Riprendendo l’argomento della s/vendita delle aziende italiane all’estero ripetiamo un concetto per noi fondamentale: non si tratta di una semplice declinazione dell’istanza sovranista in una prospettiva economica e imprenditoriale. Non è una questione di bandiera o di solo orgoglio nazionale. In un’economia sempre più globalizzata e interdipendente sappiamo benissimo che è assai difficile prevenire il fatto che su mercato aziende italiane cambino di proprietà passando sotto il controllo di aziende straniere.

Tuttavia vi sono alcuni settori strategici per il paese da difendere. A cominciare dal Made in Italy, un brand che andrebbe difeso in quanto dotato di elevato valore; ma anche l’ICT, per evidenti ragioni di sicurezza; l’energia, in quanto risorsa che si sta dimostrando fondamentale per l’autonoma sopravvivenza di un sistema paese; automotive e meccatronica, nelle cui filiere dell’industria automobilistica vi sono realtà nazionali di eccellenza; altri settori dell’industria manifatturiera, rispetto alla quale vantiamo il primato insieme alla Germania in Europa. Potremmo continuare con altri esempi, ma non è questa la sede più opportuna. Avremo modo di tornare sull’argomento con altri articoli dedicati ai singoli settori e alle diverse realtà che, dotate di una valenza strategica per il futuro economico del nostro paese, sono a rischio di totale colonizzazione da parte di aziende e capitali stranieri.