Chi assiste al male assoluto non lo vuole riconoscere e fugge gridando alla follia…
Nella società odierna, spesso ci troviamo di fronte a crimini efferati che ci lasciano sconvolti. La più parte di noi alla follia tali crimini. Non riesce infatti ad accettare che un individuo “normale”, uno come noi, che vive in mezzo a noi, possa improvvisamente compiere gesti di grande crudeltà e ferocia. Non sono tra questi! Ogni volta mi pongo la domanda se la follia possa essere l’unico motivo che spinge una persona a commettere atrocità. Nel tempo mi sono convinto che non esiste una diretta equivalenza tra crimine efferato e follia, ma piuttosto una connessione più forte tra efferatezza e la cattiveria intrinseca di un individuo.
La follia è un concetto complesso da definire e spesso è utilizzata come spiegazione facile per atti di estrema violenza. È invece importante distinguere tra malattia mentale e la pura cattiveria. La follia è uno stato di malattia mentale che influisce sulla capacità di una persona di distinguere tra il bene e il male o di comportarsi in modo razionale. Al contrario, la cattiveria si riferisce a una predisposizione individuale ad agire in modo malevolo e a infliggere sofferenze ad altri senza alcuna ragione apparente. Mi rendo conto, è difficile accettare l’idea che un uomo, o una donna, considerati normali dalla società in cui vivono, possano addirittura godere della sofferenza di altri essere umani. La nostra mente morale, magari religiosa, rifiuta questo concetto e lo respinge. Quando esaminiamo i casi di crimini efferati, spesso troviamo un’organizzazione, una pianificazione e una freddezza che suggeriscono una grande consapevolezza delle azioni compiute. Questo non corrisponde all’immagine stereotipata di un individuo folle che agisce impulsivamente senza controllo. I criminali efferati possono essere mossi da motivazioni come il desiderio di potere, la vendetta o il piacere, piuttosto che da una condizione mentale clinicamente diagnosticabile.
Consideriamo poi che la maggior parte delle persone con disturbi mentali non commette tali crimini. Le malattie mentali possono influire sul comportamento di una persona, ma questo non significa automaticamente che saranno inclini a compiere atti di violenza estrema. Al contrario, i crimini efferati spesso trovano origine nella mancanza di empatia, nel sadismo o nella completa indifferenza verso il dolore degli altri, tratti che riflettono una natura intrinsecamente cattiva. È importantissimo comprendere che la maggior parte delle persone affette da disturbi mentali non rappresenta una minaccia per gli altri e non commette atti di violenza estrema. La malattia mentale non è una giustificazione sufficiente per giustificare o spiegare la cattiveria e la crudeltà che caratterizzano i crimini efferati. La società deve evitare di associare automaticamente la follia a tali atti, poiché ciò potrebbe contribuire a stigmatizzare erroneamente le persone con disturbi mentali, che nella stragrande maggioranza dei casi non sono pericolose per gli altri.
In conclusione, la follia e la cattiveria non possono essere considerate equivalenti quando si analizzano i crimini efferati. È importante distinguere tra le due e riconoscere che la maggior parte dei crimini efferati è il risultato della cattiveria e della mancanza di empatia, piuttosto che di una malattia mentale. Questo ci aiuterà a comprendere meglio i motivi sottostanti a tali atti e a prendere misure adeguate a prevenirli e punirli.
Plauto, moltissimi anni fa, pronunciò la celebre frase ripresa anche dal filosofo Hobbes: “Homo homini lupus”, l’uomo è lupo per l’altro uomo. Possiamo dargli torto?
Foto di copertina: Estrazione della pietra della follia – Hieronymus Bosch (Wikipedia)