“Una ventata di verità, per me e per chi con me ha lottato in prima linea contro il Covid. Su questa indagine una certa parte politica ha costruito per anni una campagna di vero e proprio odio contro la Lombardia e contro il nostro operato”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo aver appreso la notizia dal Tribunale dei Ministri di Brescia sull’archiviazione dell’inchiesta ‘gestione-Covid’. “Nelle pagine della sentenza di archiviazione – conclude il governatore – vedo smontate molte delle troppe ‘bufale’ costruite ad arte su quei mesi drammatici che hanno sconvolto le nostre comunità e provocato un immenso dolore a tante famiglie”.

In realtà e per correttezza d’informazione, vogliamo ricordare che anche gli allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e ministro della salute, Roberto Speranza furono indagati per “cattiva gestione” dell’emergenza Covid o meglio, “Mancata istituzione di una zona rossa” nelle zone della bergamasca tra i comuni di Nembro e Alzano Lombardo. Anche per questi ultimi il Tribunale di Brescia, nel maggio scorso si espresse con un’archiviazione delle posizioni giudiziarie.
Cosi anche per il presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana e per gli altri soggetti politici e amministrativi coinvolti, lo stesso Tribunale dei Ministri di Brescia ha deciso per il Governatore, mantenendo in essere, rimandando gli atti alla Procura, solo un’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio per non aver applicato il piano antinfluenzale del 2006 a carico di Silvio Brusaferro, Angelo Borrelli, Claudio D’Amario, come tecnici, e dell’ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera e dell’ex dg Luigi Cajazzo. Diremmo, dunque, che i procedimenti giudiziari a carico di tutti seppur cavalcati, come nella migliore tradizione italica, dalle vicendevoli e avverse fazioni politiche, non sono stato altro che la normale conseguenza di denunce e procedimenti del tutto indipendenti da qualsivoglia ingerenza di parte. Pertanto, una vicenda, questa, che si è chiusa per tutti nel migliore dei modi possibile e, se vogliamo, anche in maniera veloce.

Di certo dobbiamo segnalare il forte scontento e sconcerto da parte dei familiari delle vittime del Covid che avrebbero perso la vita proprio a seguito delle mancanze d’intervento politico-amministrative perpetrate nel corso dello stato di emergenza: “Non possiamo che essere sconcertati per quanto il sistema giustizia in Italia stia facendo nei confronti dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia, maxi indagine chiusa a marzo 2023 e di fatto in gran parte trasferita a Brescia e Roma. Dopo l’archiviazione di Conte e Speranza e di parte dello stralcio di Roma, apprendere che è stato archiviato anche Attilio Fontana e alcuni dei funzionari e tecnici coinvolti ci lascia basiti: nessuno dovrà rispondere ai familiari delle vittime del Covid19 del perché non sia stata fatta la zona rossa in bergamasca e del perché non si siano prese tutte le altre misure di prevenzione previste dalle leggi italiani ed europee. E’ come se in Italia ad inizio 2020 non sia accaduto nulla. Noi continueremo nel nostro percorso di denuncia e memoria perché siamo certi che le morti dei nostri cari siano state causate dalle omissioni sia a livello governativo che regionale e speriamo che prima o poi vengano accertate queste responsabilità. Per noi comunque non sono scagionati: restano colpevoli di morti che si potevano evitare”.