Il 19 giugno 1951 nasce a Palù di Giovo, frazione del comune di Giovo in Trentino, Francesco Moser, uno dei più grandi ciclisti italiani di sempre. Cresciuto in una famiglia di appassionati di ciclismo, Moser si avvicina a questo sport fin da giovanissimo, seguendo le orme dei suoi fratelli maggiori Enzo, Aldo e Diego, già affermati corridori professionisti.
Gli esordi e l’ascesa tra i professionisti
La passione per le due ruote porta Francesco Moser a debuttare tra i dilettanti nel 1970 con la maglia della Bottegone. Il suo talento non tarda a emergere: nel 1972 vince il Giro d’Italia Dilettanti e conquista la medaglia d’argento ai Campionati del Mondo di categoria.
L’anno successivo, a soli 18 anni, Moser passa al professionismo con la Salvarani. Inizia così la sua straordinaria carriera, ricca di successi e traguardi memorabili.
Un palmarès ineguagliabile
Nel corso della sua carriera, Moser ha collezionato ben 298 vittorie, tra cui spiccano:
- Un Giro d’Italia (1984)
- Un Campionato del Mondo su strada (1977)
- Tre Parigi-Roubaix consecutive (1978, 1979, 1980)
- Un record dell’ora (1984)
Moser si è distinto come uno dei più grandi velocisti del suo tempo, capace di trionfare in volata come nelle salite. La sua eleganza in sella e la sua tenacia gli hanno valso il soprannome di “Cecchino”, un appellativo che rispecchia la sua indole combattiva e la sua determinazione.
Un’icona del ciclismo italiano
Oltre ai trionfi in gara, Francesco Moser è ricordato per il suo fair play e per la sua sportività. Un esempio da seguire per le nuove generazioni di ciclisti e un’icona del ciclismo italiano che ha contribuito a rendere questo sport ancora più popolare e amato.
Ancora oggi, a 73 anni, Moser rimane un punto di riferimento per il mondo del ciclismo. La sua passione e la sua dedizione continuano a ispirare atleti e tifosi, facendo di lui una leggenda senza tempo.