I cronisti romani e il sindacato nazionale, la Federazione Nazionale della Stampa italiana, si sono dati appuntamento, a Roma, davanti al Tribunale di piazzale Clodio, per protestare contro il rischio concreto di negare il diritto di cronaca. Sotto accusa, questa volta, l’eccessiva discrezionalità di alcune procure e questure nell’interpretazione della normativa europea, che proprio un anno fa, fu recepita in Italia dall’ex ministra della Giustizia, Cartabia con il decreto 188/2021, Nel testo, una continua ed errata interpretazione della sacrosanta salvaguardia della tutela della presunzione di non colpevolezza, avrebbe già prodotto il silenziamento dei rapporti con la stampa da parte di alcune Procure, e Questure. Questo ha avuto ripercussioni evidenti sul diritto di cronaca giudiziaria, includendo perfino quei procedimenti penali e quegli atti non più coperti da segreto. I nodi, ribaditi oggi, nella manifestazione, vanno, pertanto, sciolti al più presto dal nuovo ministro Carlo Nordio e dalle istituzioni competenti con circolari esplicite.
Lo scorso giugno, il segretario della FNSI, Raffaele Lorusso, era già intervenuto con un esposto alla Commissione Europea perché monitorasse le procure per evitare di lacerare i rapporti tra chi amministra e la stampa. Le tutele per gli indagati, infatti, ovvero dei nomi nelle pagine di cronaca nera, già esistono nel codice di procedura penale (artt. 114 e 329), quello di cui oggi, invece, avrebbe più bisogno l’informazione in Italia è di riprendere in mano le norme e la loro attuazione sulle querele bavaglio e su quelle richieste intimidatorie di risarcimenti milionari, che ancora minano le basi del giornalismo d’inchiesta nel nostro Paese.