Esoterismo, Magia, Occultismo e Spiritismo. Abracadabra a tutti!
Credo utile, prima di affrontare il tema specifico dello spiritismo, riproporre in sintesi le definizioni delle varie pratiche esaminate in questo percorso nel soprannaturale. Ciò in favore di chi non ha seguito le precedenti puntate e di chi, come me, ha una memoria da pesciolino rosso.
L’esoterismo, abbiamo detto, riguarda la conoscenza segreta e riservata a pochi attraverso un percorso graduale di iniziazione. La magia, bianca o nera che sia, è l’utilizzo di incantesimi e rituali per condizionare positivamente o negativamente gli eventi. L’occultismo abbraccia uno spettro (mamma mia uno spettro ?!) più ampio di temi spirituali: alchimia, astrologia, cabala…
Eccoci ora allo spiritismo che, in breve, è la ricerca di una comunicazione con gli spiriti dei defunti, in ciò assistiti da medium o da strumenti come le tavole Ouija.
Lo spiritismo ha avuto un’ampia diffusione nell’Europa del XIX secolo. Il fondatore è individuato in tale Allan Kardec, di nazionalità francese e di professione educatore. A Kardec è attribuito un lavoro di elaborazione dei principi basilari dello spiritismo. In Italia lo spiritismo ha avuto molto seguito a cavallo del XIX e il XX secolo, in piena Belle Époque.
Nella storia dello spiritismo compaiono nomi molto noti. Eccone alcuni: Victor Hugo, quello de “I Miserabili” e molto altro ancora e Filippo Bottazzi, padre della biochimica in Italia. Emanuel Swedenborg, scienziato, filosofo e teologo. Lo spiritismo ha inoltre influenzato opere letterarie come “Le Spleen de Paris” di Charles Baudelaire e “Il Fantasma di Canterville” di Oscar Wilde.
Altro nome più che noto è quello di Sir Arthur Conan Doyle, l’autore delle storie del famosissimo investigatore sui generis Sherlock Holmes. Doyle scrisse diversi libri sullo spiritismo dopo la morte del figlio che, tra l’altro, portò anche la moglie a diventare una assidua frequentatrice di sedute spiritiche.
Le persone sono da sempre affascinate, direi in varie forme dagli albori della storia dell’uomo, dalla possibilità di comunicare con i morti, in particolare se sono a loro cari per i più vari legami. Aggiungiamo che, nel periodo di maggior affermazione, questa pratica ha costituito anche un elemento di rottura con gli schemi culturali, sociali e religiosi. In quest’ultimo caso offrendo vie alternative per dare risposte ai misteri della vita.
Vi era anche un ulteriore elemento di novità. Nell’antichità la ricerca rivolta all’ultraterreno era affidata a figure selezionate come stregoni, sciamani, esorcisti e così via. Improvvisamente chiunque, con lo spiritismo, può aprire la comunicazione con i defunti, con il mondo dei morti. Chiunque si, ma come sempre, le persone più dotate di talento e competenza ottengono i risultati migliori. Ecco allora arrivare i medium, persone con spiccata sensibilità per le vibrazioni in arrivo dal mondo oscuro.
Nel mondo variegato dello spiritismo, non troviamo elementi particolari di identificazione o una simbologia rappresentativa. Al più troviamo associazioni di simboli e immagini, che inoltre possono differire da persona a persona e da gruppo a gruppo, quali:
- Tavola Ouija: è uno strumento comunemente utilizzato nelle sedute spiritiche per comunicare con gli spiriti. È un tavolo o una tavola con lettere, numeri e altre indicazioni, su cui i partecipanti posizionano un indicatore che si muove per rispondere alle domande;
- Medium: l’immagine di una persona che si pone come intermediario tra il mondo fisico dei vivi e quello spirituale dei morti è forse quella più caratterizzante il mondo dello spiritismo;
- Simboli spirituali: ci sono alcuni simboli, l’occhio di Horus, il pentacolo o il simbolo dell’infinito, tradizionalmente associati allo spiritismo ma non solo. Essi però in questo ambito sono portatori di concetti quali la protezione, l’energia spirituale e l’eternità.
Scrivendo di spiritismo non possiamo non citare almeno un medium tra quelli che, per le loro performance sono passati alla storia, in un modo o nell’altro…Ecco una di matrice italiana.
Eusapia Palladino. Anno 1854 a Minervino Murge (Puglia) nasce Eusapia, nome più avanti storpiato in Sapia. Origini umilissime, orfana per ragioni mai chiarite, priva di cultura sino alla maleducazione assoluta. Ma furba, furbissima…
Si trasferisce presto a Napoli a fare la bambinaia. Qui, non si sa bene perché, comincia a fare sedute spiritiche. E ci riesce assai bene! Nella penombra e nel silenzio rotto solo dal fruscio degli abiti, dove c’è Sapia accadono cose incredibili. Il tavolino si muove, si alza, barcolla costringe i partecipanti ad inseguirlo senza staccare le mani ormai bianche dalla paura. Gli spiriti rispondono alle chiamate di Sapia, lo fanno con rumori secchi, con schiocchi. Nella stanza anche altri oggetti si spostano, cadono dai mobili. I fazzoletti volano…Sembra anche che faccia più freddo.
Eusapia conquista gli onori della cronaca. Una feluca, il dottor Giovanni Damiani, dopo averla conosciuta nl 1872, scrive di lei alla rivista Human nature in termini entusiastici. La ribalta, come sappiamo bene, non porta solo luci ma anche denaro. Il prezzo per la partecipazione alle sedute spiritiche di Eusapia cresce vertiginosamente. La fama varca anche i confini nazionali, viaggia in tutta Europa e arriva sin negli U.S.A. dove pochi anni prima era nato lo spiritismo grazie alle sorelle Fox.
Eusapia, ormai medium affermata, convince anche scienziati del calibro di Pierre e Marie Curie, Camille Flammarion, Giovanni Schiaparelli, Enrico Morselli e altri. Cesare Lombroso, padre della criminologia rimasto famoso per la sua teoria fisiognomica, la visita diverse volte e scrive: “Al di fuori delle sedute spiritiche, è una donna normalissima, un tipo volgare, senza alcuna dote atta a differenziarla da milioni di organismi simili al suo”.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Lombroso, vittima del suo stesso approccio scientifico, non trova di meglio che attribuire le capacità di Eusapia ad una “energia radiante”, del “doppio” della medium, di sostanze poste nella “quarta dimensione”.
Molte coincidenze fanno un indizio e nella storia di Eusapia di coincidenze strane ve ne erano a bizzeffe. Gli Stati Uniti d’America, che avevano decretato il successo internazionale di Eusapia, divennero anche il luogo dove la stessa finì la sua carriera.
Fu colta in flagrante più volte, ridicolizzata ad Harvard dallo psicologo Hugo Mursenberg, smascherata poi alla Columbia University, da due uomini completamente vestiti di nero nascosti sotto il tavolo. Eusapia morì, poverissima, il 13 maggio 1918.
Eusapia si disse, però solo alla fine della sua avventura, usava trucchi banali, tutti basati su abilità manuali, agilità e un poco di scaltrezza che si sommavano a un’ottima capacità narrativa.
Possibile, direte voi, che questa popolana rozza sia riuscita ad ingannare il fior fiore di menti scientifiche? Ebbene sì, ma una spiegazione attendibile c’è e in qualche modo assolve queste menti superiori. Vivevano in un’epoca in cui la ricerca scientifica e la tecnologia procedevano veloci, ma in cui anche le menti più brillanti soffrivano ancora di grande ingenuità e per questo rimasero vittime di una moda che aveva reso lo spiritismo una pratica elitaria, riservata a donne e uomini appartenenti ad una classe sociale e culturale superiore.
Questa storia alla fine ci racconta molto di quanto noi esseri umani siamo fragili, esposti al desiderio di capire, di dare una risposta alle grandi domande che incombono sulla nostra vita.