Se ne va Michela Murgia, voce “libera e antagonista” nella ormai misera cultura nazionale

Se ne va Michela Murgia, voce “libera e antagonista” nella ormai misera cultura nazionale

Con l’annuncio, a maggio scorso, che aveva un tumore al quarto stadio, Michela Murgia, iniziava a scrivere l’ultima pagina del suo personale romanzo di vita. Ieri, 10 agosto 2023, nella notte di San Lorenzo, si è spenta. Una grande letterata che ha segnato la vita culturale italiana e internazionale degli ultimi 30 anni. Michela Murgia,nata a Cabras il 3 giugno 1972, di formazione cattolica, prima di iniziare la carriera di scrittrice ha svolto diverse attività, compresa quella di insegnante di religione: significativa tra le altre l’esperienza come venditrice telefonica riversata nel suo primo libro, “Il mondo deve sapere” (2006), una sorta di blog sul mondo dei call center e delle multinazionali che ispirerà l’opera teatrale omonima e il fortunato film “Tutta la vita davanti“.

Legatissima alle sue radici, nel 2008 pubblica per Einaudi “Viaggio in Sardegna”, una guida letteraria ai luoghi meno noti dell’isola. Due anni più tardi esce, sempre per Einaudi, “Accabadora”, romanzo che intreccia nell’isola degli anni Cinquanta i temi dell’eutanasia e dell’adozione: con questo libro vince prima il Premio Dessìe poi il SuperMondello e il Campiello. Con Accabadora, la scrittrice entra nell’olimpo della letteratura italiana, con un testo breve ma di una intensità unica dove sono affrontati in modo deciso e senza fronzoli, i temi dell’eutanasia e dell’adozione, appunto, perché l’Accabadora è colei che “uccide”. Nel 2011 pubblica “Ave Mary, riflessione sul ruolo della donna e la Chiesa.

Tra le opere successive il romanzo “L’incontro” (2012), che analizza i temi della condivisione e delle affinita’; il saggio breve sul femminicidio “L’ho uccisa perché l’amavo. Falso!” (con Loredana Lipperini, 2013); il romanzo “Chiru’” (2015) e “Futuro interiore” (2016). Alle regionali sarde del 2014 si presenta con la coalizione Sardegna possibile, che non supera lo sbarramento previsto dalla legge.

Michele Murgia al Salone del libro di Torino

Con Michela Murgia se ne va una voce libera e antagonista. In uno dei suoi ultimi interventi al Salone del Libro di Torino alla domanda se fosse ormai stanca di essere antagonista, rispose: “In un Paese normale, civile, quello che faccio io lo fanno gli intellettuali e nessuno viene trascinato in tribunale. È l’unico Paese che si definisce democratico dove gli intellettuali sono perseguitati dal potere” e ancora, ”In un mondo di vili tutto è un atto di coraggio. Io dico quello che penso”.

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