La Festa della Liberazione, il blocco del Fondo Sviluppo e Coesione e l’accoglienza riservata ai sindaci in occasione della manifestazione del 16 febbraio a Roma al centro di uno scambio di opinioni tra il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso di un convegno organizzato stasera in Prefettura, sul tema “Napoli risponde al disagio sociale, con la cultura, la formazione e la legalità”.
Il primo momento di confronto tra il Governatore e il Ministro ha riguardato il 25 aprile. “Dire che la fine del fascismo ha posto le basi della democrazia è un’espressione un po’ flebile, come dire che la fine della pioggia pone le basi per la chiusura degli ombrelli. Fino a quando non si renderà omaggio ai caduti per la libertà la Liberazione non sarà patrimonio comune”, ha spiegato De Luca commentando l’espressione usata dal Presidente del Consiglio. “Penso di essere tra i pochi a poter dire di essere antifascista, anticomunista e antitotalitarista. – ha commentato Piantedosi – Non so quanti possano dirlo. Noto che puntualmente il 25 aprile c’è chi pensa di dare lezioni al prossimo”. In merito al conflitto in Medio Oriente, De Luca ha evidenziato che “a Gaza la legalità internazionale non esiste più”. Il Ministro ha affermato: “A Gaza si sta consumando la battaglia tra uno Stato legittimo e un’organizzazione terroristica che ha decretato la fine di Israele”.
Il Fondo Sviluppo e Coesione
Il Governatore De Luca, nel suo intervento, ha esposto inoltre il suo disappunto per il trattamento riservato ai sindaci della Campania che hanno partecipato alla manifestazione romana per chiedere che fosse sbloccato il Fondo Sviluppo e Coesione. Il Ministro Piantedosi, a seguire, si è rivolto al governatore sostenendo che “la Campania è l’unica regione che non riesce a concludere l’accordo. Le altre stanno negoziando”. Un’affermazione alla quale De Luca ha prontamente replicato affermando: “Mi dica quali sono i problemi”. Piantedosi, dal canto suo, ha spiegato: “Mi propongo, se lei lo ritiene, di rendermi interprete di qualsiasi possibilità di mediazione e collegamento con il Governo centrale. Magari lo facciamo concordato, non è che viene al Viminale quando sa che io sto a Palermo per un’udienza pubblica e dice che mi sono disinteressato. Magari lo concordiamo”.
Il confronto sul corteo dei sindaci a Roma
Il Ministro ha poi proseguito: “La gestione dell’ordine pubblico davanti ai palazzi di governo si fa con gli stessi criteri che lei invoca quando ci sono le manifestazioni sotto la Regione Campania. I palazzi delle istituzioni sono trasparenti e aperti ma si usa la cortesia di concordare quando bisogna essere ricevuti. Non ci si presenta e si mette in difficoltà anche chi lavora per preservare la cornice di sicurezza di quei palazzi”. Parole che hanno indotto il Governatore Vincenzo De Luca a ribattere con fermezza: “Il presidente del Consiglio era informato da una settimana della manifestazione, e quando arrivano 550 sindaci hanno il diritto di camminare in un paese democratico”.
Botta e risposta
Il Ministro, a sua volta, ha controrisposto a De Luca: “Presidente, conoscendola per la sua considerazione di accesso ai palazzi pubblici, le consiglio di evitare di affermarlo, perché poi qualche sindaco in campagna elettorale si presenta sotto la Regione e vedremo cosa lei deciderà di fare”. De Luca ha concluso: “I sindaci possono entrare quando vogliono, solo i delinquenti non possono entrare”. La netta posizione del governatore a difesa dei sindaci e del Sud continua dunque a rappresentare il leit motiv di un’azione politica incentrata sull’impegno per una giusta rappresentanza e una maggiore attenzione alle esigenze e ai diritti dei cittadini della Campania e di tutto Mezzogiorno.