberatori. Quelli che dovevano scacciare gli invasori nazisti e i loro alleati fascisti, quelli che doveva ridare loro la libertà. Aspettavano degli angeli…
Ma arrivarono invece dei diavoli. Erano i Gourmiers, storpiatura in francese del termine arabo qum (“banda”), truppe francesi composte da soldati marocchini e algerini. Presero Carmela. La strattonarono, la picchiarono, la spogliarono nuda. Ridevano. Erano in molti a ridere di lei povero corpo denudato. La violentarono mentre chi guardava in attesa del suo turno rideva. La sodomizzarono e mille altre cose le fecero.
La furia degli uomini (uomini?) marocchini contro questo essere perduto e con la sfortuna di essere donna non si fermò. Dopo averne abusato ripetutamente e in molti, le diedero fuoco. Carmela bruciava, ardeva come una povera Giovanna d’Arco per il divertimento di questi esseri. Morì così atrocemente tra le risate di quei soldati che non meritano di essere chiamati tali. Chissà se l’odore delle carni bruciate di Carmela rimase loro addosso per sempre, come un marchio infamante, spero proprio di sì.
Di questo fatto atroce si parla in una lettera spedita il 6 agosto 1948 da Giulio Pastore, deputato e segretario generale delle ACLI. Pastore scrive all’Ambasciata francese a Roma per chiedere, se non la giustizia, almeno un risarcimento per la figlia di Carmela. La pratica, direbbe un burocrate, rimase inevasa.
Pensate per un istante, solo per un istante davvero perché di più non potreste, che al posto di Carmela ci sia vostra figlia, vostra moglie, vostra sorella, la vostra fidanzata. La sento arrivare, parte dallo stomaco e risale il corpo, vibra e diventa un rumore sordo, interno, implacabile così forte che le mani tremano. Si chiama rabbia, pronta a esplodere e devastare. Non date ragione a quei non-esseri, a quegli escrementi del mondo, convogliate questa forza nella ricerca della verità, per sollevare gli stracci e riproporre al mondo una Storia vera, che sia dei vincitori ma anche dei vinti e soprattutto degli innocenti.
Credo di sapere cosa pensate, quello di Carmela è un fatto grave, gravissimo ma isolato impossibile che non sia così. Vi sbagliate purtroppo.
Il crimine di cui rimase vittima Carmela non è un fatto isolato ma appartiene a un elenco di oltre 60.000 donne italiane stuprate dalle truppe francesi denominate Gourmiers e composte in prevalenza da soldati marocchini e in parte marginale algerini. Uno degli stupri di massa della storia, simile a quello perpetrato dall’Armata Rossa in Germania. Agli stupri, che non risparmiarono nemmeno i bambini di entrambi i generi, si aggiungono oltre mille omicidi. Proprio per la prevalenza di marocchini il fenomeno prese il nome di “Marocchinate”.
La definizione sembra scherzosa ma è tutt’altro. Dietro di essa si celano orrori e nefandezze di ogni tipo. Le “Marocchinate” sì concentrano principalmente tra il maggio e il giugno del 1944 e territorialmente in Sicilia, Campania, Lazio e Toscana. Il percorso delle truppe di liberazione che dal sud si dirigeva al nord Italia. Una scia di sangue e crimini che nulla hanno a che fare con i combattimenti. Come molte altre storie cancellate per non offuscare il mito.
Sappiate, per chi volesse approfondire, che esiste una Associazione Vittime delle Marocchinate. Questa associazione ha già riportato alla luce molte storie. Essa agisce con l’obiettivo di preservare la memoria storica e con questo fine organizza incontri, seminari e manifestazioni per raccontare la verità sulle Marocchinate.
Moltissimi sono i documenti reperiti nell’Archivio di Stato, sepolti in modo disorganizzato tra molto altro ma forse con questo metodo nascosti. Tra fascicoli di natura diversa ne è stato reperito uno repertoriato con un titolo che a molti non piacerà: “Violenza delle truppe alleate”.
Sappiate anche che l’Associazione ha lavorato moltissimo per portare la vicenda obbrobriosa della Marocchinate all’attenzione delle istituzioni. Il Parlamento italiano nel 2019 ha approvato una legge per riconoscere ufficialmente le vittime delle Marocchinate e per istituire una giornata della memoria.
Avete visto qualcosa alla televisione, avete sentito qualcosa in merito? Siamo punto e a capo. Forse qualcuno potrebbe offendersi…
La stessa mano, sempre la stessa mano abile a scrivere e a cancellare.
Fonti: www.wikipedia.it; www.cddonna.it; www.ilprimatonaizonale.it; www.farefuturo.it;
Complimenti per l’articolo…