A Roma, in una struttura congressuale del Vicariato, a pochii minuti dalla Basilica di San Pietro, si è tenuto il convegno “Validità della vaccinazione Covid 19 oppure incostituzionalità dell’obbligo vaccinale”? Uno dei tanti in voga in questo autunno di bilanci, direte voi, in vista della data del 30 novembre, quando la Corte Costituzionale si riunirà per valutare le ordinanze sulla legittimità dell’obbligo della discordia. Eppure, qui ai confini con la Città del Vaticano, l’aria che tira è quella dei prodromi di un nuovo network politico dal basso, una sorta di santa alleanza etica, di professionisti e ricercatori che cercano di studiare i fatti e i risultati della gestione della pandemia.
Il sasso nello stagno (e che stagno!), in verità, era stato gettato, fin dall’agosto del 2020, dal medico urologo, microchirurgo e ricercatore, Giuseppe (Joseph) Tritto, presidente della World Academy of Biomedical Sciences and Technologies (WABT). Una Ong fondata nel 1997 a Parigi e patrocinata dall’Unesco. Nell’agosto 2020, Tritto avrebbe dovuto presentare il suo libro, corposo per fonti scientifiche, Cina Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo edizioni Cantagalli, ma l’operazione fu, di fatto, oscurata. Oggi, due anni dopo, la WABT ed il suo Presidente rischiano di passare alla storia, come una nuova Cassandra inascoltata? Questo lo vedremo nel tempo, ma la notizia è che lo scorso giugno, l’Accademia degli scienziati, rappresentata da Tritto, ha depositato un dossier con l’istanza che venga visionato da un “prosecutor” della Corte Internazionale dell’ Aja: il suo codice identificativo è OTP-CR 592/22. La tesi scientificamente motivata del virus sintetico (potenziato in laboratorio a Wuhan) è stata anche oggetto di un report di minoranza del Senato Americano, redatto per la Commissione Health Education lo scorso ottobre. Per saperne di più, ne abbiamo parlato con il professor Tritto.
Professore, che cosa contiene quel dossier all’Aia?
Il virus Sars Cov 2 non è stato naturale, ma sintetico e proviene dal laboratorio p4 di Wuhan, di alta sicurezza, extraterritoriale con il patrocinio dell’OMS. I cinesi lo sapevano, ma è stato tutto oscurato, non abbiamo mai visto la sequenza del virus madre, ma solo le successive, perché lo hanno fatto sparire. Perfino la rivista Lancet ha lanciato da subito l’ipotesi dell’origine animale (la zoonosi), ormai irricevibile. Il “cover up” ovvero la costruzione di una narrativa di copertura dei fatti è stata potente. Non sappiamo come sia uscito da lì, ma il fatto stesso di averlo creato e di non averlo distrutto è un crimine, una nuova fattispecie di reato: il biocrimine. Noi dell’Accademia abbiamo ricostruito i nomi e denunciato quelli che hanno partecipato.
State lavorando anche a un’ altra azione di denuncia sul piano internazionale?
Si, un altro obiettivo è sollevare la questione con un libro bianco alle Nazioni Unite, perché anche la omicron, che è un virus diverso, è sintetico ed è stato diffuso per creare l’effetto Red Queen, per arginare la delta, che stava facendo troppi morti. La deriva del potenziamento di funzione senza controllo va fermata.
Lei si è detto molto preoccupato per alcuni recenti esperimenti di Boston, perché dimostrerebbero che il potenziamento di funzione dei virus prosegue anche negli Stati Uniti, dove il presidente Obama li aveva messi fuorilegge, è così?
Un ottimo biologo pakistano, al dipartimento di Medicina, Malattie Infettive di Boston, nel cuore dell’ Università, ha creato un nuovo innesto tra il primo omicron e la spike della delta. Attività di ricerca possibili, ma che dovrebbero attivare un procedura di controllo speciale, che invece non c’ è stata, anche se il ricercatore aveva descritto bene la ricerca. Abbiamo così saputo un fatto allarmante: otto topi umanizzati su dieci sono morti. Di fatto si è creata un’ altra linea virale. Come è possibile che la sorveglianza sia saltata completamente? Anche quello che sta succedendo a Singapore deve farci riflettere: venti modifiche della spike così rapide non si erano mai viste.
Rispetto al tema caldo dei vaccini, ad mRNA pensa che sia stato fallimentare o il male minore il loro utilizzo “serrato” ed “obbligatorio nel nostro Paese?
L’ obbligo é stato insensato. I farmaci a mRNA , pur molto interessanti come linea di ricerca, erano ancora immaturi per l’utilizzo, tanto più in forma diffusa ed obbligata. Le informazioni sulla sicurezza ed i test a cui sono stati sottoposti erano insufficienti. La Commissione europea ha siglato un contratto senza la procedura necessaria per la sicurezza sul prodotto. La nostra Accademia ha finalmente ottenuto i contratti (che erano secretati!) e per il 60 % il prodotto non risponde ai requisiti sulla biosicurezza, mancano test fondamentali sulla tossicità. Stiamo valutando un’ azione legale.
Una volta approvate dalle agenzie farmacologiche , Ema, Aifa, il governo italiano che cosa avrebbe potuto fare?
Tutta la filiera delle responsabilità é stata compromessa in un effetto domino, anche se le responsabilità restano politiche. L’acquisto centralizzato europeo non avrebbe dovuto deresponsabilizzare dalla verifica i singoli stati.
Torniamo a parlare di salute. Cosa possiamo realisticamente fare ora, dopo essere stati in gran parte infettati dai diversi virus di questa pandemia?
Per quello che si può, dobbiamo rafforzare la nostra immunità innata e proteggere i nostri organi più deboli, gli organi bersaglio, ognuno ha il suo. Una cosa è certa dobbiamo smettere di indebitarci a dismisura per acquistare cose inutili, dovremmo, invece, studiare quello che sta accadendo: occorrono centri di genomica, vorrei che l’Italia fosse leader nella ricerca biotecnologica. Prepariamoci meglio ai rischi sanitari.