La riforma dell’istruzione tecnico-professionale, approvata dal Consiglio dei Ministri, introduce un nuovo modello formativo 4+2, che prevede quattro anni di scuola superiore e due anni negli ITS Academy, noti per il loro elevato tasso di occupazione (90%).
Questa riforma può essere paragonata a un ponte che collega la scuola al mondo del lavoro. I giovani studenti, infatti, potranno beneficiare di una formazione più professionalizzante e orientata alle competenze richieste dalle imprese.
Un’opportunità per i giovani
Una delle novità più significative della riforma è l’introduzione di docenti aziendali nelle scuole. Questo permetterà agli studenti di beneficiare direttamente dell’esperienza e dell’innovazione delle imprese.
Inoltre, la riforma prevede il rafforzamento delle esperienze di alternanza scuola-lavoro, l’apertura all’apprendistato formativo e la coprogettazione dei percorsi formativi. Queste misure accentuano l’interazione tra la scuola e il tessuto imprenditoriale e territoriale.
Un investimento sul capitale umano
Il governo ha stanziato 15 milioni di euro per il 2024 e ulteriori fondi per il 2025 e il 2026, mirati alla realizzazione di campus formativi a misura di filiera. L’iniziativa prevede l’utilizzo di aree strategiche nazionali, enfatizzando lo sviluppo delle potenzialità territoriali.
Il disegno di legge, inoltre, promuove l’internazionalizzazione attraverso il conseguimento di certificazioni internazionali e il rilancio della metodologia Clil. La nuova filiera prevede anche un approccio più flessibile e innovativo nella didattica e organizzazione, con un’enfasi su laboratori all’avanguardia e metodologie di insegnamento avanzate.
Un passo avanti per il sistema Paese
“Si tratta di una riforma ambiziosa”, afferma il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “molto attesa dalle scuole e dal mondo produttivo e in cui questo governo crede fortemente. Avremo una filiera della formazione tecnica e professionale di serie A, grazie al potenziamento delle discipline di base e all’incremento di quelle laboratoriali e professionalizzanti; sarà più forte il raccordo fra scuola e impresa, si punterà molto anche sull’internazionalizzazione e sulla ricerca. Il nostro obiettivo è che i giovani abbiano la preparazione adeguata per trovare più rapidamente un impiego qualificato e che le imprese abbiano le professionalità necessarie per essere competitive. Valorizziamo lo straordinario capitale umano rappresentato dai nostri giovani, diamo al sistema Paese la possibilità di correre”.