Il termine “equinozio” evoca una sinfonia di parole latine: “aequus,” che significa uguale, e “nox,” che fa riferimento alla notte.
Una danza etimologica che ci porta verso una convinzione errata ma diffusa: l’idea che in occasione dell’equinozio di settembre, tutti sulla Terra vivano un giorno e una notte uguali, con 12 ore di luce diurna e altrettante di oscurità notturna.
Ma la realtà è un po’ più intricata di questa semplice equazione.
Molti luoghi terrestri, in verità, godono di ben più di 12 ore di luce in questo giorno speciale. A complicare la situazione, due protagonisti entrano in scena: l’alba e il tramonto e la magia dell’atmosfera terrestre. A quanto pare i luoghi fuori dall’equatore possono vivere il miracolo dell’uguaglianza tra giorno e notte due volte l’anno, generalmente pochi giorni prima o dopo l’equinozio. Le date di questo spettacolo celeste, noto come “equilux,” dipendono dalla latitudine del luogo: quelli a sud dell’equatore ne fanno esperienza poco prima dell’equinozio, mentre gli abitanti dell’emisfero settentrionale lo assaporano qualche giorno dopo.
Sebbene l’equinozio di settembre cada di solito il 22 o il 23 settembre, ogni tanto fa una piccola capriola e si presenta il 21 o il 24 settembre.
L’ultima volta che il 24 settembre è stato protagonista di questa festa cosmica risale al lontano 1931, e il prossimo appuntamento è previsto per il distante 2303.
Ecco, la magia sta nel fatto che il calendario gregoriano, con i suoi 365 giorni, balla un tango un po’ strano rispetto al tempo che la Terra impiega effettivamente a completare la sua orbita attorno al Sole, circa 365 giorni e un quarto.
Il risultato di questa danza cosmica? Ogni equinozio di settembre fa il suo ingresso in scena circa 6 ore dopo rispetto al suo predecessore.
Astronomicamente, nell’emisfero settentrionale, l’equinozio di settembre è come il sipario che si chiude sull’estate e si alza sull’autunno. Ma per i meteorologi, la stagione autunnale inizia con anticipo, circa 3 settimane prima dell’equinozio di settembre, il primo settembre, e fa la sua uscita il 30 novembre.
Nell’emisfero australe, l’equinozio di settembre assume un’identità differente: è conosciuto anche come equinozio di primavera, il battito d’ali dell’inizio della nuova stagione secondo gli astronomi.
Ma gli equinozi non sono fenomeni che durano un solo giorno, anche se molti decidono di festeggiare per l’intera giornata. Essi si manifestano invece nel preciso istante in cui il nostro caro Sole attraversa l’equatore celeste, una linea immaginaria che fluttua nel cielo sopra l’equatore terrestre.
E così, nel 2023, il Sole ci delizia attraversando l’equatore celeste da nord a sud il 23 settembre alle 06:50 UTC (Tempo Universale Coordinato). Ma a causa del fuso orario, l’equinozio si materializza il 22 settembre 2023 in alcuni luoghi che sono almeno 6 ore e 50 minuti indietro rispetto all’UTC. Tra questi, le città fortunate delle aree occidentali degli Stati Uniti e del Canada.
Ma come ben sappiamo, il Sole non è l’unico attore di questo spettacolo celeste. La Luna, con il suo fascino misterioso, gioca la sua parte in questo periodo.
La Luna piena più vicina all’equinozio di settembre, conosciuta come la “Harvest Moon,” è un vero spettacolo astronomico. Questo perché, durante questo periodo, il tempo tra il suo sorgere e il successivo diventa più breve, come un ritmo accelerato.
Di solito, la Luna sorge circa 50 minuti più tardi ogni giorno in un mese lunare, quel periodo tra due Lune Piene o due Lune Nuove. Ma nella magia dell’equinozio, questa differenza si riduce a meno di 50 minuti per qualche giorno. Un fenomeno noto come “effetto Harvest Moon”, che si manifesta grazie all’angolo particolarmente basso che l’orbita lunare forma con l’orizzonte in questo periodo dell’anno.
E qui entra in scena l’effetto contrapposto nell’emisfero australe, dove la Luna sorge più tardi di 50 minuti rispetto al giorno precedente.
Ai tempi antichi, questo sorgere anticipato della Luna significava un dono per gli agricoltori nell’emisfero settentrionale. Potevano lavorare e raccogliere i raccolti per un periodo più lungo durante le serate illuminate.
In un mondo dove tutto muta con le stagioni, gli umori e i pensieri degli uomini seguono lo stesso cammino. Il tempo scorre e tutto cambia, come ci insegna Vincenzo Cardarelli:
“Come varia il colore
delle stagioni,
così gli umori e i pensieri degli uomini.
Tutto nel mondo è mutevole tempo.
Ed ecco, è già pallido,
sepolcrale autunno,
quando pur ieri imperava
la rigogliosa quasi eterna estate.”
In questa danza celeste di equinozi e Luna, troviamo una lezione che ci ricorda la mutevolezza del tempo e delle stagioni e come tutto cambia, anche se ieri sembrava eterno.
Foto di Nicole Marantelli
Fonte: raicultura.it