L’Earth “Overshoot Day” o ”Giornata del debito ecologico” segna una sfortunata pietra miliare: il giorno in cui l’umanità inizia a vivere oltre i mezzi ecologici del Pianeta. Da quel giorno, ci spostiamo nell’equivalente ecologico di spesa in deficit, utilizzando le risorse a un ritmo più veloce di quello che il pianeta può rigenerare in un anno solare.
L’ Overshoot Day del 2023 per l’Italia è stato fissato per il 15 maggio, in largo anticipo sulla fine dell’anno, e segna la data in cui abbiamo finito le risorse rinnovabili e disponibili in modo sostenibile, registrando nessun miglioramento rispetto al 2022. Se tutti gli esseri umani che popolano la Terra vivessero come noi italiani, ci servirebbero 2,7 Terre per soddisfare i bisogni della popolazione mondiale.
In termini planetari, le conseguenze della nostra eccessiva spesa ecologica stanno diventando sempre più chiare, in primo luogo il cambiamento climatico: risultato dell’emissione di carbonio più velocemente di quanto possa essere riassorbito dalle foreste e dai mari, poi la riduzione delle foreste, la perdita di biodiversità, il collasso della pesca, la perdita dell’acqua dolce, per citarne alcuni.
Proprio come qualsiasi azienda, anche la natura ha un budget di produzione del quale bisognerebbe tener conto, ma il problema è che la richiesta umana dei servizi della natura supera ciò che essa può fornirci.
Prima del 1986 la comunità globale consumava risorse e produceva anidride carbonica a un tasso sostenibile per il pianeta, dieci anni più tardi nel 1996, la Terra misurava il suo primo Overshoot Day, utilizzando il 15% in più di risorse in un anno di quanto il pianeta poteva fornire.
A livello globale, pertanto, ora abbiamo bisogno dell’equivalente di 1,75 pianeti per supportare i nostri stili di vita e far sì che la Terra si rigeneri.
Il Global Footprint Network è l’organizzazione no profit che calcola ogni anno la data del World Overshoot Day, essa si determina dividendo la biocapacità del pianeta, ovvero, la stima della produzione di materiali biologici come le risorse naturali e il suo assorbimento e filtraggio di altri materiali come l’anidride carbonica dall’atmosfera, per l’Impronta ecologica dell’umanità, cioè l’impatto umano sull’ambiente e poi moltiplicando per 365.
Intuitivamente possiamo comprendere che una componente chiave dell’ Earth Overshoot è la crescita della popolazione. La popolazione umana si è moltiplicata di cinque volte negli ultimi vent’anni. Finora le nostre richieste di acqua, terra, infrastrutture, energia, comfort e cibo sono state superiori a quelle che il pianeta può fornire. Per spostare in avanti la data dell’ Overshoot Day annuale, così da arrivare al 2050 consumando una Terra soltanto, occorrerebbe dimezzare le emissioni di CO2 da combustibili fossili, cambiare la dieta, consumando meno carne, riforestare 350 milioni di ettari di foresta, preservare i nostri sistemi di parchi, proteggere i nostri corsi d’acqua e gli oceani dall’inquinamento, dalla pesca eccessiva e da altre pratiche dannose. Non di meno occorrerebbe un’intelligente pianificazione della città, sostituendo del 50% la necessità di guidare in tutto il mondo, con i mezzi pubblici, la bicicletta e gli spostamenti a piedi.
Perché i futuri Earth Overshoot Days cadano a fine anno solare in tutto il mondo e nella convinzione che le scelte attuali determineranno il nostro destino e il destino del pianeta, è stato coniato un hashtag #MoveTheDate. Sul sito Earth Overshoot Day è stata creata anche una mappa interattiva dove si possono trovare informazioni sulle azioni che contribuiscono a riportare l’attività umana in equilibrio con il bilancio ecologico della Terra, chiamate soluzioni, implementate nei vari Paesi: #MoveTheDate Solutions map.
Per altre informazioni: www.overshootday.org