Il Napoli si è appena laureato campione d’Italia per la terza volta!
Dopo 33 anni dall’ultimo scudetto, il Napoli è di nuovo sul tetto d’Italia.
Stagione strepitosa quella di Aurelio De Laurentiis e dei suoi ragazzi del Napoli, senza mai una sbavatura, vincendo e convincendo dall’inizio del torneo fino all’ultimo. Nessuno ad inizio stagione avrebbe immaginato un Napoli così forte e così ambizioso, per via delle varie partenze del mercato estivo che hanno visto venir meno delle pedine fondamentali.
Ma, sia il presidente che i suoi fedelissimi, come Cristiano Giuntoli nelle vesti di Direttore sportivo e l’allenatore Luciano Spalletti sono stati capaci di fare un mercato eccezionale, ottimizzando così i costi e scoprendo talenti, tra cui Khvich Kvaratskhelia: il georgiano che ha impressionato tutti per l’impatto devastante che ha avuto nel nostro campionato. Protagonista indiscusso insieme al nuovo acquisto Kim Min-jae, difensore che non ha fatto rimpiangere la partenza di un top player come Kalidou Koulibaly e, infine, come non citare il capocannoniere della nostra Serie A, Victor Osimhen, pedina fondamentale nello scacchiere di Mr. Spalletti.
Inoltre, scopriamo le analogie che girano intorno allo scudetto conquistato, partendo dal Sud America, precisamente dall’ Argentina, dove tutto ebbe inizio.
Argentina – Napoli
Sappiamo bene quanto questi due popoli siano uniti tra loro, tanto da arrivare a festeggiare l’uno le vittorie dell’altro. Ad unire queste due culture così diverse è stato l’amore per un solo uomo o meglio un Dio. Sì, il Dio del calcio, considerato da molti il giocatore più forte del mondo, l’indiscusso Numero 10, Diego Armando Maradona, colonna portante della nazionale argentina e del Napoli del passato.
Due date sono impresse nella mente di queste due compagini: l’annata 1986/1987 per gli argentini si è rivelata importante perché si proclamarono campioni del Mondo e, rispettivamente, i napoletani campioni d’Italia ed entrambi i trofei hanno un unico protagonista: i piedi di Maradona.
L’altra data, più recente riguarda il campionato ancora in corso: stagione 2022/2023. Indovinate un po’: Argentina campione del Mondo e Napoli campione d’Italia!
Questa volta Diego non può essere presente, come tutti sappiamo, a causa della sua scomparsa avvenuta nel 2020; ma, sono sicuro che anche lui ne è stato protagonista.
Per concludere, possiamo notare che 33 anni dopo la conquista dell’ultimo titolo mondiale, l’Argentina ritorna sulla vetta del Mondo e, come già detto, 33 anni dopo dall’ultimo scudetto, il Napoli ritorna ad essere campione d’Italia.
Coincidenze? Io non credo.
È stata la mano di Diego? Può darsi.
Le sconfitte del 4 gennaio
Ma, torniamo in Italia, precisamente al 4 gennaio dell’anno 86/87 quando il Napoli allenato da Mario Bianchi, dopo una partenza fulminante, perdendo zero partite nel girone d’andata, perse la prima di ritorno contro la Fiorentina, dopo la sosta natalizia.
Così contestualizzato non ha alcun significato ma, se, invece pensiamo al 4 Gennaio della seguente stagione, scopriamo che anche il Napoli di Spalletti ha avuto lo stesso andamento: zero sconfitte nel campionato d’andata per poi perdere la prima del girone di ritorno, appena dopo la sosta natalizia.
Sono solo numeri, niente di cui spaventarci, ma le coincidenze iniziano davvero ad essere interessanti.
Da patron a patron
Le analogie non sono finite qui, anche i due Patron, quello del passato e quello di oggi hanno qualcosa in comune: precisamente il numero 18, che sta ad indicare il tempo impiegato dal Presidente Corrado Ferlaino a conquistare il suo primo titolo di campione d’Italia. La stessa sorte è toccata all’attuale Presidente: da quando è divenuto il numero 1 del Napoli nel 2004, ci sono voluti esattamente 18 anni per la conquista del suo primo campionato italiano.
Sottolineando e mostrando questi parallelismi, non voglio assolutamente togliere il merito che la squadra Napoli, insieme ai suoi professionisti e allo staff ha portato a termine; però, è proprio il caso di dire che è stato l’anno perfetto per i partenopei.
Doveva andare così e ciò era scritto da qualche parte.
Foto by Footballnews.it, EuroSport, Napolike
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