Il rischio di saltare da un’attività all’altra senza sosta
Lo skipping, falsi miti e veri impatti negativi.
Più di una canzone famosa canta come è difficile la vita… Alle volte però la rendiamo un inferno noi stessi.
Se cerco il suo significato nel web trovo che è l’atto di saltare rapidamente da una cosa all’altra. Se cerco ancora trovo poi un’annotazione fondamentale, ossia che si “salta” in modo paradossale, senza dedicare particolare attenzione alle cose che si fanno. Emerge poi che questo atteggiamento è diventato di moda tra i giovani che, purtroppo, lo applicano a molti aspetti della loro vita. Approfondisco e scopro, con sempre più sorpresa, molte cose preoccupanti. Scopro ad esempio che l’esposizione continua e parossistica a stimoli digitali, unita allo skipping, influenza negativamente la capacità di concentrazione e di completamento di compiti complessi e prolungati, oltre a rendere più difficile lo sviluppo di competenze specializzate e della capacità di analisi critica. Sarà un caso che i giovani italiani brillano per assenza di analisi critica e difficoltà di comprensione di un testo (prove Invalsi dal 2021)?
Lo skipping spesso si accompagna al desiderio di gestire più compiti contemporaneamente, cercando di multitaskare (che brutto termine, voi non usatelo…). Tuttavia, le ricerche condotte in materia dimostrano che il multitasking riduce l’efficienza e la qualità del lavoro svolto. Quando si passa rapidamente da un’attività all’altra, si richiede al cervello di adattarsi continuamente a nuovi contesti e di interrompere e riprendere i flussi di pensiero, il che può portare a un maggiore numero di errori e a una ridotta produttività complessiva. E pensare che molti di noi si vantano pure di essere multitasking…Ahi la moda!
Lo skipping può impedire inoltre di completare le attività in modo soddisfacente e ottenere quindi un senso di realizzazione. Quando si lasciano incompiute numerose attività, si può provare frustrazione e insoddisfazione per il lavoro incompleto. La mancanza di completamento può alimentare la procrastinazione; molti si ritrovano a spostare costantemente l’attenzione su nuove attività senza mai concludere quelle iniziate. La pratica costante dello skipping può portare a una perdita della capacità di concentrarsi e mantenere l’attenzione su un’attività per un periodo prolungato. Il cervello si abitua a un flusso costante di stimoli diversi, rendendo difficile mantenere la concentrazione su una singola attività che richiede impegno prolungato. Questo può influire negativamente su attività che richiedono una maggiore attenzione, come lo studio, il lavoro creativo o la risoluzione di problemi complessi. E così arriva l’insofferenza verso gli impegni, atteggiamento che tanto rileviamo nei giovani.
Ma lo skipping è il figlio o il nipote dello zapping con il telecomando? Mah, forse. Quelli della mia generazione, indovinate quale, certo ricorderanno… Aumentano anche stress e ansia. Quando si è costantemente sotto pressione per passare a una nuova attività senza prendersi il tempo di completare adeguatamente quella precedente, si può provare una sensazione di mancanza di controllo. Una continua e inutile corsa mentale può generare uno stato di stress cronico, che a sua volta può avere impatti negativi sulla salute mentale e fisica, come l’ansia e l’aggravarsi di disturbi come la depressione.
Quando si pratica lo skipping, si perde l’opportunità di impegnarsi pienamente nell’apprendimento e nella memorizzazione delle informazioni. Il nostro cervello ha bisogno di tempo e ripetizione per consolidare le informazioni e trasferirle nella memoria a lungo termine.
Saltare costantemente da un’attività all’altra può compromettere questo processo, riducendo l’efficacia dell’apprendimento e la capacità di richiamare le informazioni quando necessario. Lo skipping non si limita solo alle attività lavorative, ma può estendersi anche alle relazioni interpersonali. Quando si è costantemente distratti e impegnati in diverse attività contemporaneamente, si rischia di trascurare il tempo e l’attenzione da dedicare alle persone intorno a noi; così si compromette la qualità delle relazioni e si causano incomprensioni e distacco emotivo, poiché non si è completamente presenti nel momento condiviso con gli altri, il famoso “qui e ora” tanto caro a chi pratica meditazione.
Per mitigare gli impatti negativi dello skipping, è fondamentale promuovere la consapevolezza e la gestione dell’attenzione. È importante stabilire priorità chiare, pianificare il tempo in modo realistico e dedicare periodi di tempo specifici a ciascuna attività, evitando il costante passaggio da una all’altra. Possiamo infine quindi affermare che lo skipping, con il costante pendolare da una all’altra attività senza una reale concentrazione, può avere numerosi impatti negativi. Riduce la produttività, aumenta lo stress e l’ansia, limita la creatività e la profondità delle idee e può compromettere le relazioni interpersonali, l’apprendimento e la memorizzazione. Per promuovere un benessere generale e ottenere risultati soddisfacenti, è importante sviluppare l’abilità di concentrarsi su una singola attività alla volta.
Un consiglio quindi per essere veramente trasgressivi e originali. Fate una cosa per volta ma fatela bene. Ne guadagnerete sempre!
Crediti foto: Ola Dapo, pexel.com